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Top 6 leggende metropolitane che (forse) non conoscevi

Mata e Grifone, le leggende dei giganti fondatori

Robe da serie Tv, robe da Attack on Titan, per chi apprezza il mondo degli anime. La novella di Mata e Grifone tenta irrealisticamente di spiegare l’origine della città di Messina e il motivo per cui gli abitanti del capoluogo al di là dello stretto amano così tanto i giganti.

Secondo quanto riportato da Made in Messina, al principio dell’apologo vi erano Mata, una procace ragazza messinese, e Grifone, un gigante saraceno di fede musulmana a capo di un esercito dedito alla pirateria e alle scorribande violente. Intorno al 964 d.c. , l’esercito guidato da Grifone conquistò la città dello Stretto attraverso la cittadina tirrenica oggi conosciuta come Rometta. Durante una delle sue incursioni, il colosso vide Mata e se ne innamorò follemente.

Così decise di andare a chiederla in sposa al padre, Cosimo II di Castellaccio, ma sia quest’ultimo che la stesa Mata rifiutarono la proposta. Nonostante fosse sottoposta a varie torture, Mata si ostinò a rifiutare la richiesta di Grifone e così si rese conto che l’unico modo per conquistare il suo cuore era pentirsi e cambiare vita. Abbandonò quindi i panni da criminale e dopo essersi convertito al Cristianesimo e fattosi battezzare col nome di Grifo (poi Grifone a causa della sua mole), si dedicò alla coltivazione della terra e alle opere di beneficenza.

Mata, colpita da questo eclatante gesto d’amore, iniziò a guardarlo con occhi diversi fino ad innamorarsene.  La loro unione fu benedetta da numerosi figli. Ed è per questo che la tradizione popolare messinese identifica, appunto, il Gigante e la Gigantessa come i progenitori e fondatori della città dello Stretto.

Villa Muscianisi e il folletto vendicativo

Ci troviamo in Sicilia, in provincia di Messina, nella città di Milazzo. È popolarmente riconosciuto che nella terra della Trinacria non sono mai mancati: paesaggi meravigliosi, cibo fantastico e una grandissima presenza di elementi folcloristici. Testimonianza di ciò è la storia che Oggi Milazzo, un quotidiano locale, si è premurato di render nota e incamerare, in forma scritta, tra le opere sacramentali della circoscrizione mamertina.

Villa Muscianisi, detta anche Villa Lucrezia, è una nobile dimora di Milazzo disabitata dagli anni ‘60. Leggende narrano che tra le stanza vuote della residenza vi si aggiri una strana presenza, una balorda creatura, identificata nelle veci di un folletto. O “ Fuddittu”, come viene dialettalmente definito, sarebbe stato fotografato da alcuni ragazzi qualche anno fa.

Stando a quanto si racconta, il punto debole del piccolo uomo sarebbe il berretto rosso, un indumento che farebbe quasi parte della sua composizione corporea e che porta sempre con lui. Il mito vuole infatti che, acciuffando il copricapo ed togliendolo dalla testa dello spiritello, lui stesso, pur di riaverlo indietro, indicherà al suo rapinatore il luogo dove è nascosto il tesoro. La figura del folletto, nella tradizione siciliana, è considerata come una presenza negativa, perché dispettosa. Si diceva infatti che, le donne, per ammansire la diavoleria dello gnomo, solevano preparar lui delle pietanze, da porgli in omaggio in senso di deferenza.

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di Gabriele Nostro

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Gabriele Nostro

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