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Recensioni Vintage: “Neon Genesis Evangelion”, il capolavoro di Hideaki Anno

di Andrea Antinori

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A metà degli anni ’90 arriva sugli schermi Giapponesi “Neon Genesis Evangelion“, anime ideato da Hideaki Anno. La serie, composta da 26 episodi, è prodotta dallo studio Gainax e animata da Tatsunoko Production. Al momento è reperibile su Netflix, sia con il doppiaggio originale che con quello italiano.

Neon Genesis Evangelion: Non solo Mecha

A primo impatto “Neon Genesis Evangelion” si presenta quasi come un’ulteriore serie con i mecha, figlia del filone degli anime anni ’80. Il protagonista è Shinji Ikari, un ragazzino di 14 anni che viene chiamato dall’agenzia Nerv per pilotare l’unità Evangelion 01; si tratta di un particolare mecha che servirà per battere una delle più grandi minacce per l’umanità, delle creature mostruose chiamate Angeli. Ma tutto ciò non è altro che la copertina di un’opera che si dimostra decisamente più profonda. Evangelion utilizza questa dinamica per approfondire la psiche dei suoi personaggi, le loro emozioni, i loro rapporti personali, le loro personalità…

Il tutto si lega perfettamente alla sua complessa trama, che presenta moltissimi richiami religiosi, ma anche citazioni al mondo dell’animazione nipponica precedente a Evangelion. Una trama che non viene neanche risolta ed esplorata del tutto, ma va bene così. Il fulcro della serie non è salvare il mondo dal Third Impact, ma l’accettazione di sé stessi. Ciò viene rappresentato tramite Shinji, che da ragazzo emotivamente debole e depresso arriva ad una forte “evoluzione” psicologica, rappresentata nel finale della serie.

Evangelion esplora i rapporti che le persone possono creare e il modo in cui esse reagiscono agli stimoli della vita. La dinamica padre-figlio distanti è presente con Shinji e Gendō Ikari, la non accettazione della morte di un proprio caro mostrata dal rapporto tra Gendō e Rei, l’ossessione del successo con Asuka… Insomma, in 26 episodi Anno è riuscito a mostrare e approfondire vari aspetti dell’essere umano stesso, senza però rendere la serie noiosa e pesante anche grazie all’azione regalata dalla trama sugli Eva.

Evangelion

Un anime che può piacere a molti

Per quanto tutto sia perfettamente collegato, la trama di “Neon Genesis Evangelion” può risultare molto difficile da comprendere alla prima visione. In aiuto di ciò arriva la struttura basilare dei vari episodi; per tutta la prima parte della serie (banalmente il periodo in cui c’è l’introduzione ai personaggi), infatti, risulta molto semplice. In ogni episodio arriva un Angelo, che poi viene abbattuto dal pilota disponibile di turno. Le uniche variabili sono il modo in cui appaiono queste minacce e la maniera per abbatterle. Il che, comunque, non è necessariamente un punto a sfavore. Infatti ciò rende Evangelion un prodotto molto completo e alla portata di qualsiasi tipo di spettatore. Si rivela adatto sia per chi cerca un prodotto più complesso, grazie alla sua trama, sia per chi invece semplicemente vuole ammazzare del tempo con un prodotto di ottima qualità. Inoltre, l’altissima qualità delle colonne sonore rende ancora più piacevole la visione generale (contando anche l’iconica opening A Cruel Angel Thesis“).

I problemi per questa seconda categoria di persone, però, arrivano verso la fine della serie. La complessa e poco esplicata trama del mondo di Evangelion inizia a prendere il sopravvento, andando anche a confondere chi è riuscito a stare al passo con tutte le informazioni date nelle prime puntate. Il tutto, poi, viene completamente lasciato in sospeso con gli ultimi 2 episodi (per via di problematiche di tempo e di budget che gli autori incontrarono all’epoca). Nelle ultime 2 puntate la lotta con gli angeli e il piano del perfezionamento dell’uomo non fanno da protagonisti, ma si passa allo stato interiore di Shinji, che però, come vedremo dopo, ha un significato ben più grande.

Il simbolismo di Neon Genesis Evangelion

Come già anticipato, la saga di Evangelion è ricca di riferimenti religiosi e non solo. Le religioni da cui l’anime prende spunto sia per le sue nomenclature che per la costruzione della lore sono il cristianesimo e l’ebraismo. Partiamo subito dal titolo stesso dell’opera, Neon Genesis Evangelion; si può tradurre facilmente con “Vangelo di una nuova Genesi“, andando così a fare un riferimento ai testi del Vangelo che raccontano la vita e la morte di Gesù. Altro collegamento immediato sono gli Angeli, che rappresentano i messaggeri della divinità. Nell’anime essi riportano nomi simili, se non uguali, ad alcuni degli angeli descritti nella Bibbia.

Anche Adamo ed Eva hanno spazio per fare la loro “comparsa” nell’anime. Adam è il primo angelo, quello che più di tutti assomiglia a Dio stesso, una forma di vita quasi perfetta. Gli Eva sono invece i mecha che fanno da protagonisti nella serie. Così come nella bibbia Eva fu creata da una costola di Adamo, anche gli Eva son stati creati a partire da Adam, il primo angelo. Anche Lilith, il secondo angelo, deriva dalla tradizione religiosa, in particolare dall’ebraico. Lilith sarebbe stata la prima moglie di Adamo; dall’unione dei due sarebbe poi nata una razza di demoni chiamata Lilim. Il collegamento con questi ultimi è rapido, dato che Kaworu chiama la razza umana Lilin (parallelismo utilizzato anche per evidenziare come la razza umana sia imperfetta, paragonata addirittura a dei demoni).

La Lancia di Longinus ha invece un’origine puramente cristiana. Essa riprende infatti la lancia del soldato romano Longino, che egli usò per trafiggere il corpo di Gesù ormai crocifisso. La prima apparizione della lancia nell’anime è proprio infilzata sul corpo di Lilith, crocifisso nel Terminal Dogma.

Neon Genesis Evangelion

Neon Genesis Evangelion: gli episodi 25 e 26

Attenzione: in questo paragrafo sono presenti leggeri spoiler sul finale di Neon Genesis Evangelion

Una piccola premessa: questo grande stacco presente tra gli ultimi due episodi e il resto della serie è dato dal fatto che il finale è stato riscritto e realizzato in pochissimo tempo. Anno, però, voleva realizzare un finale che allo stesso tempo andasse a esprimere per bene il significato che voleva trasmettere con l’opera. È così nato il capolavoro di introspezione grazie al quale “Neon Genesis Evangelion” ha raggiunto la sua fama. Shinji ha ucciso l’ultimo angelo e salvato l’umanità dalla sua più grande minaccia; allo stesso tempo, però, ha anche ucciso l’unica persona con la quale si era veramente aperto, il suo unico vero amico. Ciò lo porta in un grave stato di depressione, dove si ritrova a riflettere sulla sue scelte e sulla sua vita.

Infine, dopo una lunga serie di riflessioni e di ricordi, Shinji comprende il senso delle sue azioni. Dopo aver visto una versione alternativa della sua vita, dove ha una famiglia normale, degli amici e delle relazioni sane, capisce che il motivo del suo isolamento e della sua condizione di depressione è lui stesso. La sua paura di ferire gli altri, la sua introversione sono ciò che lo ha portato a sua volta ad isolarsi e, paradossalmente, a ferire sé stesso e le persone che provavano ad avvicinarsi a lui. Una volta compreso ciò, la serie si conclude con l’iconica scena dove tutti i personaggi di Evangelion si congratulano con Shinji.

Un finale complesso e controverso

Con questo finale, controverso e che può risultare complicato di primo acchito, Hideaki Anno conclude l’opera con la quale rappresenta sé stesso e tutti coloro che si ritrovano in una situazione simile a quella di Shinji. Rinchiudersi in sé stessi per la paura o la vergogna di ferire gli altri e noi stessi è un comportamento che, come detto dall’opera, non è sano. Il dolore fa parte della vita e bisogna accettarlo, serve per crescere e maturare. Questo ci vuole insegnare “Neon Genesis Evangelion“, un’opera che rappresenta perfettamente a schermo il famoso “dilemma del porcospino“, esplicato per la prima volta dal filosofo Schopenhauer.

Conclusioni

Neon Genesis Evangelion” è sicuramente uno dei prodotti più di rilievo nel mondo dell’animazione. La sua completezza lo porta a essere apprezzato da un vasto pubblico, anche per motivi molto differenti. Riesce ad accontentare sia i fan degli anime più casual, sia coloro che invece cercano un prodotto più profondo e dalle tematiche più “adulte”. Sono presenti i mecha, la filosofia, la religione, la psicologia… In poche parole, se iniziate a vedere “Neon Genesis Evangelion” troverete il modo di rimanere soddisfatti. L’unica “pecca” è la difficoltà con la quale viene esplorata la trama, che può confondere un certo tipo di pubblico. In conclusione, un capolavoro che va visto e compreso.

Evangelion

Pro

  • Il fattore introspettivo della serie;
  • La ricchezza culturale presente nella lore dell’anime;
  • Un anime che può prendere facilmente e che non annoia;
  • Il messaggio che vuole trasmettere;
  • La completezza generale del prodotto.

Contro

  • L’eccessiva difficoltà della trama per alcuni spettatori.

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