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ONU: entro il 2040 il buco dell’ozono si risanerà (in quasi tutto il mondo)!

di Lorenzo Peratoner

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Finalmente delle buone notizie per l’ambiente. Come affermato dall’ONU, la progressiva messa al bando dei clorofluorocarburi (CFC) sta risanando il buco nello strato di ozono atmosferico, tanto che entro il 2040 sparirà in gran parte del mondo. Vediamo quindi alcuni dettagli sulla faccenda, riportati da TGCOM24 e SkyTG24.

Buco dell’ozono: cause e conseguenze

La presenza del buco dell’ozono venne annunciata per la prima volta nel 1985 da tre scienziati del British Antarctic Survey. L’ozono si trova nella cosiddetta stratosfera, situata tra i 15 km e i 50 km dalla superficie terrestre, e le conseguenze del progressivo diradarsi della quantità di questo gas sono molto pericolose, in quanto viene meno quello strato naturale necessario a schermare i raggi UV del Sole, con ripercussioni dannose per l’uomo (in particolare per la pelle e le difese immunitarie), il mondo vegetale e animale. La causa di questo buco è da ricercare nell’utilizzo dei CFC, una serie di gas presenti soprattutto nelle bombolette spray e negli impianti refrigeranti

Il successo del Protocollo di Montréal

In seguito all’annuncio di questo pericolo, l’azione della politica è stata molto repentina, portando alla rettifica del Protocollo di Montréal del 1987. Entrato in vigore nel 1989, a oggi vi aderiscono pressoché tutti gli Stati del mondo, con la firma di 197 entità politiche. L’obbiettivo era quello di eliminare gradualmente la presenza di CFC, favorendo altri gas; le conseguenze di questo Protocollo, più volte modificato nel corso del tempo, diventano di anno in anno sempre più evidenti. Difatti, l’ONU ha recentemente affermato che dovremmo aspettarci una chiusura del buco entro il 2040 per gran parte del mondo; dovranno invece attendere più a lungo l’Artico (2045) e l’Antartide (2066).

Il risultato può essere un punto di partenza per risolvere crisi future (e attuali)?

Il Protocollo di Montréal di fatto è stato un evento storico di portata internazionale, in quanto per la prima (e finora unica) volta nella storia, il mondo intero si è riunito ed è sceso a patti per combattere una minaccia ambientale globale. Questo straordinario successo potrebbe quindi rappresentare un “esercizio metodologico” per far fronte comune all’altra incombente minaccia climatica: il riscaldamento globale. Il Segretario generale dell’Organizzazione metereologica mondiale, Peter Taalas, ha infatti affermato:

“Il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura […]. Si tratta del trattato ambientale di maggior successo nella storia […], offre incoraggiamento affinché i Paesi del mondo possano riunirsi, decidere un obbiettivo e agire di conseguenza”.

Il problema, tuttavia, è molto più complesso da affrontare rispetto alla messa al bando dei CFC, in quanto entrano in gioco pesanti dinamiche economiche dei singoli Stati. In ogni caso, questa buona notizia dimostra come un’azione globale contro i problemi ambientali non è un’utopia, ma una strada che si può e si deve intraprendere, e che, sulla scia del successo di Montréal, potrebbe porre un reale freno al riscaldamento globale…

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