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Ucraina, sospetto avvelenamento per mediatore russo e negoziatori ucraini

di Gianmichele Trotta

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Roman Abramovich e altri negoziatori di pace dell’ucraina che hanno preso parte all’ennesimo colloquio per trovare un accordo sembra abbiano riscontrato dei sintomi di avvelenamento. Lo riporta il Wall Street Journal, che negli ultimi giorni sta riportando varie indiscrezioni sulla guerra.

I motivi del sospetto dell’Ucraina

L’oligarca russo Roman Abramovich faceva parte della squadra di negoziatori che hanno preso parte alla seduta diplomatica di inizio mese. Quest’ultimo aveva il compito di fare da mediatore tra le due squadre di diplomatici, in quanto gode di buoni rapporti con l’occidente. Insieme a lui, anche almeno altri due membri senior di quella medesima seduta hanno poi riscontrato gravi sintomi che possono essere riconducibili ad un avvelenamento.

I sintomi riportati dal Wall Street Journal comprendono occhi rossi, lacrimazione costante e dolorosa desquamazione della pelle dei volti e delle mani. Gli sfortunati diplomatici che hanno riscontrato i sintomi hanno poi accusato la controparte di essere stati fautori di queste “coincidenze”. Secondo i malcapitati gli esponenti russi avrebbero voluto “sabotare” i colloqui per porre fine alla guerra.

abramovich

Roman Abramovich (@Shutterstock)

Chi era il vero obbiettivo

Sempre il Wall Street Journal riferisce che una fonte vicina all’oligarca Abramovich abbia dichiarato che al momento la vicenda è molto incerta. Ancora non è chiaro chi fosse veramente l’obbiettivo del presunto attacco. Alcune ipotesi possono ricondurre il vero obbiettivo al presidente Ucraino, Zelensky.

Quest’ultimo, infatti, ha incontrato Abramovich poco dopo la riunione e, in caso si trattasse di un agente patogeno, sarebbe potuto essere anche trasmissibile. Come detto, però, la faccenda non è ancora chiara. Non sappiamo se i sintomi siano stati causati da un agente chimico, biologico o di qualche altra natura, come ad esempio le radiazioni elettromagnetiche.

Tuttavia, al momento le vittime che hanno accusato i sintomi sono ancora vive e vegete. Dal giorno dei colloqui i sintomi sono migliorati e per il momento le loro vite sono decisamente fuori pericolo.

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di Gianmichele Trotta

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