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Tunguska: ciò che successe in Siberia tra meteoriti, comete e alieni

di Lorenzo Peratoner

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Tempo fa vi abbiamo lasciato con il mistero della foresta di Hoia Baciu (qui l’articolo). Quest’oggi, dagli inquietanti boschi della Transilvania, andremo indietro nel tempo di più di 100 anni, nel cuore dell’Impero russo dello zar Nicola II. Non tratteremo più di presunti avvistamenti di fantasmi, bensì di un evento naturale, che, nella sua concretezza, è ben più inquietante e terribile. Considerate la bomba atomica sganciata a Hiroshima e moltiplicate la sua esplosione e potenza per mille: questa è indicativamente (anche se diversi scienziati abbassano le stime) la portata di ciò che è successo a Tunguska nel 1908.

Si tratta di un evento storico (si calcola che meteoriti simili a quelli di Tunguska si abbattano sulla Terra ogni 600 anni) su cui la comunità scientifica da un secolo compie continui studi e analisi, ma che rappresenta per alcuni aspetti ancora un mistero. Cerchiamo quindi di fare ordine a partire dalle certezze che abbiamo.

Tunguska: l’esplosione e le testimonianze

In una tranquilla mattina del 30 giugno, a nord della regione di Krasnojarsk, nella Siberia centrale, alcuni abitanti autoctoni della zona alzano gli occhi al cielo: un intenso bagliore, come se fosse un secondo sole, squarcia l’atmosfera, causando un boato assordante e un’onda d’urto che abbatte in un colpo solo 80 milioni di alberi in quasi 2.200 chilometri quadrati. Questa descrizione visiva è la sintesi di alcune delle testimonianze ricavate nelle settimane successive l’evento a opera dei quotidiani della zona, raccolte tra il popolo degli evenchi. Fortunatamente, la regione interessata era a bassissima densità di popolazione. Il bagliore causato dall’esplosione è stato tale da essere visibile persino in Europa, a più di 5.000 chilometri di distanza. L’onda d’urto, inoltre, venne percepita almeno fino a 600 chilometri dal punto di impatto, tanto da far quasi deragliare i treni che viaggiavano lungo la Transiberiana.

 

Tunguska

Immagine di Google Maps che indica il luogo da cui indicativamente è partita l’esplosione. Al giorno d’oggi è una riserva naturale protetta, ai cui confini meridionali scorre il fiume Tunguska Pietrosa.

 

 

La questione delle testimonianze è tuttavia piuttosto controversa. Nikolay Vasilyev, che intraprese una spedizione nella zona nel 1981 con il Tunguska Exploration Group, le organizzò e raggruppò tutte in questo sito. Delle oltre 500 raccolte, molte sono discordanti e solo una strenua minoranza dei testimoni si trovava nell’area in cui erano caduti gli alberi. Il popolo degli evenchi, inoltre, utilizzava una lingua comprensibile a pochi e a quel tempo solamente orale, tant’è che molti resoconti provengono da individui che non hanno vissuto in prima persona l’evento, ma l’hanno sentito raccontare da terzi. Ciò nonostante, la descrizione che emerge dai racconti sembra avvalorare la tesi del meteorite.

Parlando delle vittime, invece, non abbiamo alcuna certezza. Ufficialmente pare ce ne siano state due o tre possibili, tuttavia bisogna tenere in conto della ritrosia degli evenchi nel parlare di questo tema. In ogni caso, qualora ci fossero state, non sarebbe per fortuna un numero elevato.

 

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