di Enrico Tiberio Romano
Nell’Avellinese il gip del Tribunale ha applicato undici misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusati di svariate truffe ai danni di istituti di assicurazione. Le modalità degli illeciti però hanno fatto scalpore nell’opinione pubblica per la particolare foga.
Le finte lesioni per rendere più credibili le loro storie
In più di un occasione pare che questi uomini abbiano adescato persone in precarie condizioni economiche, il Corriere del Mezzogiorno parla addirittura di ragazzini, disposti a farsi rompere i denti pur di supportare le richieste di risarcimento alle compagnie assicurative. La promessa alla base di questi gesti era che il premio in denaro sarebbe stato più grande quanto più gravi fossero le lesioni inflitte.
Contestualmente alle misure cautelari è stato eseguito un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per la somma di 273mila euro verso quelli che sono ritenuti i promotori e gli organizzatori delle truffe. Gli accertamenti hanno permesso di far luce su un intero sistema criminale dove paiono coinvolte molti più individui di quelli attualmente raggiunti dai provvedimenti. Ben 267 persone, ciascuna con accuse precise, sono finite sotto indagine delle autorità.
I finti incidenti ricostruiti sarebbero 74 per un danno complessivo alle compagnie d’assicurazione di quasi 600mila euro. Gli indagati inoltre si servivano di una rete di esperti tra cui 17 medici, 3 avvocati e 2 titolari di studi di infortunistica stradale, con i rispettivi compiti. Due tra gli avvocati sono destinati alla misura degli arresti domiciliari mentre per i tecnici si va verso l’inibizione dall’esercizio della professione di consulente.
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