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The Sandman S01, la recensione: l’importanza del mondo dei sogni

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile su Netflix dal 5 agosto, “The Sandman” è una serie basata sull’omonima opera di Neil Gaiman. Nel cast troviamo Tom Sturridge, Boyd Holbrook, Jenna Coleman, Kirby Howell-Baptiste, Gwendoline Christie, Charles Dance, Patton Oswalt e David Thewlis. Lo show è ideato dallo stesso Neil Gaiman insieme a David S. Goyer e Allan Heinberg.

Basata sull’omonima serie a fumetti creata da Neil Gaiman, “The Sandman” prende vita in una serie da 10 episodi che adatta i primi due volumi dell’opera. Fantasy sin dal principio difficile da adattare, dopo anni Gaiman riesce a portarlo su schermo offrendo un prodotto molto fedele alla sua controparte cartacea. La difficoltà più grande dell’adattare “The Sandman” era il mostrare su schermo i vari personaggi e i regni degli Eterni. La serie Netflix riesce nel suo intento, offrendo allo spettatore non solo un semplice adattamento, ma uno dei suoi migliori prodotti mai realizzati.

Strappato dalla propria dimora

Morfeo/Sogno (Tom Sturridge) viene intrappolato per 100 anni da Roderick Burgess (Charles Dance), un umano appassionato di stregoneria che cercava di riportare in vita suo figlio. Una volta libero ai giorni nostri, Morfeo scopre che il suo regno, la Terra dei Sogni, è crollato a causa della sua assenza lunga un secolo. Per salvare il suo regno e non solo, Sogno inizierà un viaggio alla ricerca della Sabbia, del suo Elmo e del potentissimo Rubino che permette di realizzare ogni sogno. Questa avventura porterà Morfeo a riscoprire l’umanità, riavvicinarsi a parte della sua famiglia disfunzionale e a salvare il suo mondo e non solo da una grande e pericolosa minaccia.

Attraverso queste premesse, “The Sandman” adatta i primi due volumi di uno dei capolavori della storia del fumetto. Nonostante alcune differenze fatte a fini narrativi e alcuni gender swap che non intaccano il racconto, lo show di 10 episodi può essere diviso in due volumi, come le storie adattate per questa prima stagione. Non è solo la storia a essere fedele, perché il cast e le atmosfere portate su schermo, rispecchiano al meglio l’opera più amata e famosa di Neil Gaiman.

Una “divisione” che ti immerge nel racconto

Nel corso della visione della prima stagione di “The Sandman”, emerge una suddivisione in parti velata. I primi 5 episodi sono dedicati al recupero degli oggetti di proprietà di Morfeo, che gli permettono di mantenere il potere nelle Terra dei Sogni. A prevalere su tutto sin da subito è la grandissima interpretazione di Tom Sturridge nei panni dell’Uomo Sabbia. L’attore riesce a portare al meglio su schermo l’essenza del Re dei Sogni, attraverso un’interpretazione quasi teatrale, riuscendo a colpire sin da subito lo spettatore. Inoltre nel corso dei 10 episodi, Sturridge riesce a mostrare la crescita interiore del suo personaggio, rendendo la sua interpretazione di Morfeo ottima.

Questa “divisione” narrativa, per quanto possa dare l’impressione che effettivamente è così, offre allo spettatore un vasto numero di personaggi. Unico difetto evidente di questa prima stagione, è l’introduzione di vari personaggi vicini al protagonista o collegati alla sua storia. Non è l’essere introdotti la pecca o persino il loro background, ma è la loro presenza all’interno degli episodi che potrebbe portare ad alcuni spettatori confusione. Questo è dovuto anche alla portata ad ampio respiro del racconto, che riesce a funzionare al meglio collegando tutti i pezzi del proprio puzzle. Infatti grazie alle atmosfere, il tono tra il fiabesco e la realtà, lo spettatore viene immerso in un racconto epico e affascinante.

 

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Tornando ai primi 5 episodi della serie che compongono questa prima parte, la serie porta in scena un racconto interessante, intrigante e visivamente spettacolare, dove la figura e la missione di Morfeo vengono messi in dubbio dalle azioni di John Dee, interpretato da un grandissimo David Thewlis. Inoltre nell’episodio 4 è possibile vedere una fantastica sequenza con protagonisti Morfeo e Lucifero, interpretato per l’occasione da Gwendoline Christie. Gli episodi che vanno dal sesto al finale di stagione, coprono il secondo volume della serie a fumetti. Ad essere il centro del racconto è Rose Walker (Vanesu Samunyai). Purtroppo i 5 episodi restanti che raccontano la storia di Rose, per quanto chiudano il cerchio aperto con il primo episodio, sono molto più deboli e banali rispetto agli episodi precedenti.

I sogni sono importanti per gli umani

“The Sandman” mette in evidenza come il compito di Morfeo sia importantissimo. Infatti durante la sua assenza secolare, i problemi sono stati numerosi. Questo ha portato il Corinzio, portato su schermo da Boyd Holbrook, a portare avanti il suo piano di godersi il mondo degli umani commettendo atti criminali. Questo mette davanti al protagonista non solo la consapevolezza di prendere le proprie responsabilità, ma lo porta a riscoprire l’umanità. Questo arriva grazie alla giornata trascorsa con sua sorella Morte, che offre alcuni dei migliori dialoghi della serie, dove si riflette sul proprio ruolo e su quanto sia affascinante l’umanità.

 

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A far emergere questa importanza, è lo strano rapporto che Morfeo ha con un essere umano chiamato Hob Gadling. I fan del fumetto conoscono bene chi sia, ma non vi riveliamo nulla da non rovinarvi la sorpresa a riguardo. Attraverso la riscoperta dell’umanità, Sogno comprende che gli uomini hanno bisogno più che mai dei sogni e questo porterà dei nemici molto vicini a lui. Per quanto il personaggio del Corinzio sia affascinante, grazie alla performance di Holbrook, la sua natura da incubo non è altrettanto affascinante. Infine alcuni personaggi, come Desiderio, saranno cruciali per una potenziale seconda stagione.

L’importanza di un viaggio che spazia nel tempo e nei sogni

In “The Sandman”, la destinazione è importante, ma mai quanto il viaggio. Questo non viene solo affrontato da Morfeo, ma dallo stesso spettatore. “The Sandman” è un viaggio non solo in vari mondi o nel tempo, ma è un’ avventura interiore dove viene messa in evidenza la fallibilità delle divinità. Per quanto Morfeo si creda superiore all’umanità, anche lui prova dei sentimenti e soprattutto commette errori. Infatti il rapporto con Lucienne, riesce a mettere in evidenza al meglio tutto questo. La bibliotecaria della Terra dei Sogni, è una sorta di coscienza interiore per Morfeo, portando ad aprire gli occhi su determinate situazioni.

Ad accompagnare Morfeo nel suo lungo viaggio, è Matthew il corvo, doppiato in lingua originale da Patton Oswalt. Prima di essere uno dei corvi al servizio del mondo dei sogni, Matthew era un essere umano. Sarà proprio l’umanità del corvo a far pensare e a supportare in molti casi il Re dei Sogni. “The Sandman” è in primis la riscoperta di sé stessi attraverso un viaggio che porta alla salvezza del proprio mondo e di sé stessi. Ad accompagnare al meglio il lato narrativo ed emotivo della serie, ci pensa un’ottima regia e un lavoro di adattamento a dir poco impeccabile.

Sequenze spettacolari e un adattamento fedele

“The Sandman” non è un racconto fatto da sequenze action, ma ha dalla sua numerosi paesaggi e un world building intrigante e visivamente spettacolare. Tutta l’essenza dell’opera di Neil Gaiman non è trasmessa solo dai suoi personaggi. Infatti il riprendere alcune sequenze del fumetto e trasporle su schermo in modo fedele, portano solo valore aggiunto a un prodotto seriale che sicuramente rimarrà nella mente del pubblico. Questo soddisferà sicuramente i fan dell’opera dell’autore, qui anche in veste di showrunner insieme a David S. Goyer e Allan Heinberg, trovandosi davanti a uno dei migliori e più fedeli adattamenti di un fumetto su schermo, grande o piccolo che sia.

 

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La costruzione della Terra dei Sogni e dell’Inferno, mostra al meglio il budget investito dalla piattaforma per il progetto, anche se questo, in alcuni casi, vacilla con degli sfondi poco credibili. La regia e la fotografia dei 10 episodi è ottima, mostrando forse un calo nella seconda parte, complice anche la storyline più terrena. Inoltre “The Sandman” presenta un formato cinematografico e anche un elemento strano, ma spiegato di recente da Netflix a Variety. Nel corso della serie, è possibile notare come i protagonisti in determinati casi appaiono “schiacciati”. La risposta della piattaforma è stata che questa è una scelta stilistica per rendere meglio la dimensione dei sogni, anche nei momenti in cui siamo nel mondo reale. Una spiegazione discutibile, ma al netto di questo, il comparto tecnico della serie è ottimo e funzionale al suo racconto.

Considerazioni finali

“The Sandman” è uno dei migliori prodotti mai realizzati da Netflix. Fedele alla leggendaria opera di Neil Gaiman, qui in veste di showrunner, la serie in 10 episodi porta il fascino e l’epicità di un capolavoro della storia del fumetto. Con un grandissimo cast e una regia cinematografica, “The Sandman” si mostra come uno dei migliori adattamenti su schermo di un’opera cartacea. I personaggi, il viaggio del protagonista e l’affascinante world building costituiscono i pilastri di questo racconto che si evolverà al livello successivo con una seconda stagione. Se bisogna trovare un difetto all’intero prodotto, è la gestione di alcuni personaggi troppo rapida e introdotti giusto per un episodio, rendendo il tutto un pochino confusionario per chi cerca una serie di puro e semplice intrattenimento. In conclusione, “The Sandman” non delude i fan del fumetto, creando così un nuovo pubblico per un’opera ormai leggendaria.

Pro

  • L’intero cast della serie, su tutti Tom Sturridge con il suo Morfeo;
  • I temi affrontati all’interno della serie, fedeli alla controparte cartacea;
  • Il rispetto nella sua interezza di un’opera difficilissima da adattare;
  • La scrittura, la regia e la fotografia che si muovono all’unisono, consegnando al pubblico un prodotto di qualità.

Contro

  • L’introduzione rapida e inedita per un unico episodio di alcuni personaggi.

https://youtu.be/ieRKVFluEAE

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