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Terni, braccia e gambe amputate per un tumore: la diagnosi era errata

di Federico Minelli

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Ha dell’incredibile quanto successo a Terni. Una donna ha dovuto subire l’amputazione degli arti superiori ed inferiori a causa di conseguenze di alcune operazioni che le avrebbero dovuto asportare un tumore. Solo dopo l’epopea sanitaria, la donna ha scoperto che la diagnosi fatta su di lei era errata. Ora è pronta a chiedere i dovuti risarcimenti.

La storia sanitaria della malcapitata

Tutto parte nel 2014, quando la donna, allora 37enne, scopre di avere un tumore invasivo e maligno, che necessitava di un’operazione quanto prima. Va sotto i ferri a Roma, dove le vengono asportati ovaie, utero, 40 linfonodi e una vescica.

Gli esami istologici successivi all’operazione hanno però rivelato una brutta notizia: non c’era nessun tumore. Intanto la donna, nel corso di quattro anni, ha fatto dentro e fuori dagli ospedali, a causa delle complicazioni post-operatorie, come infezioni, febbre e dolori.

Ad ottobre 2017 è stata ricoverata per una peritonite acuta generalizzata, a causa della perforazione della vescica. È rimasta in coma un mese e mezzo, per poi essere trasferita a Cesena dove ha subito l’amputazione di gambe e braccia.

 

Un falso tumore da risarcire e un aiuto “olimpico”

Non finisce qui: la donna, chiedendo un risarcimento, ha deciso di portare in tribunale le strutture nelle quali è stata assistita. Si dovranno difendere il Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna. Una somma che sembra essere ingente, ma giustificata anche dal fatto che le protesi costano tanto e si deteriorano in fretta.

Intervistata da “Il Messaggero”, la donna ha spiegato cheNon è un capriccio la necessità di avere un risarcimento. Vivo ogni giorno con la paura che si possa rompere un pezzo, dovendo tornare sulla sedia a rotelle. So bene che non avrò mai più l’autonomia ma le protesi mi hanno restituito un minimo di dignità nella vita di tutti i giorni”.

La malcapitata ha però avuto la vicinanza di Bebe Vio, campionessa paraolimpica che l’ha aiutata nella scelta della protesi, l’ha anche incoraggiata: “Imparerai a spostarti da un posto all’altro e nelle valigie avrai solo protesi. Farai una vita che si avvicina il più possibile alla normalità”.

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