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Luddite Club, ecco i giovani che si liberano dagli smartphone

di Antonio Stiuso

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Una “rivoluzione” sempre più dilagante: giovani che rinunciano agli smartphone per ritrovare sé stessi. A Brooklyn un gruppo di adolescenti ha fondato il Luddite Club, un gruppo antisocial network che si incontra nei parchi per leggere, suonare la chitarra e fare una chiacchierata.

Una rivoluzione anti-smartphone

Al giorno d’oggi è davvero difficile fare a meno del proprio smartphone per un solo giorno, figuriamoci farne un vero e proprio credo. La nostra vita è sempre più condizionata da questi piccoli oggetti che stanno tranquillamente nelle nostre tasche, a portata di mano, e che ormai utilizziamo per qualsiasi cosa, una chiacchierata tra amici, per lavoro e perfino per ordinare la cena.

In un mondo orientato verso le trasgressioni più disparate, forse, l’unica vera trasgressione è quella di tornare ai valori e ai ritmi di un tempo, facendo a meno dei social network e degli smartphone. Questo è quello che ha deciso di fare un gruppo di ragazzi negli Stati Uniti, che ha rinunciato ai propri smartphone e profili social per ritrovare la vera socialità di un tempo.

 

iPhone (@Shutterstock)

Luddite Club

Secondo il New York Times, Logan Lane è la liceale di New York che ha fondato il Luddite Club per evadere dalla tossicità di internet. Il club si ispira a Ned Ludd, operaio inglese che nel 1799 distrusse il telaio meccanico che lo aveva schiavizzato, dando vita a un movimento che reagì con violenza all’introduzione delle macchine nell’industria. Ai giorni nostri, invece, con il termine Luddismo viene indicato il movimento portato avanti da chi rifiuta la tecnologia.

Per questi ragazzi, l’evasione dai social è una questione di salute mentale e a chiunque si iscriva al Luddite Club viene posta soltanto una condizione: tornare ai vecchi cellulari senza connessione a internet per dedicarsi ad una vera vita sociale. Questi ragazzi, infatti, si incontrano ogni domenica in un parco, per sedersi in cerchio a disegnare, leggere un libro, suonare la chitarra, o semplicemente fare una chiacchierata.

La storia di Logan

Logan ha avuto il suo primo smartphone a 11 anni e, dopo aver creato un profilo Instagram, ne è diventata dipendente. Ammirava le coetanee più popolari vestirsi bene ed avere i primi fidanzati, non sentendosi di conseguenza alla loro altezza. Una parte di sé voleva essere come loro, mentre l’altra si rifiutava; tutto fin quando non ha perso il cellulare.

Questa è stata la sua più grande liberazione e l’inizio della sua “disintossicazione” da Instagram. Ha subito realizzato che prima le sembrava di recitare e di non vivere la sua vita a pieno, soltanto per essere all’altezza degli altri profili social; così ha annunciato al padre, che lavora in ambito tecnologico, di voler abbandonare per sempre lo smartphone ed ha cancellato tutti i suoi profili.

Il primo incontro del Luddite Club

Ovviamente i genitori di Logan non credevano sarebbe durato, ma alla fine hanno dovuto insistere perché portasse con sé almeno un vecchio telefono per poter essere reperibile. “Ha sentito cambiare la chimica del cervello”, ha iniziato a cucirsi i pantaloni da sola e a leggere libri, finché non ha incontrato Jameson ad un concerto punk: la prima amica con la quale condivideva l’odio per i social e che aveva con sé un cellulare a conchiglia.

Le due ovviamente non si sono scambiate i numeri, ma si sono incontrate per caso in biblioteca. Da lì l’inizio di una nuova amicizia fatta di lunghe chiacchierate nel parco, dove si può dire che sia avvenuto il primo incontro del Luddite Club tra le due fondatrici. Da quell’incontro Logan non prova più l’ansia sociale che aveva prima e le sembra di aver trovato una parte nascosta di sé che con i social non sarebbe mai riuscita a trovare; forse, consapevoli di questo, dovremmo tutti provare ad essere meno dipendenti dai nostri smartphone e dai social network?

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