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Pavard, quando la natura chiama: sostituzione obbligata

di Redazione NCI

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Le sostituzioni, nel mondo del calcio, sono spesso e volentieri male accettate dai giocatori. I siparietti fra calciatore sostituito ed allenatore sono una costante. Insulti, calci alle bottigliette dell’acqua e gesti poco educati, dimostrazioni di attaccamento alla maglia e di tanta voglia di giocare. Almeno finché il corpo non ristabilisce le gerarchie.  È stato questo il caso di Benjamin Pavard, terzino destro del Bayern Monaco e della nazionale francese campione del mondo.

Il siparietto di Nagelsmann e Pavard

Durante l’ultima partita di Bundesliga, quella vinta dai bavaresi per 4 a 0 sul Wolfsburg, Pavard è stato sostituito all’85°. Tutto normale, se non fosse che in quel momento il francese non era nemmeno in campo. Come raccontato dall’allenatore Julian Nagelsmann in conferenza stampa, Pavard qualche minuto prima del cambio si era avvicinato e gli aveva detto in francese che aveva bisogno di andare in bagno. Dopo una ventina di secondi e qualche passaggio, il terzino è corso negli spogliatoi. Di certo, la partita contro il suo intestino doveva essere più impegnativa di quella contro il Wolfsburg, visto quanto ci ha impiegato a completare l’opera.

Nagelsmann, non vedendo il francese tornare, ha modificato la sostituzione in corso, facendo uscire Pavard e tenendo in campo il giovane Musiala, che ha servito l’assist per il 4 a 0 firmato da Lewandowski qualche minuto dopo. Al suo ritorno sul terreno da gioco, Pavard è stato avvertito e si è seduto in panchina.

I precedenti

Pavard non è stato il primo a cedere ai fisiologici bisogni del corpo durante una partita. Un caso famoso è quello di Gianluca Vialli, che ai tempi della Sampdoria chiese qualche minuto all’arbitro durante la finale di coppa Italia del 1988 contro il Torino per andare in bagno.

Alen Boksic della Lazio lasciò per 7 minuti i biancocelesti in inferiorità numerica durante un quarto di finale di Coppa Uefa per cedere al dolce richiamo del gabinetto.  Insomma, la posta in palio non è mai abbastanza alta quando c’è da liberarsi.

Sergio Ramos è l’ultimo caso in ordine cronologico, quando nel 2019 abbandonò il campo in un Eibar-Real Madrid fermo sull’1 a 1. I Blancos avevano appena esaurito i cambi e l’unico modo che il capitano aveva per continuare a giocare era correre negli spogliatoi a fare quello che doveva essere fatto. Ramos rientrò poi al termine dell’ardua impresa e il Real vinse anche la gara per 2 a 1 con la doppietta di Cristiano Ronaldo.

pavard

Lineker ad Italia ’90

C’è anche, però, chi al bagno non ci va e si arrangia da solo. I casi più eclatanti (e divertenti) sono stati quelli di Pippo Inzaghi nel 2007 e di Mario Götze in Champions League. Fare finta di allacciarsi le scarpe per urinare direttamente a bordocampo non è stata la migliore giocata dei due, considerando che le telecamere non si sono fatte ingannare.

Il premio alla migliore giocata (o peggiore, dipende) va però a Gary Lineker, storico attaccante inglese che ai mondiali del 1990 in Italia non fece in tempo ad arrivare in bagno e defecò direttamente in campo, per poi essere sostituito.

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di Alessandro Colepio

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