fbpx Mike, la recensione: diventare qualcuno
Cinema & Serie TV

Mike, la recensione: diventare qualcuno

di Filippo D'Agostino

Condividi con chi vuoi

Disponibile su Disney+ Italia da giovedì 8 settembre, Mike è una miniserie televisiva creata da Steven Rogers (Tonya). Nel cast troviamo: Trevante Rhodes, Harvey Keitel, Laura Harrier, Russell Hornsby, Grace Zabriskie e Olunike Adeliyi. Nel lato tecnico troviamo grandi nomi di Hollywood, come ad esempio Margot Robbie.

Lo show ha fatto il suo debutto prima negli Stati Uniti nel mese di agosto, mentre in Italia i primi episodi sono arrivati durante il Disney+ Day. Fortunatamente per il pubblico italiano la serie si è rimessa in pari con gli ultimi due episodi.

Non un buon inizio

Lo show ha fatto il suo debutto non nel migliore dei modi, infatti, è stato proprio Mike Tyson a criticare il prodotto. Iron Mike ha incolpato la società di produzione “Hulu“, poiché il prodotto non era stato autorizzato e lui, inoltre, non ha ricevuto nessun compenso:

“La serie è strutturata in modo esasperante intorno al Mike Tyson: Undisputed che ha fatto tappa a Las Vegas, Broadway, in 36 città ed è andato in onda sulla HBO nel 2013. Un conto è usare un espediente per inquadrare il film che inevitabilmente farà sì che il tuo dramma sulla boxe, che in realtà parla di mascolinità tossica, venga paragonato a Toro Scatenato. Ma per una versione non autorizzata della storia di una persona, questo è un promemoria per gli spettatori che esiste una versione autorizzata precedente – e un riconoscimento involontario del fatto che “Sì, non siamo andati più in profondità di qualcosa che era già ampiamente disponibile”.

 

Mike Tyson (@Shutterstock)

 

Mike: quando uno show vale più di mille parole

La serie tv si apre con il Tyson del presente pronto a presentare un suo spettacolo a Broadway che parla della sua vita. I primi due episodi presentano l’ascesa di Mike nel mondo del pugilato. Veniamo a conoscenza della difficile giovane vita di Iron Mike: dai rapporti complicati con la madre, dalla vita di strada costellata di rapine fino a una importante conoscenza che cambierà la vita al giovane Mike.

Infatti, durante il suo periodo al riformatorio, viene notato da Cus D’Amato, un ormai anziano osservatore e allenatore quasi sul lastrico, che aiuta un giovane Mike tredicenne a entrare nel mondo professionistico della boxe. Gli episodi successivi sono dedicati alla “bella vita” di Mike; dal suo innamoramento per Robin Givens, al suo incontro con il suo futuro manager Don King, fino all’accusa di stupro e la fine della carriera.

Non è solo una serie tv di Boxe!

Se a molti questa potesse sembrare una serie tv che parlava solamente della vita di Mike nel mondo del pugilato vi sbagliate. Anche se lo stesso Tyson non ha potuto contribuire alla sceneggiatura, lo show presenta molti aspetti ben raccontati della vita di Tyson fuori dal ring. Da quelli magari più conosciuti agli occhi dei fan, fino a diversi punti molto nascosti e privati.

Tanti possono essere i punti apprezzati agli occhi dei fan; forse, quello meno noto è sicuramente lo sfruttamento che il pugile ha avuto alle sue spalle. Lo show dipinge i successivi allenatori e manager di Mike come degli sciacalli. L’unico a non esserlo è Cus, l’importante personaggio già sopracitato che ha portato Mike in alte vette. Quest’ultimo è interpretato dal grande Harvey Keitel (Pulp Fiction), che riesce a regalare una grande performance. L’unico aspetto considerabile negativo è sicuramente il pochissimo screen time: la serie gode di otto episodi, ma di una durata molto breve.

 

Mike

Un Mike non troppo Mike

Sicuramente uno dei tratti dello show più criticati online è il protagonista. Un attore non molto simile all’attuale Tyson forse un po’ troppo sottovalutato agli occhi dello spettatore. Trevante Rhodes riesce a portare un’acuta interpretazione, sia dal punto di vista della presenza psicologica che fisica. L’Italia vanta sempre un ottimo doppiaggio ma forse l’unico punto negativo è proprio l’assenza di uno dei tratti distintivi della pronuncia di Tyson, il sigmatismo.

Continuando a parlare di ottime interpretazioni sicuramente una nota di merito va alla bravissima Laura Harrier. Con il suo personaggio riesce a rendere egregiamente uno dei peggiori momenti della vita di Mike, cioè l’incontro con Robin Givens.

Un sublime lato tecnico

Se il cast riesce a dare allo spettatore una perfetta interpretazione, il lato tecnico non pecca sicuramente. Le scene ambientate a cavallo degli anni ’80 hanno un’ottima fotografia e un background costruito alla perfezione. Sicuramente un’altra piccolezza, ma apprezzabile, è il cambio formato. Infatti, tra le scene ambientate nel presente e quelle con un giovane Tyson vengono portati allo spettatore i formati presenti in quegli anni.

 

Mike

Lo show viene raccontato dal Tyson dello spettacolo di Broadway; e quindi allo spettatore viene subito suggerito che, ovviamente, vi sarà una rottura della quarta parete.
Anche se spesso a chi guarda questo elemento potrebbe andare a genio, in questo caso non è così. La rottura viene usata in maniera eccessiva e, in un episodio di circa 30 minuti, vedere un’interazione con lo spettatore ripetuta più e più volte sicuramente stanca. Fortunatamente, verso gli ultimi quattro episodi questa scelta troppo azzardata viene alleggerita e usata pochissimo per dare spazio ai personaggi.

Considerazioni finali

Grazie a Disney+, Hulu continua in quest’ultimo periodo a sfornare degli ottimi prodotti basati sui biopic. Un altro esempio è sicuramente Pam e Tommy (di seguito vi rilasciamo la nostra recensione), show che come Mike non era stato approvato dai veri personaggi realmente esistiti. Lo show presenta elementi molto importanti della vita di Mike, accompagnati da ottime interpretazioni dei personaggi e da un buon lato tecnico. Grazie a questi elementi, può sicuramente convincere anche spettatori con delle pretese piuttosto alte. Serie tv che sicuramente vi  consigliamo, a differenza dello stesso Tyson.

 

Mike

Pro

  • Magnifica interpretazione del cast: da Trevante Rhodes a Laura Harrier, fino a un bravissimo Harvey Keitel;
  • Ottimo lato tecnico;

Contro

  • Rottura della quarta parete utilizzata troppe volte;

Per altre recensioni e restare sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo, continua a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma. Ecco a voi alcune delle nostre recensioni:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi