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Attualità

“Giocava” con i pazienti e a volte gli salvava la vita, la storia di un serial killer tedesco

di Gabriele Nostro

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Un racconto agghiacciante

La testimonianza più vivida e attuale dei suoi atti ci è fornita da Matthias Corssen un suo “vecchio amico”. Della sua deposizione rimane scioccante una considerazione: l’uomo che Matthias reputava essere il suo salvatore, si è rivelata la stessa persona che ha voluto ucciderlo.

Il 21 giugno 2004, all’età di 29 anni, Corssen ha subìto un incidente che ha sconvolto la sua esistenza. Poco prima delle nove di sera, la sua auto è stata violentemente colpita da un camion a Ganderkesee, in Bassa Sassonia. Dalla visita immediata del medico, emersero poche criticità, e dalla cartella clinica redatta ricevette un esito piuttosto positivo: “sopracciglio sinistro lacerato”. Poteva andargli decisamente peggio insomma. Se non fosse per quanto avvenuto successivamente.

La reazione del suo corpo in seguito alla collisione non aveva fatto presagire a nulla di anomalo o preoccupante. Pochi minuti dopo l’accaduto, però, mentre parlava con un soccorritore, Corssen è svenuto, andando incontro a un arresto cardiaco; e a salvarlo dalla morte, così pensava, era stato il suo “amico” infermiere Niels Högel.

 

Ospedale

Ospedale (@Shutterstock)

Una nuova vita

Ciononostante, da quel momento in poi, la vita del sopravvissuto Matthias è cambiata radicalmente. Il settimanale Zeit ha refertato:

“Deve mettersi in malattia per quasi un anno. Ha disturbi motori. Ha molti problemi. Il suo braccio destro non gli obbedisce. Anche le brevi letture dei giornali consumano tutta la sua concentrazione. Corssen lascia l’attività di paramedico, dice addio alla sua squadra di calcio e si ricovera in riabilitazione. All’epoca è scapolo, compie 30 anni, va in depressione, distrugge il suo appartamento e nel frattempo scompare in un reparto psichiatrico chiuso”.

Nel frattempo, si mette nei guai anche Niels Högel, che viene accusato di aver causato la morte di un malato di cancro, ricoverato nell’ospedale di cui è dipendente. L’imputazione, gravosa e veritiera, segue l’ipotesi che Högel avesse iniettato illegalmente un farmaco per il cuore nel corpo del malato.

Corssen, considerando falsa l’incriminazione, sceglie, anche per gratitudine, di ospitarlo. La convivenza tra i due non è però civile: Högel si dimostra barbaro e maleducato, non fa altro che bere e lamentarsi. Dopo qualche giorno, viene sbattuto fuori dal padrone di casa e ricondotto dai genitori. Si scoprirà solo più tardi la verità circa il malessere di Corssen, quando sui media tedeschi compariranno le notizie complete concernenti il caso Niels Högel. Quello che pensava fosse il suo salvatore, era in realtà la causa delle sue malsane condizioni, colui che aveva attentato alla sua stessa vita.

L’uomo è in prigione dal 2019 e dovrà scontare un totale di 1275 anni di prigionia.

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