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Chat GPT: ecco cos’è il nuovo chatbot sviluppato da Open AI

di lorenzo.viberti

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Open AI, organizzazione non profit fondata a San Francisco nel 2015 con l’intento di sviluppare intelligenze artificiali “buone”, ha reso disponibile online Chat GPT. Questo strumento è stato rilasciato il 30 novembre 2022 ed è utilizzabile gratuitamente nella sua versione Beta; ma cosa offre nello specifico questo servizio? Andiamo quindi a scoprire di più sul chat bot gestito da una delle più sofisticate AI esistenti…

Cosa è in grado di fare Chat GPT?

Il chatbot ha già diviso l’utenza in diverse categorie; c’è chi lo ha provato, chi lo utilizza regolarmente, chi lo esplora e chi ne abusa. La molteplicità di funzioni a Chat GPT permette al programma di essere estremamente versatile e adattabile in contesti diversi, che vanno dalla scuola al lavoro, passando anche per il tempo libero. Esso infatti può essere sfruttato per la creazione di bot minori con precise funzioni; gestire un servizio clienti o vendite e generare automaticamente risposte, tradurre testi e fare sintesi vocali di contenuti scritti, riassumere, generare o completare testi. Si può perfino fare un’analisi dei sentimenti tramite un testo o creare contenuti utili per un profilo social e così via.

Il sistema di Machine Learning integrato permette al sistema di continuare a combinare informazioni in maniera sempre più dettagliata, migliorandosi con l’utilizzo. La gratuità (temporanea) del sistema non deve infatti ingannarci, in quanto c’è comunque un tornaconto per gli sviluppatori; un sistema così tanto complesso, per raggiungere un adeguato livello di testing, soluzione bug e miglioramento richiede tantissime ore di utilizzo per svariate mansioni. Si può quindi considerare ogni utente che utilizza Chat GPT come un beta tester e contributore, anche se in minima parte, allo sviluppo e miglioramento del sistema.

Reazioni, critiche e pareri di chi lo ha provato

Rispetto alle precedenti generazioni e modelli di AI, Chat GPT è in grado di fornire risposte più sicure, lunghe e pertinenti al contesto. Il feedback di chi ha provato a interagire con il programma si divide tra chi ne apprezza le potenzialità di generazione testi e di imitazione, e chi teme le conseguenze politiche, economiche, accademiche e culturali apportate da questo chatbot. Difatti, se questo fosse considerato effettivamente affidabile dalle persone e generasse commenti e “pensieri” automatici sugli avvenimenti del mondo circostante, potrebbe essere in grado di polarizzare parte dell’opinione pubblica con la rigida logica da cui è gestito; tutto questo, unito al linguaggio persuasivo con cui sarebbe in grado di esprimerlo e con l’autorevolezza e il prestigio acquisiti, potrebbe sfociare nella fine del pensiero critico.

Dal punto di vista artistico troviamo invece chi con sistemi di intelligenza artificiale ci vorrà scrivere un libro, seguendo le orme di Rocco Tanica e i meno entusiasti come Nick Cave, che ha liquidato l’intelligenza artificiale con non poco disappunto. Di recente infatti, il musicista e compositore ha rilasciato alcune dichiarazioni non lusinghiere all’indirizzo dell’AI in seguito alla domanda di un fan; quest’ultimo ha chiesto a Chat GPT di scrivere una canzone come fosse Nick Cave, e ha poi richiesto l’opinione a riguardo dell’artista. Cave ha risposto affermando di trovarsi di fronte a una grottesca presa in giro dell’essere umano; parole che avrebbe utilizzato chi si trova di fronte a una distopia, secondo lui “l’orrore emergente dell’intelligenza artificiale” [ANSA].

Le potenzialità del sistema hanno comunque attirato l’interesse di Microsoft, che secondo quanto riportato da SkyTG24 sarebbe intenzionata a investire 10 miliardi di dollari per il 49% di OpenAI, in aggiunta al miliardo già investito in precedenza…

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