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65: Fuga dalla Terra, la recensione: un pianeta ostile e familiare

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 27 aprile, “65: Fuga dalla Terra” è un film scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods. Il cast della pellicola è formato da Adam Driver, Ariana Greenblatt e Chloe Coleman.

Gli autori della pellicola di successo “A Quiet Place” Scott Beck e Bryan Woods, tornano dietro la macchina da presa con “65: Fuga dalla Terra”. Lo sci-fi che vede protagonista Adam Driver e alla produzione Sam Raimi, porta su schermo una combinazione di vari elementi a dir poco interessante. Se l’idea di base è intrigante e ricorda un certo modo di raccontare la fantascienza, purtroppo l’esecuzione pecca in determinati punti. Nonostante questo, lo sci-fi con i dinosauri di Beck e Woods riesce ad intrattenere il pubblico.

Fuga dalla Terra

Mills (Adam Driver) è il pilota di una spedizione spaziale che si occupa di trasporto civili. L’impatto con dei meteoriti porterà Mills a fare un atterraggio d’emergenza su un pianeta sconosciuto. Una volta atterrato, il pilota scoprirà che tutti i passeggeri sono deceduti, tranne una ragazza di nome Koa (Ariana Greenblatt). I due inizieranno un viaggio per la sopravvivenza in quella che sembra essere la Terra 65 milioni di anni fa, per la precisione durante il periodo Cretaceo. Sin dalle prime immagini, “65: Fuga dalla Terra” aveva attirato il pubblico per il suo concept interessante. Tecnologia e una Terra abitata ancora dai dinosauri, sono la base della pellicola scritta e diretta da Scott Beck e Bryan Woods.

Nonostante questo, il mistero dietro questo pianeta Terra cretaceo viene rovinato sin da subito. I primi minuti della pellicola risolvono subito il mistero dietro la campagna marketing della pellicola, rendendo così di fatto “65: Fuga dalla Terra” un film di puro intrattenimento con alcuni problemi. Adam Driver riesce a tenere in piedi la pellicola insieme alla giovane Ariana Greenblatt, che i fan del MCU ricorderanno come la piccola Gamora nei flashback di “Avengers: Infinity War”, ma a peccare è proprio la scrittura dei loro personaggi e di tutto quello che è il mondo narrativo intorno a loro.

Quando l’intrattenimento va oltre il mistero

Come abbiamo menzionato in precedenza, “65: Fuga dalla Terra” demolisce nel vero senso della parola, tutto l’alone di mistero dietro la storia della pellicola nei primissimi minuti. La verità dietro il pianeta Terra viene rivelata sin da subito, stravolgendo quello che è un modo di raccontare la fantascienza. Quando si studia il genere della fantascienza a scuola, quasi tutti noi abbiamo potuto leggere storie di autori come Asimov e Bradbury. La forza delle loro storie era il creare un qualcosa di fantascientifico e applicarlo al mondo reale attraverso colpi di scena, stravolgimenti delle parti e una sottile critica diretta alla società. Questo preambolo inerente al modo di raccontare un genere attraverso due dei più grandi scrittori della narrativa sci-fi è utile per farvi comprendere quella che è la più grande pecca della sceneggiatura di Scott Beck e Bryan Woods.

 

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“65: Fuga dalla Terra” eliminando sin da subito il fattore sorpresa, prende una deriva survival che combina “Revenant” a “Jurassic Park”. Al posto dell’oramai iconico orso affrontato da Leonardo DiCaprio, troviamo dinosauri di qualsiasi grandezza. Per quanto la tensione nei momenti più concitati funzioni, complice anche le performance dei due attori protagonisti, la totale assenza di mistero rende la storia molto semplice e di puro intrattenimento. Ma nonostante la breve durata e le intenzioni da popcorn movie siano rispettate, a soffrire la scrittura “semplice” sono i due protagonisti che portano persino ad un cambio di tono della pellicola improvviso e quasi senza contesto.

Un tono della storia altalenante 

“65: Fuga dalla Terra” è uno sci-fi con elementi survival. Ed è proprio il survival a funzionare nel corso dell’ora e mezza di durata. Ma nonostante la tensione generata dalla sopravvivenza in quello che è un mondo sconosciuto e spietato, la pellicola presenta alcuni cambi di tono gestiti non al meglio. La pellicola in alcuni momenti cerca di essere divertente, non funzionando ed estraniando lo spettatore da quello che sta guardando. Inoltre quando siamo davanti ad alcuni momenti più drammatici, la pellicola non riesce a far empatizzare lo spettatore con i due protagonisti. Questo non risiede su quella che è la “simpatia” che generano il pilota e la ragazza agli occhi del pubblico, ma alla scrittura dei loro personaggi.

Eccessivamente semplici nella rappresentazione, le performance di Adam Driver e Ariana Greenblatt non riescono a scavalcare i background creati per i loro personaggi. Nonostante Koa parli una lingua differente, rendendo di fatto difficile la comunicazione tra la ragazza e Mills, la pellicola non offre di più sotto questo punto di vista e anzi accentua ancora di più il tono da popcorn movie menzionato in precedenza. A colmare in parte questi problemi che banalizzano “65: Fuga dalla Terra”, troviamo un comparto tecnico abbastanza valido.

I dinosauri riprendono vita

“65: Fuga dalla Terra” vede Beck e Woods per la prima volta dirigere una pellicola a medio/alto budget. Questo è evidente sin da subito con i valori messi in campo per la scenografia e VFX utilizzati. I dinosauri, visti tantissimo al cinema e diventati iconici grazie a “Jurassic Park”, sono i terzi protagonisti della pellicola. Il film ci mostra vari dinosauri, fino a trovare il più celebre di tutti: il T-Rex. La resa visiva dei dinosauri è davvero ottima e funziona al meglio su schermo. Anche l’azione e la tensione sono complessivamente valide, al netto di alcune incertezze in fase di montaggio e di regia delle sequenze più concitate. A spiccare nel corso della pellicola è anche la contrapposizione tra tecnologia e passato, che il protagonista cerca di sfruttare al meglio per poter sopravvivere.

 

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L’uso delle tecnologia futuristiche presenti nel film per contrastare i dinosauri, sono ben bilanciate e funzionano molto bene su schermo. Elemento di valore all’interno della pellicola, forse grazie anche alla presenza di Sam Raimi in produzione, è la colonna sonora realizzata da Danny Elfman. Collaboratore di lunga data del regista della trilogia di “Spider-Man” e “La Casa”, il compositore musicale regala una colonna sonora molto valida che accompagna al meglio la lotta per la sopravvivenza di Mills e Koa. Infine anche la fotografia di Salvatore Totino contribuisce ad offrire delle immagini visivamente valide, rendendo la pellicola da un punto di vista visivo molto valida.

Considerazioni finali

“65: Fuga dalla Terra” è un popcorn movie allo stato puro. Con un minutaggio non elevato, la pellicola racconta una storia di puro intrattenimento. Le criticità più grandi del film diretto da Scott Beck e Bryan Woods sono presenti all’interno della loro sceneggiatura. Eliminando l’effetto sorpresa che caratterizza parte della storia della narrativa fantascientifica e presentando dei personaggi fin troppo semplici nella loro costruzione, il film perde completamente il fascino creato dalla campagna marketing. Nonostante questo, il lavoro dietro la macchina da presa è complessivamente svolto egregiamente. Una buona regia, al netto di alcune imperfezioni nei momenti concitati (il montaggio non aiuta), una fotografia valida e la colonna sonora di Danny Elfman rendono “65: Fuga dalla Terra” un film di intrattenimento allo stato puro, vanificando le buone intenzioni mostrate con i trailer sin dai primi minuti della pellicola.

Pro

  • Le interpretazioni di Adam Driver e Ariana Greenblatt;
  • La regia di Scott Wood e Bryan Beck;
  • La fotografia di Salvatore Totino, le musiche di Danny Elfman e i VFX.

Contro

  • Il distaccarsi completamente da un modo di raccontare il genere sin dai primi minuti;
  • La scrittura dei personaggi, fin troppo semplice e quasi anonima;
  • Alcuni momenti concitati non brillano da un punto di vista registico e di montaggio.

 

 

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