Attualità

Ucraina, paura per una possibile “bomba sporca”. Ma cos’è e che danni può fare?

Il conflitto tra Russia e Ucraina nelle ultime ore si sta caratterizzando da voci sempre più insistenti riguardo la possibile entrata in scena delle “bombe sporche”. Ma cosa sono esattamente? E perché destano tanta preoccupazione? Vediamo di fare chiarezza a riguardo e soprattutto su quali possano essere le conseguenze di un loro possibile utilizzo.

Prima però è corretto contestualizzare lo scenario che si sta delineando riguardo le minacce e le accuse che arrivano dai due fronti. Il ministro della difesa russo Serghei Shoigu ha accusato l’Ucraina di star preparando un attacco con l’utilizzo di una “bomba sporca”. Lo scopo di tale mossa sarebbe poi quello di incolpare Mosca. Immediata la risposta di Kiev e dei paesi occidentali che hanno respinto queste accuse definendo impossibile un attacco ucraino sul proprio territorio, come si legge in una nota congiunta di Stati Uniti, Francia e Regno Unito. A tal proposito il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato: “Se la Russia chiama e dice che l’Ucraina sta preparando qualcosa, significa solo una cosa: che la Russia l’ha già preparata”.

In questo clima di accuse, la preoccupazione principale per la popolazione è ovviamente il possibile utilizzo reale di questo tipo di armi. Ma che cosa sono realmente?

Bombe sporche: cosa sono? Quanto facilmente si possono produrre?

Secondo un’analisi eseguita dall’Ufficio federale della protezione della popolazione (Ufpp) della Svizzera, costruire questo tipo di ordigni non è particolarmente complicato. La difficoltà nel creare una “bomba sporca” (in inglese sono chiamate “dirty bomb”) non è tanto più alta di quella che ci vuole per realizzare una bomba tradizionale.

La particolarità di questo tipo di arma è che, oltre al materiale esplosivo classico come ad esempio la dinamite, si trova al suo interno anche del materiale radioattivo. Se uno dei due fronti del conflitto dovesse dunque entrare in possesso di questo materiale radioattivo non dovrebbe avere grandi problemi alla creazione di una “bomba sporca”. Gli elementi che solitamente vengono utilizzati per questo genere di bombe sono Uranio-235, Iridio-192, Plutonio-239, o Radio-226.

Non si tratta dunque di un’arma dagli effetti simili ad una bomba nucleare perché non si scatena una vera reazione nucleare. Mancano infatti alcune componenti chiave come il lampo di calore, l’onda d’urto e le radiazioni. Tuttavia è anche molto più pericolosa e dannosa rispetto ad una carica esplosiva comune.

 

Putin (@Shutterstock)

Gli effetti che possono avere le “bombe sporche” nel conflitto tra Ucraina e Russia

Ma quali possono essere dunque gli effetti sulla popolazione che potrebbe essere vittima di un eventuale attacco? Sul sito del Ministero della Difesa italiano è stato pubblicato uno studio eseguito da Stefano Felician. In questo documento si legge: “La bomba sporca ha come fine quello di interdire un area, più o meno vasta, cospargendola di materiale radioattivo. Ciò, come ovvio, comporterebbe l’immediata evacuazione dell’area”.

Se davvero venisse utilizzato questo tipo di ordigno significa che l’obiettivo potrebbe essere quello di creare dissensi, oltre che ovviamente disagio e morte, nella popolazione. Proprio per questa ragione sembra difficilmente percorribile la teoria esposta dal ministro della difesa russo. Non sembra infatti essere sensato l’utilizzo di questo ordigno da parte dell’Ucraina sul proprio territorio solo per poter poi muovere un’accusa al Cremlino.

Inoltre, un impiego di una “bomba sporca” avrebbe altre conseguenze sul territorio. Uno degli effetti principali è sicuramente quello della contaminazione dell’area colpita. Questo si traduce in un costo di bonifica per lo Stato che subisce l’attacco. La gravità della contaminazione del territorio può, infine, dipendere da vati fattori come le dimensioni dell’esplosivo e la quantità di materiale radioattivo al suo interno. Anche le condizioni meteorologiche possono inficiare parecchio sugli effetti di propagazione della contaminazione.

L’utilizzo di tali ordigni però potrebbe avere conseguenze a livello mondiale, con un’escalation ben peggiore di quanto visto sinora.

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Federico De Milano

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