fbpx Turchia, predicatore televisivo condannato a oltre 8000 anni di carcere!
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Turchia, predicatore televisivo condannato a oltre 8000 anni di carcere!

di Gianmichele Trotta

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Dopo 4 anni dall’arresto, Adnan Oktar ha ricevuto la sua condanna. 8658 anni di carcere per il predicatore televisivo, descritto dai media come il leader di una setta. Da anni recitava i suoi sermoni attraverso un’emittente televisiva. Nella trasmissione si faceva vedere con donne perlopiù svestite che chiamava le sue “gattine”.

La condanna al predicatore

A distanza di circa 4 anni dall’arresto insieme ai suoi seguaci nel 2018, la settimana scorsa il 66enne ha ricevuto la condanna. Come riporta BBC, l’uomo si sarebbe aggiudicato 8658 anni di carcere per violenza sessuale e abusi su minori.

Adnan Oktar è un predicatore, celebre per le sue posizioni contro l’evoluzionismo ed aver pubblicato un libro molto discusso sul creazionismo. Inoltre, ha guadagnato un certo grado di notorietà sia in Turchia che all’estero grazie ai suoi numerosi arresti e per il ricovero in un’unità psichiatrica.

Nel 2018, il predicatore era stato condannato ad una pena di 1075 anni. Successivamente una corte d’appello ha ordinato un nuovo processo in cui si coinvolgevano 215 imputati. Il Tribunale di Istanbul ha condannato dieci di loro alla stessa pena di Oktar, pari a 8658 anni, mentre altri hanno ricevuto pene più brevi.

Le accuse

Quando Oktar e centinaia dei suoi discepoli sono stati arrestati nel 2018, il predicatore televisivo era stato accusato per gestione di un’organizzazione criminale, reati fiscali, abusi sessuali e violazione delle severe leggi antiterrorismo del Paese. In quell’occasione, l’uomo si sarebbe giustificato, dicendo che quelle contro di lui erano solo “bugie”. Inoltre, accusò il cosiddetto “stato profondo” britannico di aver ordinato il suo arresto.

Nel 2021 fu condannato per 10 accuse separate; tra queste spiccano la guida di una banda criminale, abusi sessuali su minori, stupro, ricatto, tortura e spionaggio politico e militare. L’uomo, infatti, è accusato anche di presunti legami con il religioso in esilio Fethullah Gulen. Quest’ultimo tentò un colpo di stato militare in Turchia nel 2016 uccidendo 251 persone e ferendone più di 2000.

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