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Superlega, sì o no? Quali sono i lati positivi e negativi del progetto

di Ettore Guerriero

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Nonostante sia passato più di un anno dall’annuncio della nascita della Superlega, progetto poi chiuso dopo pochi giorni, non sembra che la faccenda sia finita qua. Sono state numerose, infatti, le dichiarazioni da parte di presidenti e non solo, sia a favore sia contro la realizzazione dell’idea.

Ma l’eventuale nascita della Superlega porterebbe con sé vantaggi e svantaggi per il mondo del calcio: analizziamo, quindi, quali sono i lati positivi e quelli negativi a seguito di un’ipotetica creazione di una nuova massima competizione europea.

Superlega: ecco perché potrebbe essere un bene

Innanzitutto bisogna spiegare brevemente di cosa si tratta. La Superlega era una vera e propria competizione calcistica infrasettimanale, costituita da dodici dei più prestigiosi club al mondo. A questi se ne sarebbero aggiunti altri otto, per dar vita ad un vero e proprio torneo che avrebbe rappresentato l’alternativa alla Champions League.

L’obbiettivo principale della Superlega era quello di risanare i conti del calcio, che ha complessivamente un bilancio in rosso di 5 miliardi di euro. Inoltre, sarebbe certamente aumentato il numero di partite spettacolari, che avrebbero maggiormente coinvolto i giovani, con lo scopo di riavvicinarli al mondo del calcio. Ogni club partecipante alla competizione avrebbe ottenuto 500 milioni di euro all’anno, utili per risanare il bilancio, e avrebbe giocato almeno 18 partite europee, anziché le nove garantite dal nuovo format della Champions League.

A sostegno del progetto, Andrea Agnelli ha affermato al “Business of Football Summit” di marzo che c’è ancora bisogno della Superlega come una vera e propria riforma:

La Superlega non è fallita. Ritengo che il calcio in Europa abbia un disperato bisogno di riforme, l’UEFA sapeva che come presidente della Juventus stavo lavorando a qualcosa di diverso. Il progetto è un lavoro collettivo di 12 squadre che hanno firmato un contratto di 120 pagine, che resta vincolante per 11 di quei club. Il compromesso non è più una scelta, abbiamo bisogno di cambiamenti più profondi”.

Juventus

Andrea Agnelli (@Shutterstock)

Ma quali sono gli aspetti negativi del progetto?

In primis, il format inziale della Superlega aveva senz’altro fatto discutere. Delle venti squadre partecipanti, quindici sarebbero state fisse e solo cinque assegnate per merito sportivo. Di conseguenza, le squadre fisse, definite come “club fondatori”, non sarebbero potute retrocedere. Questo metodo sarebbe chiaramente andato contro il concetto di meritocrazia nel calcio, uccidendo il lato romantico di questo sport. Quel lato che ci ha fatto sognare quando il Leicester City ha vinto la Premier League, e quando l’Atalanta ha lottato fino alla fine per raggiungere la semifinale di Champions League.

A sostegno di questa idea si sono espressi molti dei presidenti di club calcistici, ma non solo. L’ultimo ad affrontare l’argomento è stato il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi durante un’intervista a Le Parisien:

“Rispetto i grandi club. Il Real ha meritato la Champions: l’hanno festeggiata per giorni e poi vogliono ucciderla. A me piace vedere l’Ajax in semifinale, il Tottenham in finale. Ricordo con emozione le prime uscite in Europa del mio PSG, a Salisburgo con i tifosi a petto nudo al gelo. È l’anima del calcio. È ingiusto negarla con una lega chiusa. Non lasceremo che accada”.

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