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Gaming

Starfield: concedeteci un po’ di paura

di Marco Bilato

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Cosa sta facendo Bethesda per far “emergere” Starfield?

Punti di Forza:

  • Gameplay: Il gioco, anche con nette somiglianze nello shooting, non sembra essere un semplice “Fallout nello spazio” ma si è da subito mostrato con un gameplay estremamente vario. Si passa dall’analizzare pianeti e specie di alieni al costruire navi ed esplorare le galassie. Anche il lato rpg sembra avere una sua fetta di palcoscenico con il classico setup a categorie. Le nostre abilità saranno divise in Fisico, Carisma, Combattimento, Scienza, Tecnologia lasciando ben immaginare le numerose perk, build, armi e abilità che ne conseguiranno.
  • Crafting ampliato: L’idea di introdurre il crafting in Fallout 4 si è rivelata più che vincente. Poteva essere tranquillamente trascurata da coloro a cui non interessava ma si rivelava estremamente soddisfacente per chi prendeva dimestichezza. In Starfield oltre al vecchio sistema di costruzione di accampamenti e oggetti, riportato e migliorato, viene introdotta anche la costruzione di astronavi. Questo potrà sicuramente garantire ore di gioco nonché una fetta consistenze di gameplay.
  • Monster Design: Da quel poco che si è potuto vedere tutte le creature aliene sembrano ben diverse tra loro in base al bioma di appartenenza. Considerando che Bethesda non si è servita di alcun sistema procedurale per la loro creazione sembra che avremo dei nemici ben fatti e studiati a puntino per ogni ambientazione.
  • Il Fattore New Vegas: Tra la community spesso si discute di quanto fosse necessario il tocco di Obsidian su New Vegas, caratterizzato da un’estrema libertà di scelta da parte del giocatore con le relative conseguenze. Ebbene sembra che con ben 8 fazioni avremo modo di compiere numerose scelte che cambieranno la trama. In molti sperano il ritorno della reputazione tra le fazioni, elemento necessario anche all’immersività ed alla rigiocabilità
  • Microsoft: Più soldi per la produzione di Starfield, serve aggiungere altro?

 

Di cosa dobbiamo preoccuparci?

Sicuramente il lato più critico è relativo al Creation Engine. Dal trailer si evince chiaramente che il livello di dettaglio delle texture e delle forme è nettamente migliorato. Il vero punto cruciale saranno i bug, non per quanto riguarda la quantità, ma per l’impatto che potranno avere sul gioco. Un nemico che si incastra in un muro, in certi casi, fa pure comodo. Un NPC di una quest importante che scompare potrebbe recare non pochi disagi.

Abbiamo visto come, col tempo, molti videogiochi abbiamo preso la strada dell’open world 3D come strumento di massima espressione per valorizzare l’opera: Assassin’s Creed, Elden Ring, Zelda, Pokémon ecc…

Esistono tre grandi colossi degli open world occidentali: Bethesda, Rockstar e CD-Project Red. Con le loro opere (TES, GTA e The Witcher) hanno imposto gli standard per gli open world di stampo occidentale. L’azienda polacca ha deluso le aspettative dei fan con Cyberpunk 2077, un’opera prematura come lo è stata Fallout 76. Al momento rimangono in campo solo le due aziende statunitensi e dovendo aspettare anni per l’uscita del nuovo GTA, Starfield deve dare agli amanti dell’open world ciò di cui hanno bisogno ora.

È qui che parte la sfida. Questo è il primo single player sviluppato da Bethesda Game Studios da Fallout 4. In un periodo dove anche From Software ha fatto i primi eccelsi passi verso un territorio open world già conosciuto ed esplorato in casa Bethesda. Riuscirà l’azienda statunitense a distinguersi con un prodotto sopra la linea delle aspettative?

 

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