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STAN LEE – La Recensione: l’eredità leggendaria di una figura controversa!

di Domenico Scala

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“STAN LEE” è il documentario ufficiale sul leggendario fumettista Marvel e sul percorso che l’ha portato ad essere una delle persone più influenti nel mondo dell’editoria e della cultura pop. Ripercorrendone la vita dalla difficile infanzia come Stanley Lieber fino alla rapida ascesa nel mondo del fumetto, il documentario diretto da David Gelb ci racconta la storia dell’amatissimo “papà” di Spider-Man attraverso le sue stesse parole. Prodotto dagli stessi Marvel Studios, il titolo è disponibile dal 16 giugno su Disney+.

 

“STAN LEE”, un fantastico racconto di passione

“STAN LEE” è una bellissima raccolta di materiale d’archivio, filmati personali, interviste e registrazioni audio che, grazie ad un pregevole lavoro di montaggio, ci permette di comprendere le origini di Stan e ciò che è stato capace di creare. La creatività della sua mente ha dato alla luce sconfinati universi di storie con protagonisti personaggi convincenti la cui risonanza ha poi raggiunto ogni angolo del globo. Il materiale proposto è quindi un racconto di passione nonché intimo ritratto di un uomo a tratti arrogante, forte però di una propria filosofia di vita e dell’impronta indelebile che ha lasciato in eredità alla cultura contemporanea. E negli ultimi anni di vita, ciliegina sulla torta, ha voluto anche deliziare il grande pubblico con gli storici e indimenticabili cameo nelle pellicole targate Marvel!

 

Stan Lee

 

La rivoluzione dei fumetti Marvel

L’iconico volto dell’editoria Marvel è riuscito nella brillante impresa di trasformare il fumetto americano da mero prodotto d’intrattenimento per bambini e ragazzi a vero e proprio strumento di narrativa popolare, trasponendovi spesso anche tematiche sociali e politiche di stretta attualità. D’un tratto gli eroi delle sue storie non erano più intoccabili simulacri sospesi nel tempo, ma veri e propri supereroi con super problemi! E il personaggio che più di tutti rispecchiava fedelmente questa sua visione creativa fu proprio Peter Parker, ragazzo del Queens che si ritrova all’improvviso dotato di spaventosi superpoteri che gli stravolgono vita e affetti…

Ma “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, così il “Bimbo-Ragno” deve accettare l’infausto destino ed il percorso irto di difficoltà che lo porterà presto ad essere Spider-Man. Come detto, quello di Peter Parker è l’arco narrativo di un adolescente che affronta di continuo nemici e situazioni troppo grandi per un giovane della sua età e che spesso lo mettono a dura prova, elementi che gli restituiscono spessore psicologico ed un meraviglioso senso di imperfezione e fallibilità. Ecco perché i lettori non possono far altro che empatizzare con questo “amichevole Spider-Man di quartiere”, divenuto celebre ed amato in tutto il mondo, e che ha permesso a Stan Lee di farsi conoscere.

 

Stan Lee, figura controversa

L’editore aveva semplicemente maturato un’idea nata di fatto già negli anni precedenti con I Fantastici Quattro prima e con L’Incredibile Hulk poi, calati anch’essi in un mondo “reale” che sostanzialmente è il nostro. Le vicende di Stan Lee sono perciò relativamente note, almeno ad un livello più superficiale. Ciò che invece non tutti sanno, giustamente evidenziato in quest’occasione, è la difficoltà riscontrata da tanti suoi colleghi nel gestirne l’ego in ambito lavorativo. Stan Lee era solito “commissionare” ai colleghi disegni e tavole di sue idee (Spider-Man compreso!), senza però riconoscerne a tempo debito i giusti meriti, e attribuendosi spesso arbitrariamente il titolo di creatore dei personaggi in questione.

La verità è che i meriti di Stan furono tanto grandi quanto lo furono quelli di Steve Ditko, co-creatore dell’Uomo-Ragno, e di Jack Kirby, che disegnò invece Capitan America, Thor, Iron Man, gli X-Men e tanti altri. E quando la realtà Marvel sembrava ormai essere troppo grande anche per un ego smisurato come quello di Stan, questi (ed altri) suoi colleghi decisero di farsi da parte, lasciandolo di fatto da solo alla guida di un’azienda totalmente da riorganizzare.

 

Considerazioni finali

Il documentario si presenta piuttosto semplice ma efficace, raccontato da Stan Lee stesso attraverso un interessante repertorio di materiale audiovisivo. Nel giro di un’ora e mezza scarsa di durata il regista ha scelto di utilizzare laddove necessario dei modelli plastici per rappresentare in maniera rapida ed esaustiva le varie situazioni di vita e di lavoro dei fumettisti al centro delle vicende. Il montato risulta anche critico verso determinati atteggiamenti di Stan, dipinto come un uomo brillante, geniale, ma a tratti controverso ed irriconoscente.

 

Stan Lee

 

Unica nota stonata è la “presa in giro” degli autori nei confronti della concorrenza; si propone infatti un’intervista di repertorio in cui un fanatico del fumetto tenta di spiegare agli ospiti in studio la valenza culturale dei titoli Marvel, aggiungendo però che “non faresti mai leggere Superman o Batman ad un ragazzo di più di 12 anni”, in un discorso che peraltro vanifica immediatamente il senso di quanto detto subito prima. Ci sentiamo pertanto di affermare che questo “STAN LEE” si dimostra infine forse un po’ troppo di parte, data anche la natura del progetto e i nomi e la piattaforma coinvolti nella realizzazione dello stesso.

 

Pro:

  • Il montato non mostra remore nel criticare alcuni atteggiamenti di Stan Lee decisamente discutibili, oltre che reiterati nel tempo.

 

Contro:

  • La “presa in giro” nei confronti della concorrenza; di cattivo gusto, e che dimostra come il documentario sia in sostanza di parte.

 

Ecco a voi il trailer ufficiale di “STAN LEE”:

 

 

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