La Premier League è da sempre considerato un campionato rude e fisico, ricco di contrasti e, alcune volte, di scorrettezze. Già dagli albori, infatti, il calcio inglese detiene tale nomea, derivata da diversi episodi agli antipodi rispetto ai sani principi del fair-play. Alcune squadre, come il Leeds United di Don Revie ed il Wimbledon della ‘Crazy Gang’, hanno fatto della durezza del gioco un vero e proprio marchio di fabbrica.
Le recenti dichiarazioni di Wayne Rooney, ex attaccante del Manchester United di Alex Ferguson, hanno però destato stupore anche oltre Manica. In un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport, Rooney ha ammesso di aver giocato una partita contro il Chelsea non per conseguire i tre punti ma per un obiettivo poco ortodosso.
29 aprile 2006, Stamford Bridge. A Londra va in scena un classico del calcio inglese: Chelsea-Manchester United. I padroni di casa, guidati dal carismatico José Mourinho, dominano la Premier League e, battendo gli odiati rivali, otterrebbero i tre punti decisivi per l’aritmetico trionfo. Uno scenario che non va giù all’attaccante dei Red Devils, Wayne Rooney, come da lui stesso ammesso recentemente a Sky Sport: “Sapevamo che se ci avessero battuti, il Chelsea avrebbe vinto il titolo. Perciò, decisi di sostituire i miei tacchetti di plastica con punta in metallo con altri tacchetti metallici. Questi ultimi, infatti, mi avrebbero permesso di essere più duro nei contrasti”.
A farne le spese fu il capitano dei Blues, John Terry: “Lasciò lo stadio in stampelle” ricorda Rooney: “gli ho lasciato un buco nel piede e qualche settimana dopo gli chiesi di restituirmi il tacchetto”. Una strategia che non funzionò, dal momento che il Chelsea riuscì a strappare una vittoria per 3-0, grazie alle reti di Joe Cole, Gallas e Ricardo Carvalho.
Rooney attualmente è il manager del Derby County, nobile decaduta penultima in Championship, l’equivalente dell’italiana Serie B. Lo scalpore suscitato dalle sue parole ha indotto la Football Association a chiedere chiarimenti al diretto interessato. Curioso particolare: nella circostanza già citata, l’allora attaccante del Manchester United riportò una frattura al piede destro. Oltre il danno, quindi, anche la beffa.
Ora Rooney rischia un lungo stop, sulla falsa riga di quanto accaduto diversi anni fa proprio con un ex compagno di squadra dell’inglese. Nella sua autobiografia, la leggenda dello United e del calcio irlandese, Roy Keane, ammise di aver causato volontariamente l’infortunio di Inge Haaland, padre della stella del Borussia Dortmund Erling Haaland. In quell’occasione, Keane fu fermato dalla propria Federazione per ben cinque gare. A dimostrazione che chi troppo vuole, nulla stringe.
Per essere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo continua a seguirci su Nasce, Cresce, Calcia.
Potrebbero interessarti anche:
di Lorenzo Ruggieri
L’attesa per la nuova console di casa Nintendo, Switch 2, si fa sempre più spasmodica,…
Silent Hill 2 Remake è attesissimo tra gli appassionati di giochi di horror. Purtroppo, però,…
Dopo l'assegnazione dello Scudetto con 5 giornate di anticipo con la vittoria dell'Inter contro il…
Decisione sorprendente da parte di Blizzard Entertainment, che ha comunicato che quest'anno non si terrà…
Gian Piero Gasperini è uno dei migliori tecnici italiani degli ultimi anni. Ha rivoluzionato l'idea…
Nonostante non si conosca ancora la data precisa dell'Xbox showcase di giugno, sono già presenti…