di Sofia Monti

Domenica 31 luglio gli studiosi prevedono l’arrivo del razzo cinese Long March 5B. Impatterà la Terra alla fine della sua caduta incontrollata. Purtroppo si teme che possa colpire il territorio italiano.

L’arrivo del razzo cinese sulla Terra

Lo scorso 24 luglio il razzo cinese Long March 5B ha portato in orbita il secondo modulo della stazione spaziale Tiangong, attualmente in costruzione. Il suo ritorno sulla Terra è previsto per il 31 luglio. Si stima che possa rientrare nell’atmosfera terrestre verso le ore italiane 9:30, con un margine di errore di circa 22 ore (in più o in meno). Sebbene sia ancora un po’ presto per capire dove il razzo cadrà esattamente, gli studiosi, in base alla sua orbita, ipotizzano che atterrerà in un punto compreso tra i 41 gradi Nord di latitudine (all’altezza della Sardegna) e i 41 gradi Sud. L’area verrà man mano ristretta con il suo avvicinarsi.

Secondo il Cords, il Centro statunitense degli studi sul rientro orbitale dei detriti spaziali della Corporazione Aerospaziale, tra le 5 e le 9 tonnellate colpiranno il nostro pianeta in quanto si pensa che il razzo non brucerà completamente nell’atmosfera. Si verrebbe dunque a creare una pericolosa pioggia di detriti, come quella che ci fu nel maggio dello scorso anno sull’Oceano Indiano.

Razzo Spaziale (@Shutterstock)

La Cina peccherebbe di responsabilità

Come riportato dal giornale Il Mattino, già nel maggio 2021 in seguito ad un evento simile che aveva provocato le stesse polemiche l’amministratore della Nasa Bill Nelson aveva rilasciato importanti dichiarazioni. “Le nazioni che viaggiano nello spazio devono ridurre al minimo i rischi per le persone e le proprietà sulla Terra derivanti dai rientri di oggetti spaziali”, aggiunse poi anche in tono un po’ più accusatorio: “È chiaro che la Cina non sta rispettando gli standard di responsabilità per quanto riguarda i suoi detriti spaziali“. Il Ministero degli Esteri cinese si è difeso affermando che la probabilità di danni a qualcosa o qualcuno è estremamente bassa. Gli scienziati stanno continuando a monitorare la situazione per offrirci aggiornamenti in tempo reale. La speranza è che, anche qualora il razzo dovesse cadere vicino alla Sardegna, lo faccia al largo, in mare aperto, senza arrecare danni a nessuno.

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