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Qualità della vita 2022, al primo posto spicca Bologna

di Antonio Stiuso

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Nella speciale classifica basata sulla qualità della vita conquista la vetta, per la quinta volta, la provincia di Bologna. Seguono Bolzano e Firenze, mentre si accascia all’ultimo posto la provincia di Crotone, che chiude la graduatoria conquistando il premio di peggior provincia per qualità della vita.

Bologna svetta per qualità della vita

È stata rilasciata la 33esima edizione del rapporto sulla qualità della vita in Italia redatto da “Il Sole 24 Ore“. Secondo l’affermata rivista la provincia italiana dove si vive meglio è quella di Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. Bologna, in particolare, si riconferma a capo di questa classifica per la 5 volta, avendo già vinto le edizioni del 2000, 2004, 2011 e 2020; Firenze, invece, scala ben 8 posizioni rispetto all’anno scorso.

Le performance delle città metropolitane stanno notevolmente peggiorando a causa degli elevati canoni di locazione e dello scarso benessere delle generazioni più giovani. Milano si accomoda all’ottavo posto, mentre Roma peggiora di molto nel confronto col suo recente passato, perdendo ben 18 posizioni rispetto allo scorso anno. A chiudere la classifica ci pensano le province del Sud, nelle posizioni dall’81 alla 107, infatti, non ci sono province settentrionali e per trovare le prime fuori dal Mezzogiorno dobbiamo salire fino all’80esima.

Gli indicatori utilizzati

La speciale classifica è redatta seguendo 90 indicatori e l’edizione del 2022 prende in considerazione anche le ripercussioni sui territori dovute ai “grandi shock” che si sono susseguiti nell’arco dell’anno. Guerra in Ucraina, caro energia, inflazione; questi sono alcuni dei criteri di cui non si poteva non tener conto nei parametri di valutazione che hanno notevolmente influenzato, in peggio, la qualità della vita di noi italiani.

Nei 90 indicatori statistici su cui si basa l’indagine, quindi, ben 40 sono stati aggiornati al 2022; un anno molto peculiare per il quale doveva esserci, per forza di cose, qualche novità. Tra gli altri troviamo indicatori su energia da fonti rinnovabili; riqualificazioni energetiche; consumi energetici; un indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche; qualità della vita di giovani, bambini e anziani; qualità della vita delle donne; indice della criminalità; ecosistema urbano; indice di sportività; indice del clima; IcityRank sulle città digitali.

Oltre ai nuovi indicatori, inoltre, vengono riconfermati alcuni di quelli “storici” come valore aggiunto pro capite; prezzi delle case e incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio dichiarato, imprenditoria giovanile; giovani Neet; infortuni sul lavoro; indice della qualità dell’aria; tasso di motorizzazione; indice di litigiosità nei tribunali; mortalità da incidenti stradali; numero di bar, ristoranti, librerie e palestre; verde urbano; banda larga ultraveloce e amministratori comunali under 40.

La classifica nel dettaglio

Ecco una parziale classifica di alcune delle province che, nel bene o nel male, si sono differenziate rispetto alle altre. In particolare, le prime 10 città italiane che si sono distinte per la qualità della vita sono rispettivamente: Bologna, Bolzano, Firenze, Siena, Trento, Aosta, Trieste, Milano, Parma e Pisa. 

Gli ultimi 10 posti della classifica, invece, sono occupati, a ritroso, da: Crotone, Isernia, Caltanissetta, Foggia, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Taranto, Enna, Caserta e Napoli. La tua provincia su quale lato della classifica si trova?

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