di Gabriele Nostro
Oggi ha avuto inizio un pesante sciopero, di lunghezza mensile, nell’isola di Komodo (Indonesia), ad opera di lavoratori e coadiuvanti nel settore del turismo locale. A scatenare ciò è stata una legge “anti-visite” varata dalle autorità della provincia di Nusa Tenggara…
Indonesia: proteggere gli animali prima dell’economia
Stando a quanto riportato dal “New Straits Times“, la misura, corrispondente all’aumento cospicuo della tassa d’ingresso nell’isola, si direbbe adoperata dai responsabili per disincentivare gli arrivi nel luogo interessato. Le motivazioni del gesto, però, sono da ricercare nel voler tutelare la fauna presente. L’operazione, pensata dal 2018, si pone l’obbiettivo di limitare gli arrivi di turisti per preservare l’integrità dei famosi varani giganti, animali meglio conosciuti con il nome di “draghi di Komodo”. L’isola in questione, situata tra Flores e Sumbawa, è, infatti, l’unico luogo al mondo che ospita tale specie.
Nello specifico, a partire da oggi, per varcare i confini del posto si dovrà versare una tassa annuale di 3,75 mln di rupie (252 dollari). Non esistono altre soluzioni; che si voglia soggiornare per uno o per trecentosessantacinque giorni, dovrà essere versata tale cifra. In precedenza, per poter entrare, i visitatori indonesiani dovevano pagare 5 dollari e gli stranieri 10. Il cambiamento è pertanto una vera e propria rivoluzione.
Le motivazioni che hanno portato allo sciopero
E mentre il Governo prova a contenere il numero degli ospiti per ovviare alle difficoltà riscontrate nella conservazione del parco, il settore terziario soffre. Stando a quanto ripotato dalla “Deutsche Presse-Agentur” (DPA), Eras Tengajo, rappresentante del Forum per salvare il turismo a Labuan Bajo, una città limitrofa all’area soggetta alla riforma, ha dichiarato:
“Molti turisti hanno cancellato le loro prenotazioni a causa della nuova tariffa. Ventiquattro associazioni turistiche e la gente del posto hanno deciso di indire uno sciopero di un mese che parte da oggi. Tutti i luoghi turistici, inclusi gli hotel, sono chiusi, e le barche non partono”.
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