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Only Murders in the Building S02, la recensione: un nuovo mistero

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile con i suoi 10 nuovi episodi dal 22 agosto su Disney+, la seconda stagione di “Only Murders In The Building” vede il ritorno dei suoi protagonisti e non solo. Il cast è formato da Selena Gomez, Steve Martin, Martin Short, Tina Fey e Cara Delevigne. La serie è creata da Steve Martin e John Hoffman.

Dopo una sorprendente prima stagione (trovate qui la nostra recensione), “Only Murders In The Building” riprende la storia dal finale sorprendente visto lo scorso anno. Un nuovo caso da risolvere, un podcast e le proprie vite da risollevare, metteranno Mabel, Charles e Oliver davanti alla loro “missione” più difficile, oppure no? La domanda si pone facilmente, perché lo show è stato già rinnovato per una terza stagione. Ma i nuovi episodi portano con sé tutti i pregi della stagione arrivata sui nostri schermi nel 2021? La risposta è si, ma con qualche riserva.

Un nuovo omicidio all’Arconia

Durante i festeggiamenti per la risoluzione del loro primo caso, Mabel, Charles e Oliver (Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short) vengono accusati dell’omicidio di Bunny Folger, amministratrice dell’Arconia. Il difendersi dalle accuse, porterà il trio a riprendere in mano il loro podcast e trovare il colpevole dell’omicidio. I tre protagonisti durante le indagini, si confronteranno con il loro passato, presente e futuro. Questo porterà i nostri “investigatori” non solo a risolvere i propri problemi, ma alla risoluzione del loro nuovo caso.

“Only Murders In The Building” torna con una seconda stagione sui livelli della prima, ma con qualche pecca in più da evidenziare. Se nella scorsa stagione ci siamo trovati davanti una risoluzione del caso molto rapida, purtroppo questo problema ritorna nei nuovi 10 episodi. Il dedicare spazio alla vita privata dei protagonisti è ottimo per lo sviluppo dei personaggi, ma porta ad un calo del ritmo narrativo offrendo così una risoluzione troppo veloce.

Dei protagonisti a cui affezionarsi sempre di più

La seconda stagione di “Only Murders In The Building”, continua a sviluppare al meglio il suo trio protagonista. Le storie personali dei protagonisti interpretati da Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short, oltre ad intrecciarsi con gli eventi del nuovo caso da risolvere, porta lo spettatore ad amare ancora di più i tre insoliti investigatori. Attraverso i loro drammi personali, consegnando anche alla serie un tono più maturo, lo spettatore vede la loro crescita, amando sempre di più uno dei cast rivelazione degli ultimi anni sul piccolo schermo.

 

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A funzionare infatti è il loro collegarsi agli eventi principali e per quanto possa essere una scelta narrativa efficace, ad essere sacrificabile (come nella prima stagione) è la risoluzione finale. Come lo scorso anno, questa arriva velocemente, rendendo persino frettoloso lo sviluppo dei nuovi personaggi che entrano in scena nella seconda stagione. Ma nonostante questo, “Only Murders In The Building” può contare sulle ottime performance dei suoi tre protagonisti che mostrano ancora una volta una grandissima chimica.

Una risoluzione molto rapida

Uno dei pregi che rende il lato crime di “Only Murders In The Building” intrigante, è il suo spalmare la narrazione nel corso dei dieci episodi. Ma quando alcuni di questi episodi spesso portano a dei punti ciechi, a mancare è proprio il prosieguo delle indagini. Tra il lasciare solo un piccolissimo indizio o concentrarsi inutilmente su alcuni condomini dell’Arconia, la serie rallenta il suo ritmo. Questo porta ad avere i nuovi innesti del cast poco sviluppati e poco coinvolti nella risoluzione finale, nonostante la loro importanza nel caso.

Nonostante questo, la serie con la breve durata dei suoi episodi, riesce ad intrattenere e a spingere lo spettatore a volerne di più. Il rendere più presente Tina Fey e l’ingresso nel cast di Cara Delevigne, non hanno portato gli innesti sperati per portare la serie al livello successivo. A differenza delle due attrici appena citate, a sorprendere è il cameo presente a fine stagione, che avrà grosse ripercussioni sui nostri protagonisti.

Una serie elegante senza grandi guizzi registici

La prima stagione di “Only Murders In The Building” sorprese positivamente per la sua regia e l’ambientazione elegante. La seconda stagione si conferma sui stessi livelli della prima, sempre con un’ottima messa in scena raffinata e precisa. A differenza dei 10 episodi precedenti, la seconda stagione di “Only Murders In The Building” non offre però dei validi approcci direzionali. La regia di questa stagione è molto basilare e a differenza della prima parte, non abbiamo delle scelte stilistiche sorprendenti.

 

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A risultare sempre di alto livello però è la fotografia che insieme all’eleganza delle ambientazioni, offre al meglio un terreno da gioco vasto per le indagini dei protagonisti. “Only Murders In The Building” conferma così il suo alto livello dal punto di vista tecnico senza però presentare guizzi interessanti alla regia, rendendo il prodotto un pochino più semplice rispetto alla stagione precedente.

Considerazioni finali

La seconda stagione di “Only Murders In The Building” si mantiene sui livelli della prima, nonostante qualche pecca che si porta dietro dai 10 episodi precedenti. Lo sviluppare i suoi protagonisti fa molto bene al pubblico e alla storia, ma nonostante questo la serie rallenta molto il suo ritmo e offre dei nuovi personaggi, alcuni anche collegati al caso, gestiti in modo molto approssimativo.

Le interpretazioni e la chimica del trio protagonista è ancora una volta ottimo e divertente, mostrandosi così per la seconda volta il punto più alto dello show. La regia e la messa in scena è ottima, ma con dei limiti. I nuovi episodi presentano si un’ottima regia, ma senza grandi rischi a differenza di quanto fatto con la prima stagione. Nel complesso “Only Murders In The Building” è uno dei migliori show televisivi in circolazione e al netto delle pecche elencate, siete davanti ad un prodotto valido e ben confezionato.

Pro

  • Le interpretazioni di Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short;
  • La storia che porta alla risoluzione del mistero;
  • La regia e la fotografia dello show;
  • La scrittura dei protagonisti.

Contro

  • La scrittura dei nuovi personaggi e il tempo eccessivo dedicato a certi elementi che se snelliti, avrebbero portato a una risoluzione spalmata nel corso degli episodi;
  • La regia per quanto buona, non osa come nella stagione passata.

 

 

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