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Nuovo farmaco contro l’Ictus, possibile svolta nel trattamento della malattia

di Alessandro Lucchini

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Nell’epoca recente siamo abituati a sentir parlare continuamente di farmaci e vaccini. Ma forse ci siamo scordati che oltre al Covid-19 esistono altre malattie su cui far ricerca. Per fortuna, sembrano non essersene dimenticati i ricercatori dell’Università di Cincinnati e dell’Università di Case Western Reserve. Infatti, questi studiosi potrebbero aver individuato un farmaco chiave nella lotta all’Ictus e non solo…

NVG-291-R: il farmaco contro l’Ictus

Secondo i risultati della ricerca pubblicata su Cell Reports, la sperimentazione condotta sugli animali avrebbe dato segnali molto positivi. Il test del nuovo farmaco, realizzato negli Stati Uniti, avrebbe individuato un duplice vantaggio: creare nuove connessioni tra i neuroni e stimolare lo spostamento di nuovi neuroni, derivanti da cellule staminali, nel punto lesionato. Ma la vera novità, rispetto alle terapie attualmente in uso, è la tempistica: il NVG-291-R è efficace se somministrato fino a 7 giorni dall’Ictus, mentre le cure attuali devono essere fornite entro poche ore.

Oltre a ciò, anche i risultati concreti sembrano essere incoraggianti. Agnes Luo, una ricercatrice dell’Università di Cincinnati, ha spiegato che il nuovo farmaco sembra essere molto efficiente nel riparare i danni causati dall’Ictus. Tra gli effetti migliorativi degni di nota sono da segnalare sicuramente quelli sulla funzione motoria e sensoriale, oltre che sull’apprendimento spaziale e sulla memoria. I risultati clinici sono molto incoraggianti, considerando soprattutto l’ampio orizzonte temporale in cui è possibile somministrare il farmaco con efficacia.

Per ora siamo ancora in una fase sperimentale. Se i risultati ottenuti sugli animali dovessero ripetersi anche nei test sugli umani saremmo di fronte ad una scoperta epocale. L’azienda farmaceutica NervGen Pharma, detentrice dei diritti del farmaco, ha dichiarato di volere sperimentare l’NVG-291-R anche contro altri tipi di malattie, tra cui l’Alzheimer e la Sclerosi multipla.

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