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Batteri-“cyborg”, una nuova arma nella lotta contro i tumori

di Antonio Stiuso

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La nuova arma nella lotta contro i tumori è molto più piccola di quanto ci potremmo aspettare. Grazie ai batteri dell’Escherichia Coli si può combattere il nemico dall’interno, trasportando le medicine direttamente nelle cellule tumorali.

Un’arma tanto piccola quanto potente

Grazie ai ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck infatti, ben presto potremmo avere un nuovo alleato nella lotta contro i tumori, un alleato tanto piccolo quanto potente. Secondo il nuovo studio, coordinato dal professor Birgül Akolpoglu e pubblicato sulla rivista Science Advances, è possibile modificare i batteri dell’Escherichia Coli, rendendoli in grado di attraversare l’ostile ambiente tumorale per portare i farmaci direttamente al suo interno.

Attraverso la combinazione tra robotica e nanomateriali, infatti, è possibile indirizzare i “batteri-cyborg” all’interno del corpo rendendo la terapia minimamente invasiva per il paziente. I batteri dell’Escherichia Coli sono degli ottimi “nuotatori”, in grado di attraversare anche sostanze molto viscose; i farmaci antitumorali così facendo svilupperebbero il loro effetto nel punto richiesto e non nell’intero organismo, evitando così i nocivi e numerosi effetti collaterali delle attuali terapie.

I batteri alleati dell’uomo

Il batterio Escherichia Coli è uno dei più noti perché risiede naturalmente nell’intestino dell’essere umano. La sua particolarità, che lo rende un perfetto alleato nella lotta contro i tumori, è la propulsione flagellare; questa facoltà di movimento lo rende capace di “navigare” all’interno dei tessuti corporei che sarebbero altrimenti complicati da raggiungere con le attuali tecniche a disposizione. Ma il nodo centrale risiede nell’attrazione spontanea di questi micro organismi verso ambienti con bassi livelli di ossigeno e alti livelli di acidità. Proprio le caratteristiche di una cellula tumorale.

Le caratteristiche innate di questo tipo di batterio, unite alle tecniche innovative dell’ingegneria genetica, permettono per la prima volta nella storia della guerra ai tumori di targettizzare un preciso obiettivo. Nella sperimentazione è stato usato un sottoceppo modificato di Escherichia Coli MG1655 che, una volta raggiunto l’obiettivo, dev’essere coadiuvato da un laser a infrarossi in modo tale da poter far scogliere le piccole vescicole contenenti il farmaco, permettendo così il rilascio del principio attivo nel punto necessario. Una terapia decisamente innovativa che potrebbe rappresentare il punto di svolta tanto atteso nella lotta contro questo acerrimo nemico. Spesso infatti le cure sono molto faticose e degeneranti per l’organismo umano. Così facendo, gran parte degli effetti collaterali svanirebbe quasi completamente.

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