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NCC Amarcord, che data il 5 febbraio: auguri a Neymar e CR7!

di Giorgio Capoccello

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Oggi, 5 febbraio, compiono gli anni due campioni generazionali: Cristiano Ronaldo e Neymar JR, che rispettivamente festeggiano i 38 e i 31 anni e, per celebrarli, noi di NCC abbiamo deciso di ripercorrere due iconiche partite disputate da queste due icone. Per quanto riguarda O’Ney abbiamo scelto il leggendario 6-1 inflitto al PSG negli ottavi della Champions League 16/17; per CR7 invece, abbiamo scelto una delle sue più grandi imprese: la tripletta nel 3-0 della Juventus inflitto all’Atletico Madrid negli ottavi della Champions 18/19…

Barcellona – PSG, 6-1: che partita e che Neymar!

Per celebrare il primo dei due campioni che condividono la nata di nascita, Neymar JR, abbiamo scelto una delle partite più iconiche dell’ultimo decennio. Parliamo in realtà di due match, uno di andata e uno di ritorno, validi per gli ottavi dell’edizione 16/17 di Champions League. Le due squadre che si fronteggiano, come è difficile dimenticare, sono un Barcellona ormai in cima alle gerarchie europee da quasi un decennio e un’emergente realtà: il PSG.

L’andata: netto 4-0 PSG, che stangata per il Barça!

La prima delle due partite si disputa il 14 febbraio al Parco dei Principi; quella che va in scena è però un’assoluta debacle inflitta dai parigini ai catalani. Il Barça e O’Ney tutto si aspettavano tranne una sconfitta di tali proporzioni; scesero dunque in campo provando a fare la partita preparata nei giorni precedenti. Davanti però non c’era il PSG, c’era una macchina da gol, incalzante come poche altre, che si impose con un netto 4-0. Le reti furono realizzate da Cavani, Draxler e da Di Maria, che mise a segno addirittura una doppietta. Il tutto davanti ad un inerme Barça, incapace di reagire. Inerme fu anche Neymar: il brasiliano non riuscì a far accendere la scintilla che caratterizzava le sue solite prestazioni. Laddove si vide davvero il campione e la sua qualità fu quindi la 2° gara, quella di ritorno, disputata al Camp Nou.

Il ritorno, tutta un’altra cosa: si accendono Neymar e il Barça!

Dopo la straordinaria gara di andata, a Parigi si respirava aria di leggerezza, come testimonia il celebre video che vede protagonisti Verratti, Matuidi, Draxler e Meunier a cena che dialogano sull’accaduto e scherzano pensando alla gara di ritorno. Intanto in Catalogna ci si prepara per la sfida di ritorno, quella dell’8 marzo, come se fosse la partita della vita. Come tutta la squadra, anche Neymar passa un mese a studiare il PSG e le sue tattiche (offensive/difensive) per affrontare al meglio il ritorno degli ottavi. E finalmente arriva il giorno, tutti sono pronti, si va in scena!

Il copione della partita, come ci si poteva attendere, è molto diverso da quello visto all’andata: possiamo quasi dire ribaltato. Le marcature vengono aperte dopo 180” da Luis Suarez e, nella testa di ogni tifoso blaugrana, cominciano a risuonare tre parole: “SI PUO’ FARE”! Il risultato rimane invariato per 40 minuti circa, fino a quando Kurzawa infila la palla nella sua porta dopo una magia di Iniesta: è 2-0. Si va al riposo su questo punteggio, ma Neymar e il Barcellona non sono per nulla rassegnati: ne servono almeno altri tre per superare i parigini. Il ritorno in campo vede il Barcellona non concedere nulla ai francesi come nella prima frazione e, al 50′, Messi fa 3-0. Ora i decibel al Camp Nou sono altissimi, tutti ci credono. A stroncare quest’entusiasmo ci pensa il Matador Edinson Cavani che al 60′, con una splendida volée, riporta con i piedi per terra gli spagnoli e fa 3-1.

Il genio di O’Ney: quegli ultimi otto leggendari minuti

Da qui entrano prepotentemente in scena il genio, l’estro, la qualità di Neymar Jr. Fino all’88’ il punteggio rimane invariato e sugli spalti si respira un’aria pesantissima: non si può più fare nulla, il PSG è ormai ai quarti. O almeno, questo è quello che sarebbe successo se il calcio fosse un gioco descrivibile attraverso leggi della scienza, ma così non è. Sul punto di battuta di una punizione da posizione defilatissima si presenta proprio lui, Neymar Jr, che calcia dritto in porta; la traiettoria disegnata dal pallone è talmente armonica che Trapp nemmeno prova a raggiungerla ed è 4-1. Nemmeno 2′ dopo Suarez viene atterrato in area e il direttore di gara assegna un penalty. Chi va a batterlo? Sempre Neymar. Chissà cosa frulla nella testa di quel ragazzo che in estate si sarebbe trasferito per una cifra record proprio alla squadra che stava per rispedire a casa, senza passare dal via. La rincorsa è lenta, calma, e l’esecuzione precisa: palla da una parte, portiere dall’altra: 5-1 al 91′.

Cominciano quindi gli ultimi cinque minuti di assedio serrato, su sei di recupero. Proprio in questo brevissimo periodo, succede l’impensabile: sempre il solito Neymar in uno stato di grazia scodella una palla a centro area e Sergi Roberto, il più improbabile fra tutti i possibili marcatori, che insacca per il 6-1. Il risultato alla fine di questa incredibile partita è proprio questo: 6-1, sufficiente per ribaltare il secco 4-0 subito all’andata. E la maggior parte del merito di questa impresa, se non quasi tutto, il Barça lo deve a quel ragazzo che nel giro di 8′, tra l’88’ e il 96′, ha realizzato due gol e un assist, incaricandosi anche della battuta di un penalty nemmeno troppo pesante: Neymar Jr.

 

Neymar

Neymar (@Shutterstock)

 

Juventus – Atletico Madrid, 3-0: evviva il Re!

Anche in questo caso parliamo di una doppia sfida, disputatasi questa volta nell’edizione 18/19 della Champions League. Ad affrontarsi sono Atletico Madrid e Juventus negli ottavi di finale; i bianconeri però, dalla loro parte hanno uno dei calciatori più forti e decisivi di sempre: CR7. Cristiano, arrivato l’estate precedente a Torino, non sa ancora che in quella doppia sfida non gli servirà ad altro se non a rimarcare nelle menti di tutti il suo eterno valore.

L’andata: 2-0, l’emblematico gesto di Simeone

L’andata degli ottavi si gioca al Wanda Metropolitano nella Capitale spagnola. Dopo una partita molto combattuta, dove Cristiano stesso sfiorò un gol incredibile, all’80’ a segnare sono i Colchoneros di Simeone con José Gimenez sugli sviluppi di un calcio d’angolo. 5′ più tardi, l’Atletico si guadagna una punizione che sfila dentro tutta l’area e arriva improvvisamente sui piedi di Godin: l’uruguagio fa 2-0. Poi avvenne ciò che probabilmente fece scattare qualcosa nella testa di Cristiano; Simeone, con un gesto molto volgare, si rivolge verso gli spalti per “enfatizzare” il vantaggio, forte del gol appena segnato. Il gesto, di totale antisportività, non è certo passato inosservato agli occhi di Cr7, che solo un mese più tardi, rivendicherà non solo sé stesso, ma anche la Vecchia Signore, con una delle sue più grandi prove di forza.

Il ritorno: mai sottovalutare un leone ferito

Circa un mese dopo, nella partita di ritorno la Juventus si presenta con tutta la voglia di rivalsa di questo mondo. In particolare però, c’è un giocatore con un espressione diversa dalla solita: è proprio Cristiano. Negli occhi del portoghese non si legge paura, non si legge sconforto e nemmeno rabbia: soltanto concentrazione. CR7 sa che è quello il momento opportuno per caricarsi tutta una squadra e un popolo sulle spalle per condurlo alla gloria; e appena le due squadre entrano in campo, l’ex Real Madrid manda un’occhiata a dir poco tagliente verso la panchina di Simeone e subito dopo riceve la palla del calcio di inizio da Bernardeschi: si comincia.

Il 1° tempo

Ad attaccare è sin da subito la Juve, con il ragazzo di Madeira che si avventa su ogni singolo pallone. Dopo nemmeno 5′ Chiellini insacca, ma il gol viene annullato per un precedente contatto tra Oblak e lo stesso Cristiano sugli sviluppi di una palla inattiva; nella testa di Ronaldo però non è cambiato nulla, e il portoghese ritorna all’attacco come se nulla fosse. Dopo 25′ di assedio bianconero, finalmente il punteggio di sblocca: su un cross magistrale di Bernardeschi si vede una figura che si erge in aria fino a toccare in cielo: è Cristiano, che insacca il 1° gol.

Il 2° tempo

Al riposo si va così, con CR7 che negli spogliatoi si assicura che ogni suo compagno sia concentrato come a inizio partita. Una volta rientrati in campo, il copione non cambia: a segnare nuovamente è sempre lui che, su una palla perfetta di Cancelo, svetta ancora una volta e, dopo l’utilizzo della gol line technology, la rete viene convalidata: è 2-0. Una Juve incalzante come poche altre degli ultimi anni, continua a premere ma non riesce a sfondare, fino a quando Bernardeschi prova l’iniziativa personale e viene atterrato in area: è calcio di rigore.

Nessuno ha dubbi su chi si presenterà sul punto di battuta, e infatti è proprio lui; CR7. Respiri profondi, occhi fissi sul pallone e via così: ancora una volta palla da una parte e portiere dall’altra: il punteggio è di 3-0. Il gesto con cui si esprime Ronaldo è emblematico e riprende proprio quello di Simeone all’andata. In quel gesto c’è tutta la voglia di Cristiano di confermarsi ancora una volta tra i più grandi di sempre; l’aggregate è di 3-2, la Juve è ai quarti e Cristiano ha vinto di nuovo contro una delle sue acerrime rivali: l’Atletico.

 

Neymar

Cristiano Ronaldo (@Shutterstock)

 

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