Il 25 dicembre del 1914 è per l’Europa tutto fuorché Natale; la guerra scoppiata a luglio non è ancora finita, anzi è solo agli inizi. Gli uomini stipati nelle trincee muoiono a migliaia ogni giorno per guadagnare meno di cento metri e l’esito del conflitto è totalmente incerto. In questo clima terribile, riesce comunque ad emergere l’umanità dei soldati impegnati al fronte; il 25 dicembre la guerra si ferma per giocare a calcio…
Mentre sul fronte orientale si continuava a combattere, sul fronte belga-francese già da diversi giorni si erano stabilite delle tregue ufficiose per poter recuperare i corpi nella terra di nessuno, ma la svolta, seppur illusoria, avvenne tra il 24 e il 25 dicembre. Sulla linea del fronte vicino ad Ypres, nelle Fiandre, i soldati dei due schieramenti cominciarono a scambiarsi doni; tabacco, razioni di cibo, coltellini e fiammiferi.
Da questo incontro in mezzo alla terra di nessuno nacque un’idea, ovvero quella di disputare una partita di calcio tra i due schieramenti; da una parte inglesi e francesi, dall’altra i tedeschi. Lungo il fronte sorsero quindi dei campi da calcio improvvisati, con armi e zaini a fare da confine e dei rami come porte indicative, mentre tutt’intorno c’erano altri “spettatori”.
Difatti, non ci fu un’unica partita, ma questa iniziativa venne replicata in vari punti del fronte, anche se ricostruire tutti gli episodi è praticamente impossibile, sia per la scarna documentazione, che perché questa tregua non venne digerita dagli alti comandi. Ad ogni modo, la prima testimonianza di questo episodio sarebbe una lettera di un medico inglese, risalente al 1915, in cui accenna a queste partite. Per quanto riguarda il risultato di una delle poche partite attestate, si vocifera di un 3-2 finale per i tedeschi.
Ovviamente questa fraternizzazione con il nemico non venne presa bene dagli ufficiali, che presero tutte le “precauzioni” del caso per evitare simili avvenimenti; il Natale successivo fu infatti un giorno di guerra come tanti altri, anche se pare ci sia stata qualche occasione per scambiarsi dei doni, probabilmente all’alba. Tuttavia, il Natale del 1914 è ancora oggi preso a modello universale del concetto di umanità e speranza; almeno per un giorno, sono cadute le barriere di una guerra senza precedenti, ed è bello pensare che il calcio abbia avuto un ruolo fondamentale in tutto ciò…
La Redazione di Nasce, Cresce, Calcia vi augura un Buon Natale.
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