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NASA, a breve il primo test di difesa planetaria: una sonda devierà la rotta di un asteroide

di Gianmichele Trotta

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Mancano 3 settimane all’esecuzione dell’ambiziosa missione DART, grazie alla quale la Nasa metterà alla prova la tecnologia necessaria a deviare la rotta di un asteroide. La sonda DART, da cui prende il nome la missione, si schianterà contro l’asteroide Dimorphos il prossimo 27 settembre, dopo aver viaggiato per circa 11 milioni di kilometri. “Dart è il primo passo per assicurarci di avere la tecnologia giusta per affrontare una futura minaccia” sostiene Alan Fitzsimmons, membro del team scientifico per la missione.

La missione DART della Nasa

Tutto ha avuto inizio il 24 novembre 2021, quando la sonda Dart è stata lanciata in orbita a bordo di un razzo Falcon 9 dell’agenzia spaziale Space X. In meno di un anno, la sonda ha già quasi raggiunto il suo obiettivo: il sistema binario di asteroidi composto da Didymos (di 780 metri di diametro) e Dimorphos (di 160 metri). La scelta di un obiettivo con queste caratteristiche non è casuale e ha determinato il nome della sonda stessa: Double Asteroid Redirection Test.

L’obiettivo è peculiare per gli scienziati che ne analizzeranno gli effetti post schianto. La presenza di due corpi celesti, infatti, permetterà agli astronomi di determinare con più facilità e precisione la deviazione subita dall’asteroide colpito, ponendo come riferimento il bersaglio più grande. Studiando poi questi risultati, gli scienziati ritengono di poter capire meglio cosa fare nel caso un asteroide o una cometa minacciasse davvero la terra. Il dott. Fitzsimmons ha detto al The Guardian:

Sappiamo dove sono i grandi asteroidi perché possiamo vederli con la nostra attuale generazione di telescopi, e sappiamo che nessuno degli asteroidi rilevati si avvicinerà al nostro pianeta per i prossimi duecento anni circa. Tuttavia, molti più piccoli devono ancora essere rilevati, e sono ancora abbastanza grandi da distruggere intere città e devastare vaste aree […] dovremo essere pronti ad agire se ne troviamo uno che è in rotta per la Terra. Dart è il primo passo per assicurarci di avere la tecnologia giusta per affrontare una futura minaccia“.

 

NASA

Logo NASA (@Shutterstock)

L’Italia ha un ruolo importante

Parte fondamentale dell’intera missione sarà la sonda LiciaCube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids). Come suggerisce il nome stesso, la sonda è adibita all’acquisizione di immagini e sarà indispensabile dopo lo schianto di Dart contro l’asteroide. Già dieci giorni prima dello schianto, LiciaCube sarà rilasciata nello spazio dal veicolo principale, attendendo il momento per azionare Luke e Leyla. Questi sono i nomi, ispirati da Star Wars, che sono stati attribuiti alle due telecamere a disposizione della sonda.

Non finisce qui, la missione, infatti, sarà seguita a due anni di distanza da una seconda, denominata Hera. Questa volta, però, le operazioni saranno guidate dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Hera, però, sarà una semplice missione di controllo per valutare il cratere lasciato dallo schianto sull’asteroide. Il suo lancio è previsto per il 2024, con un arrivo entro il 2026.

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