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Spazio: presto l’uomo tornerà sulla Luna grazie al programma Artemis!

di Antonio Stiuso

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Il prossimo 29 agosto partirà la prima missione del programma spaziale Artemis; basato sulle orme del programma Apollo, prevede di riportare l’uomo sulla Luna nel giro di pochi anni; nella prima missione, però, non ci sarà un equipaggio in carne ed ossa, ma tre manichini e un ospite speciale

Il tanto atteso ritorno sulla Luna

Tra qualche anno l’umanità potrà quindi ritornare a calpestare il suolo lunare dopo più di cinquant’anni da quel fatidico 21 luglio del 1969, quando il programma Apollo portò il primo uomo sulla Luna. Come detto infatti, tra poche settimane partirà Artemis I; la prima missione del programma prevede di riportare l’uomo, insieme alla prima donna della storia, sulla Luna.

Non a caso è stato scelto il nome Artemis: Artemide, infatti, nella mitologia greca è la sorella di Apollo, figlio di Zeus, ma il programma Artemis non deve essere visto soltanto come la continuazione del programma Apollo. Stando alle dichiarazioni di Jeremy Parsons, deputy manager per il programma dei sistemi di esplorazione di terra di Artemis I al Kennedy Space Center in Florida e riportate da Focus, infatti:

“La nostra destinazione finale è Marte. Andremo a esplorare le parti della Luna che non abbiamo mai visto e impareremo a vivere nello spazio. Vogliamo capire come usare le risorse lunari per creare strumenti, energia, cibo. Lo scopo finale è quello di spingerci oltre, dove non siamo mai arrivati prima”.

Il programma Artemis, quindi, sarà articolato in più missioni, di cui le prime tre già approvate e l’ultima delle quali, Artemis III, sarà a tutti gli effetti la nuova “versione” dell’Apollo 11; punterà quindi al primo allunaggio dopo più di cinquant’anni. L’equipaggio a bordo della missione finale scenderà sulla Luna per una settimana, durante la quale dovrà effettuare una serie di missioni, tra cui l’inizio della costruzione del Lunar Gateway; questo sarà un vero e proprio porto lunare, grazie al quale le navicelle spaziali potranno attraccare nelle future missioni; l’inizio della costruzione del porto spaziale però non inizierà, nella più ottimistica delle previsioni, prima del 2026.

La missione Artemis I

La prima missione del programma Artemis prevede però “soltanto” di orbitare intorno al nostro satellite naturale. A bordo della navicella non ci sarà un equipaggio in carne ed ossa, ma tre semplici manichini che rileveranno i dati utili per le future missioni. Il “comandante” della missione sarà Moonikin Campos, dall’ingegnere Arturo Campos che nel 1970 riportò sani e salvi gli astronauti dell’Apollo 13; il manichino riproduce un corpo maschile e occuperà il posto destinato al futuro comandante delle missioni successive; indosserà una tuta antiradiazioni, la Orion Crew Survival System e sarà dotata anche di sensori che misureranno quelle che lo investiranno durante il viaggio.

I compagni di viaggio del comandante Moonikin Campos saranno Zohar e Helga, altri due manichini composti però soltanto dal busto e costruiti in modo da simulare la densità di ossa, organi e tessuti umani. Il primo viaggerà con un giubbotto protettivo antiradiazioni, l’AstroRad; il secondo, invece, volerà senza alcuna protezione. Anche questi due manichini, ovviamente, saranno rivestiti da sensori per la misurazione delle radiazioni che permetteranno di confrontare i dati su quelle subite da entrambi; questo servirà a valutare l’efficacia del giubbotto protettivo indossato dal primo, che dovrà essere utilizzato nel caso in cui si verificasse una tempesta solare durante uno dei prossimi viaggi spaziali. Insieme a loro, ci sarà anche Shaun la pecora, il celebre personaggio del cartone animato “Shaun, una vita da pecora“.

Non ci resta che fare il countdown per vedere di nuovo un essere umano saltellare sulla Luna, evento che grazie ai social potrebbe avere un impatto mediatico addirittura maggiore di quello avuto cinquant’anni fa…

Luna

Luna (@Shutterstock)

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