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Marcia su Roma, ricorre il centenario dell’ascesa di Mussolini al potere

di davide gerace

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Il 28 ottobre non è una data normale per l’Italia. Per chi conosce la storia del ‘900 del nostro Paese, sa che questo giorno rappresenta l’anniversario della famosissima “Marcia su Roma“. Oggi, 28 ottobre 2022, sono passati esattamente 100 anni da quella data storica, che ha stravolto completamente il volto dell’Italia.

I fatti antecedenti

Gli anni dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, sono stati tra i più duri, sia a livello economico che politico. In Italia, tra i Paesi vincitori della guerra, si parlava di “vittoria mutilata“, termine coniato da Gabriele D’Annunzio per spiegare come il nostro Paese non abbia ricevuto i “compensi territoriali” che gli spettavano. Violenze, scioperi e disagi di ogni genere erano all’ordine del giorno, ma il timore maggiore era per un possibile colpo di stato.

Tra il malcontento generale spicca Benito Mussolini, ex esponente del PSI ed ex direttore del giornale socialista “Avanti!“. Il 23 marzo del 1919 Mussolini creò il movimento politico Fasci Italiani di combattimento, e il 6 giugno successivo anche il Manifesto politico del movimento.

Il movimento iniziò ad operare tramite la violenza partendo da Milano, dove il 15 novembre del 1919 i Fasci di combattimento presero d’assalto la sede del quotidiano “Avanti!“. Giovanni Giolitti, al suo quinto mandato al Governo, decise di non sedare le rivolte, ma diede molta libertà d’azione al movimento di Mussolini. L’intento era quello di riportare la calma in un Paese lacerato da violenza, scioperi e sempre più povero. L’effetto fu esattamente il contrario, Giolitti involontariamente favorì l’ascesa del Fascismo.

Nel novembre del 1921, dopo che diversi esponenti fascisti, tra cui Mussolini, erano stati eletti come deputati, venne sciolto il movimento e venne creato al suo posto il Partito Nazionale Fascista.

La Marcia su Roma e le conseguenze

Nel 1922 il partito di Mussolini era cresciuto a dismisura, e le sue squadre di combattimento continuavano le violenze in tutta Italia. Il timore di un possibile colpo di stato aumentava sempre di più, anche se più volte Mussolini aveva assicurato che non ci sarebbe stato nessun assalto a Roma. Ad inizio ottobre alcuni esponenti del partito, Michele Bianchi e Italo Balbo, avevano rilasciato delle interviste al Corriere della Sera e a La Nazione per rassicurare tutti, non ci sarebbe stato nessun colpo di stato.

Tutto però lasciava intendere il contrario. Le violenze quasi giornaliere degli squadristi fascisti, l’ufficializzazione di un corpo armato privato, i continui incontri tra gli esponenti maggiori del partito; tutto presagiva una presa del potere nel giro di poco tempo.

Nel convegno di Napoli del 24 ottobre, in cui parteciparono almeno 15.000 fascisti, Mussolini aveva esclamato alle proprie squadre “O ci daranno il Governo o ce lo piglieremo noi calando su Roma“. E così fu. Il 28 ottobre del 1922 ebbe inizio la Marcia su Roma. A FolignoMonterotondoSanta Marinella Tivoli, iniziò il raduno dei fascisti, che contava in totale 16.000 uomini. A facilitare il tutto fu il re Vittorio Emanuele III che si rifiutò di firmare lo stato d’assedio e cerco di incaricare Antonio Salandra di formare un nuovo governo. Il pianò fallì, i fascisti si opposero e il 30 ottobre le squadre di Mussolini avevano raggiunto la capitale dove ci fu l’incontro con il re.

Mussolini ottenne l’incarico di formare il nuovo governo, presentando al re anche la lista dei nuovi ministri. Non solo, il sovrano acconsentì anche alla sfilata delle squadriglie fasciste per Roma, dove tra il 30 e il 31 ottobre, giorno della smobilitazione delle truppe, ci furono episodi di violenza e diversi morti.

Il resto è rimasto nella storia, dal ventennio fascista fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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