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Lo Sapevi Che? – L’esercito polacco arruolò Wojtek, un orso bruno!

di Lorenzo Peratoner

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La Seconda guerra mondiale è ricordata come la guerra più distruttiva e sanguinosa che la storia abbia mai conosciuto, tale da aver cambiato per sempre gli equilibri mondiali. Ogni mezzo e uomo doveva essere mobilitato all’interno della grande macchina bellica, inclusi gli animali. Tutti noi, ovviamente, diamo per scontato lo sfruttamento dei cavalli e asini; tuttavia esiste una celebre eccezione, una vera e propria mascotte per l’esercito libero polacco…un orso bruno siriano! Scopriamo la storia di Wojtek, un inusuale eroe di guerra…

Wojtek: l’orso bruno cresciuto dai soldati 

L’Unione Sovietica, nel 1941, stava vivendo uno dei periodi più bui della sua storia in seguito all’invasione da parte della Germania; per essere accolta tra le file degli Alleati, tuttavia, dovette liberare decine di migliaia di civili e militari polacchi, precedentemente catturati in seguito alla comune invasione della Polonia con i tedeschi. Molti di questi soldati, non volendo combattere al fianco dei sovietici, intrapresero un lungo esodo verso l’Iran, dove erano stanziate diverse divisioni britanniche.

Qui, alcuni soldati polacchi videro un ragazzino che accudiva un cucciolo d’orso, la cui madre probabilmente era stata uccisa. I soldati, forse anche commossi dalle sue cattive condizioni, lo presero in cura dopo averlo comprato dal ragazzo. Fin da subito, il cucciolo strinse un fortissimo legame con i soldati, crescendo e “imparando” da loro; beveva birra, masticava le sigarette, sapeva sfilare su due zampe e fare il saluto militare. Questa specie di legame “genitore-figlio” che si era instaurata non era passata inosservata all’ufficiale polacco Wojciech Narębski, il quale in particolare aveva notato la sua importanza per il morale delle truppe. Lo stesso ufficiale, inoltre, era omonimo dell’orso; Wojtek, infatti, è un diminutivo di Wojciech, che significa “guerriero sorridente”.

orso

Orso (@Shutterstock)

L’orso eroe di guerra: le sue imprese militari in Italia

Giocava con i soldati, si faceva la doccia con loro, Wojtek era di fatto un soldato tanto quanto gli altri. Nel 1944, infatti, una parte dell’esercito di liberazione polacco si imbarcò sulle navi inglesi per combattere sul sanguinoso fronte italiano. Per aggirare quindi il divieto di imbarcazione di animali domestici, Wojciech venne arruolato nell’esercito polacco in qualità di soldato semplice nella 22a compagnia di rifornimenti di artiglieria.

Sul fronte italiano, l’orso giocò un ruolo fondamentale sul morale delle truppe, impegnandosi anche nel trasporto di casse di munizioni. I suoi importanti sforzi durante la campagna di Montecassino gli sono valsi la promozione a caporale; la 22a compagnia, inoltre, adottò come emblema un orso che trasporta un proiettile. Wojciech fu sempre al fianco dei soldati polacchi partecipando alle tappe decisive della liberazione italiana, con la conquista di Ancona e Bologna.

La memoria di Wojtek

Al termine del conflitto, diversi soldati polacchi stanziati in Italia non vollero tornare nella loro Patria, soggiogata dall’Unione Sovietica. Questi, insieme a Wojciech, si trasferirono quindi in Scozia, dove l’orso divenne un’icona e una celebrità; nomea che mantenne anche dopo lo scioglimento della 22a compagnia. Lo zoo di Edimburgo, infatti, accolse l’orso bruno, che passò la sua meritata pensione con il grado onorario di tenente. Visitato da molti ex-commilitoni, morì a 21 anni, nel dicembre 1963.

Al giorno d’oggi una serie di placche commemorative in Canada e nel Regno Unito onorano la sua memoria. In Italia, invece, gli sono state edificate diverse statue, tra cui una a Montecassino (2019) e una a Imola, realizzata nel 2015 per celebrare i 70 anni dall’entrata dei polacchi nella città. Nello stesso anno, inoltre, gli scozzesi e i polacchi racimolarono 300mila sterline per realizzare una scultura ritraente un soldato e l’orso, occasione che ha visto la partecipazione di Wojciech Narebski; sì, si tratta dello stesso ufficiale che accolse il cucciolo d’orso tra le fila polacche in Iran. È morto nel gennaio 2023, all’età di 98 anni.

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