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La misteriosa sparizione dei coloni di Roanoke

Una colonia nel Nuovo Mondo i cui abitanti sparirono senza lasciare alcuna traccia. Più di cento fra uomini, donne e bambini inghiottiti dal mistero di una sparizione le cui spiegazioni, più di quattrocento anni dopo, non sono ancora chiare. Parliamo della Colonia di Roanoke, i cui abitanti scomparvero completamente nel 1590. Scopriamo insieme una delle vicende più misteriore e inquietanti della storia delle Americhe…

Il contesto storico

Nel XVI secolo la conquista delle Americhe stava proseguendo in seguito alla scoperta del Nuovo Mondo avvenuta nel 1492 da parte di Cristoforo Colombo. I conquistadores spagnoli e portoghesi proseguivano l’occupazione dei territori in America del Sud, sterminando le popolazioni autoctone. L’interesse per i metalli e le pietre preziose spingeva gli europei a continuare le proprie spedizioni nel Sud, ignorando le “ricchezze” dei territori del Nord, come le vaste terre e le tante miniere d’oro ancora da scoprire. Il Nuovo Mondo tuttavia offriva tesori e opportunità incredibili e tutti i reali d’Europa erano interessati ad approfittarne.

 

Roanoke (@Shutterstock)

La colonizzazione di Roanoke

La Regina Elisabetta I incaricò il navigatore inglese Walter Raleigh di colonizzare lo Stato della Virginia, che comprendeva l’Isola di Roanoke. Alcuni esploratori, che erano stati inviati in quei territori nel 1584, descrissero l’Isola in maniera entusiastica.  Al loro ritorno in Inghilterra l’interesse per quelle zone crebbe parecchio e la Regina incaricò proprio Raleigh, nominato Cavaliere, di portare a termine l’occupazione dell’Isola e di tutti quei territori a cui fu dedicato il nome Virginia proprio in onore di Elisabetta I. L’anno successivo furono inviati circa centocinquanta fra soldati ed esploratori affidati a Ralph Lane e Richard Greenville.

Gli incidenti

La spedizione non fu certo scevra da incidenti. Fin dalla traversata oceanica, infatti, il viaggio fu costellato di imprevisti. All’altezza del Portogallo una grave tempesta fece allontanare una delle cinque navi della flotta che si incagliò in una secca, danneggiando gran parte delle provviste. All’arrivo la situazione non fu diversa e col tempo ci furono anche gravi tensioni con i nativi presenti in quei territori. Addirittura gli europei devastarono un villaggio indigeno perché accusarono gli abitanti di avergli sottratto una coppa d’argento. Un altro problema che si stava prospettando sempre più minaccioso era la scarsità di cibo.

L’abbandono dell’Isola

Il gruppo di Lane si incaricò di costituire una colonia sulla costa settentrionale dell’Isola. L’altro gruppo, guidato da Greenville, si accordò per tornare con provviste e nuovi coloni entro l’aprile dell’anno successivo. Il mese prestabilito passò e nel giugno del 1586 i coloni riuscirono fortunatamente a respingere un attacco di nativi. Nello stesso anno fu Sir Francis Drake, famosissimo corsaro inglese, a convincere i coloni ad abbandonare l’insediamento, riportandoli in Patria. Diverso tempo dopo Greenville tornò all’Isola di Roanoke e stabilì quindici uomini a guardia dell’insediamento così che nel frattempo lui stesso potesse tornare in Inghilterra per avere modo di organizzare una nuova spedizione.

 

Roanoke (@Shutterstock)

Il nuovo tentativo

Walter Raleigh non accettava di certo che la missione fosse fallita e nel 1587 inviò ben 117 uomini sull’Isola. Fra di loro compariva anche il governatore desiganto John White, componente della prima spedizione a Roanoke. Il gruppo giunse sull’Isola precisamente il 22 luglio 1587 ma trovò soltanto i resti di una guarnigione inglese. Non furono individuati sopravvissuti ma il comandante della flotta decise ugualmente di sbarcare e stabilire una nuova colonia proprio sull’Isola. I nuovi coloni incontrarono anche gli indigeni, sempre presenti a Roanoke. Iniziarono a ristabilire anche i rapporti con loro ma poco dopo un colono di nome George Howe fu ucciso da un nativo mentre era intento a cacciare dei granchi. Temendo per la propria incolumità i coloni convinsero immediamente il governatore White a tornare in Europa per denunciare la disperata situazione in cui dovevano vivere, chiedendo supporto e aiuti.

La scomparsa dei coloni

Al momento della partenza per la richiesta di soccorso sull’Isola erano presenti 115 coloni, compresa la neonata Virginia Dare, nipote del governatore, prima bambina inglese nata in terra americana. Rientrati in Patria ci volle del tempo perché il nuovo viaggio per Roanoke fosse organizzato. Dopo un fallimentare tentativo nel 1588, a causa del conflitto in corso fra Inghilterra e Spagna, White non potè tentare un’altra spedizione prima del 1590. Arrivò sull’Isola di Roanoke assieme a rinforzi e rifornimenti nell’agosto del 1590 ma non trovò alcuna traccia dei coloni. Oltre a non esserci nessuna traccia di loro, niente faceva supporre che ci potesse essere stato un combattimento. La colonia risultava semplicemente smantallata, con calma e senza alcuna fretta. Non fu ritrovata nemmeno alcuna croce di Malta, segnale convenuto in caso di problemi. Fu lasciato un unico, misterioso indizio, inciso sul palo di una palizzata: la parola “CROATOAN“.

La parola misteriosa

La parola poteva suggerire senza dubbio una traccia con cui poter ritrovare la colonia perduta, dal momento che nient’altro poteva far capire cosa fosse accaduto. White interpretò il segnale come indicazione dei coloni di essersi spostati sulla vicina Isola di Croatoan, divenuta in seguito Hatteras. Purtroppo non fu in grado di verificare se la sua ipotesi fosse corretta a causa di un forte temporale che impedì alla spedizione di proseguire nel suo intento. Da quel momento nessuno si interessò più alla vicenda e tutt’ora non sappiamo con certezza assoluta cosa successe a quei coloni. Sono diverse, però, le tesi proposte per spiegare questo mistero.

Alcune teorie

Per ogni mistero che si rispetti, come ad esempio quello del Triangolo delle Bermuda, le ipotesi più misteriose e inquietanti vanno per la maggiore. Da idee di creature e mostri del Nuovo Mondo che abbiano sterminato i coloni, a terrificanti presenze demoniache che avrebbero fatto scomparire tutti gli abitanti, come viene riportato in alcuni romanzi horror di Stephen King. Altre teorie sostengono che furono gli indigeni, semplicemente, a sterminare i coloni. Nonostante la vicenda dei coloni di Roanoke sia anche diventata centrale nella sesta stagione di “American Horror Story“, la verità, però, potrebbe essere ben diversa.

L’ipotesi più plausibile

Secondo la teoria riportata da Vice, e basata sul libro “The Lost Colony and Hatteras Island” scritto dallo storico Scott Dawson, l’ipotesi più plausibile è che i coloni di Roanoke siano andati a vivere con una popolazione indigena nella vicina Isola di Hatteras. A sostegno di questa tesi ci sarebbero anche gli studi di Mark Horton, archeologo dell’Università di Bristol. Nel 2015, infatti, il National Geographic ha riportato la scoperta di stoviglie e altri oggetti di fattura inglese, fra cui l’elsa di una spada sull’Isola di Hatteras. Horton ha commentato “Questo prova che si fossero integrati con i nativi americani, ma che avevano conservato i loro beni“. Ma non solo le recenti prove archeologiche fanno propendere per questa spiegazione: già nel 1590 si teorizzò che i coloni potessero essere andati a convivere con gli indigeni. Inoltre nel 1701 l’esploratore John Lawson visitò l’Isola di Hatteras e annotò che diversi abitanti del luogo sostenevano che “alcuni dei loro antenati erano bianchi” alimentando ulteriormente la possibilità che l’ipotesi sia corretta.

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Francesco Ferri

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