di Francesco Ferri

Il Triangolo delle Bermuda è entrato di diritto nell’immaginario collettivo del mistero. Da decenni, ormai, è fonte continua di storie e aneddoti inspiegabili per gli appassionati del tema. Se pensiamo alle fantomatiche sparizioni avvenute in questa porzione di oceano non possiamo che domandarci quale sia la spiegazione più logica alla base di questi eventi. Ma da dove nasce il mito? Cosa ha fatto sì che raggiungesse la risonanza che ha oggi? Perché proprio quella zona di mare situata fra le isole Bermuda, Porto Rico e la Florida?

L’origine del mistero

Il termine “Triangolo delle Bermuda” è comparso per la prima volta in un articolo della rivista “Argosy” coniato dal giornalista Vincent Gaddis. Il nome fu inventato per cercare una spiegazione alla sparizione di diverse navi e aeroplani. Le parole con cui si apriva l’articolo erano proprio: “Che cosa c’è in questo preciso spicchio di mondo che ha potuto distruggere centinaia di navi e aeroplani senza lasciare tracce?”. Le prime sparizioni, infatti, risalgono all’800, iniziando da subito ad ammantare di mistero il Triangolo. Con il passare degli anni furono decine gli aeromobili scomparsi dai radar o le imbarcazioni sparite dal pelo dell’acqua. Non mancarono le teorie paranormali, sostenute proprio dall’irreperibilità di indizi che potessero suggerire una sparizione logica, così come l’assenza di relitti. Lo stesso Cristoforo Colombo, all’interno dei suoi diari, annotò che in quel territorio si potevano osservare fenomeni metereologici decisamente bizzarri.

Triangolo delle Bermuda (@Shutterstock)

Il “Volo 19”

Uno degli eventi più simbolici del mistero del Triangolo delle Bermuda è senza dubbio quello della sparizione della squadriglia 19. Il 5 dicembre 1945, durante un volo d’addestramento, 5 aerei Avenger della Marina Militare statunitense decollarono da Fort Lauderdale. Dopo aver proceduto normalmente per un po’ di tempo, improvvisamente i piloti iniziarono ad avere diversi problemi: inviarono un messaggio alla torre di controllo sostenendo che gli strumenti di bordo erano impazziti. L’istruttore comunicò alcuni messaggi confusi ma molto spaventosi: secondo le dichiarazioni i piloti non riuscivano più a distinguere i punti cardinali e il mare appariva stranamente bianco. I contatti si persero poco dopo.

I vani tentativi di rintracciarli

Dalla base tentarono di rimettersi in contatto e diversi aeromobili partirono per cercarli. Fra i velivoli incaricati anche un PMB Mariner, un aereo bimotore, che dopo aver inviato un messaggio di routine fece perdere a sua volta le proprie tracce.  Le indagini, in seguito, motivarono la sparizione della squadriglia con la loro inesperienza. Secondo la spiegazione ufficiale è probabile che tutti i piloti abbiano perso l’orientamento perdendosi nel cielo fino ad esaurire il carburante e affondare in mare. Per il Mariner si pensò ad un guasto in volo che portò poi al suo affondamento. La sparizione misteriosa del Volo 19 e il guasto occorso all’altro velivolo mandato per cercarli, furono il primo evento che smosse definitivamente l’opinione pubblica.

Triangolo delle Bermuda (@Shutterstock)

Reale mistero o semplice suggestione?

Nonostante il mistero di cui sono ricche le vicende avvenute in questo triangolo, non sembra che esista un vero e proprio enigma. Statisticamente  non abbiamo in quest’area un numero di vittime più elevato rispetto ad altre zone dell’oceano. La profondità delle acque raggiunge tranquillamente i 6000 metri, con fosse oceaniche fino a 8000, motivo per cui i relitti di navi e aerei non sarebbero mai stati trovati. Con il tempo è stato provato che il territorio compreso all’interno del Triangolo delle Bermuda sarebbe fortemente soggetto ad anomalie geomagnetiche e metereologiche che causerebbero la formazione di intensi uragani capaci anche di creare enormi onde anomale. Molto probabilmente il Triangolo delle bermuda non nasconde misteri inspiegabili, ma semplici casualità che danno vita ad un luogo capace di creare diversi incidenti e situazioni a dir poco incredibili!

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