di Gabriele Nostro
Il tribunale dell’UE ha sancito che Google dovrà pagare una multa di 4,125 miliardi di euro. L’infrazione contestata? Imposizione di “restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili, al fine di consolidare la posizione dominante del suo motore di ricerca”.
Google, sanzione senza eguali
Da Forbes le informazioni sulla vicenda. La multa è la più ingente mai inflitta in Europa da un’autorità di vigilanza sulla concorrenza. Verrà assegnata al colosso sulla base di fatti argomento d’indagine dal 2015 e già dichiarati reati nel 2018. In particolare, sarebbero tre le illegittimità portate avanti dall’azienda statunitense.
Tramite degli “accordi di distribuzione”, la proprietà informatica avrebbe incitato i produttori di dispositivi mobili a pre-installare le applicazioni di ricerca generica e di navigazione per poter ottenere da Google una licenza operativa per il suo portale di vendita (Play Store). Mediante “accordi anti-frammentazione”, l’impresa avrebbe determinato, nei confronti dei produttori di dispositivi mobili, l’obbligo di approvazione per poter vendere prodotti con versioni del sistema operativo Android.
Infine, attraverso “accordi di ripartizione del fatturato”, l’azienda avrebbe convinto i produttori di dispositivi mobili e gli operatori di reti mobili a rinunciare alla preinstallazione di un servizio di ricerca generica concorrente, garantendo il rimborso di una parte degli introiti pubblicitari propri.
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