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Fast X, la recensione: l’inizio della fine

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 18 maggio, “Fast X” è un film diretto da Louis Leterrier. Il cast della pellicola è formato da Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jason Momoa, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, John Cena, Jason Statham, Sung Kang, Alan Ritchson, Daniela Melchior, Scott Eastwood, Helen Mirren, Charlize Theron, Brie Larson e Rita Moreno.

Dopo un nono capitolo che non ha soddisfatto le aspettative dei fan, il franchise di “Fast & Furious” ritorna sui nostri schermi con un decimo film che apre le danze al gran finale della storia di Dominic Toretto e famiglia. “Fast X” porta su schermo tutta l’azione che da anni oramai contraddistingue la saga e lo fa attraverso un collegamento diretto al finale di “Fast & Furious 5”, pellicola che ha avviato del tutto la svolta action del franchise Universal. Ma la pellicola, insieme al super cast assemblato per l’occasione, è riuscita nel suo intento? La risposta è si ma con riserva. Il film diretto da Louis Leterrier si mostra superiore al suo predecessore, soprattutto sotto l’aspetto del puro intrattenimento, ma porta con sé tanti problemi derivati da più fattori.

Una minaccia dal passato

La pace ritrovata da Dominic Toretto (Vin Diesel) e dalla sua famiglia, viene interrotta dall’arrivo di Dante Reyes (Jason Momoa). Dante è il figlio di Herman Reyes, criminale affrontato e derubato 10 anni prima da Dom in Brasile, e per vendicare la morte del padre è pronto a tutto, mettendo davanti ai protagonisti la minaccia più grande mai affrontata. Con un collegamento molto coerente, non portando così alla creazione di retcon, al quinto capitolo della saga, “Fast X” imbastisce le sue poco solide basi per quello che è il primo atto del gran finale della saga cinematografica iniziata nel lontano 2001.

Nonostante alcuni spunti narrativi potenzialmente interessanti e un villain folle e al tempo stesso carismatico, la pellicola di Louis Leterrier mostra delle criticità di scrittura che toccano la gestione dei vari personaggi nel corso della storia e nonostante l’ottimo lavoro dietro le quinte, la sospensione della realtà in alcuni casi supera il limite. “Fast X” è l’inizio della fine ed è evidente sin da subito una certa impostazione che rimanda a primo impatto alla pellicola dei Marvel Studios “Avengers: Infinity War”.

Tra Infinity War e un tono del racconto indeciso

“Fast X” è il primo di tre film (terza parte confermata da Vin Diesel alla prémiere romana della pellicola) che porteranno il pubblico di tutto il mondo verso la conclusione della saga action. Questa prima parte imposta sin dai primi minuti una conclusione esplosiva per la nuova missione della Famiglia, rendendo il tutto così vicino a quanto fatto con “Avengers: Infinity War”. Proprio come un novello Thanos, il Dante interpretato da un ottimo e sorprendente Jason Momoa, è pronto a seminare il caos e distruggere definitivamente la vita di Dominic Toretto. L’oggetto del desiderio, che prende il posto delle gemme dell’infinito, è la vendetta. Quest’ultimo tema è presente già in altre pellicole, mostrando una certa saturazione nelle idee per portare avanti il franchise.

 

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Nonostante questo, il tono da prima parte della fine dei giochi riesce a funzionare al meglio e con un cliffhanger sorprendente e al tempo stesso prevedibile, “Fast X” conclude la sua corsa. Ma se questo aspetto che ricorda tantissimo la struttura del film dedicato ai Vendicatori funziona, perché il decimo capitolo si mostra instabile nel tono del racconto? Se il nono capitolo si prende eccessivamente sul serio, consegnando così al pubblico un prodotto “pesante”, “Fast X” cerca di alternare il tono sopra le righe visto nei capitoli precedenti con quello più maturo, utile ad aprire la strada al gran finale del franchise. Purtroppo i due toni non riescono ad alternarsi al meglio ed è qui che emerge la prima grande criticità della sceneggiatura.

Tanti personaggi gestiti in modo discutibile 

Dopo un capitolo precedente dedicato ai legami di sangue dei Toretto, il decimo film vede il ritorno di tutta la famiglia in azione pronta a fermare Dante. “Fast X” si ritrova così a gestire un grande numero di personaggi su schermo e il dividerli a causa della minaccia da contrastare, genera non pochi problemi inerenti il tono del racconto. Se la parte con protagonista assoluto Dom funziona con una certa linearità, dall’altra abbiamo il resto della squadra a non funzionare. Roman, Tej, Han e Ramsey si rivelano in tutto e per tutto l’anello debole dell’intero racconto e mostrano le prime crepe per quello che è un franchise arrivato definitivamente a fine vita. Ma se la loro storyline è solo l’anello debole della pellicola, la sotto trama con protagonista Jakob interpretato da John Cena è un qualcosa di cui nessuno sentiva il bisogno.

Cambio repentino nel carattere del personaggio, tono comedy che stona del tutto e una conclusione (?) alquanto discutibile, sono gli ingredienti per la storyline secondaria peggiore di “Fast X”. Infine arriviamo ai nuovi personaggi interpretati da Jason Momoa, Brie Larson, Daniela Melchior e Alan Ritchson. Se il villain di Momoa funziona al meglio, complice il divertimento evidente dell’attore nell’interpretare il personaggio e una introduzione sorprendentemente coerente, le altre tre new entry non convincono del tutto. Brie Larson e Daniela Melchior interpretano due nuovi personaggi legati pesantemente a due volti della saga, mostrando così una certa pigrizia nella costruzione e creazione di nuovi protagonisti. Mentre l’Aimes di Ritchson non è facile da giudicare e sicuramente vedremo di più di lui nel prossimo capitolo.

Uno script che non eccelle

Tutti gli elementi evidenziati fino ad ora e le annesse criticità, confermano una sceneggiatura con non pochi problemi. Come in molti sanno, “Fast X” è stato riscritto in soli 4 giorni dopo che la produzione ha assistito al cambio di regia dettato dall’abbandono di Justin Lin, tutt’ora accreditato come sceneggiatore del film. L’insediamento di Leterrier non è stato facile e complice un progetto riscritto velocemente e a grandi linee, “Fast X” migliora sotto il punto di vista dell’intrattenimento ma non su quello narrativo. Purtroppo, come già evidenziato nel dettaglio nei paragrafi precedenti, il film soffre tanto la gestione dei toni e la pigrizia nel costruire i vecchi e i nuovi personaggi, ad eccezion fatta per il villain della storia.

 

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Vi starete sicuramente chiedendo, quindi questo “Fast X” è un fallimento sotto ogni punto di vista? La risposta è no, perché nonostante tutto questo, e potremmo anche definirlo paradossale, la pellicola di Louis Leterrier riesce a fare il suo e a mettere in moto gli eventi che porteranno al gran finale della saga. Il collegamento tra i protagonisti e il nemico del nuovo capitolo non cade nella trappola delle retcon e l’azione riesce a predominare su una storia come già detto, non costruita sempre al meglio. L’azione fa da padrone in “Fast X” e la sospensione della realtà diventa un vero e proprio full optional, eccessivo soprattutto in una scelta narrativa sul finale che non vi riveleremo.

Azione esagerata in giro per il mondo

Ritornare al cinema a guardare Toretto e famiglia significa solo una cosa: azione da capogiro. “Fast X” non si esenta da questa regola e consegna al pubblico sequenze a dir poco fuori di testa. A spiccare su tutte è la lunga sequenza ambientata a Roma. Il franchise di “Fast & Furious” può essere amato o meno, ma non si può non elogiare l’intero lavoro svolto dalla crew dietro le quinte e dagli stunt coordinator. Il lavoro artigianale svolto per la creazione delle sequenze action è di altissima qualità e nella pellicola viene mostrato al meglio. Forse a vanificare in parte questo grandissimo lavoro è un montaggio al limite della sufficienza e dei VFX migliorati rispetto ai filmati promozionali del film, ma non ottimali. Se il cambio in cabina di regia ha destato preoccupazione, Louis Leterrier si è comportato benissimo dietro la macchina da presa.

Non essendo uno specialista del genere o un veterano della saga come Justin Lin, il cineasta francese riesce a portare a termine il suo compito senza grandi guizzi. Non è sempre un male perché per quanto l’action sia un genere di puro intrattenimento, il regista deve avere una certa cura nel gestire le sequenze più concitate che rappresentano al meglio l’azione. “Fast X” a differenza del suo predecessore, rende l’action un vero e proprio protagonista della pellicola e riesce a rendere il prodotto godibile e divertente, riuscendo a scavalcare nel corso della visione i vari problemi evidenziati, rendendo di fatto compiuta la sua missione da puro film d’intrattenimento.

Considerazioni finali

“Fast X” è un film migliore rispetto al suo predecessore. Riprendendo il tono dei capitoli precedenti, il decimo capitolo apre le porte per il finale della saga che si concluderà con altri due film. Nonostante un ritorno al passato nella gestione del tono e l’ampio spazio offerto all’azione, la sceneggiatura non eccelle sotto molti punti di vista. La costruzione dei vecchi e dei nuovi personaggi non è tra le migliori, a differenza del Dante interpretato da Jason Momoa che si erge senza troppi problemi a vero MVP del film. La sua natura quasi da “Avengers: Infinity War” offre dei spunti narrativi interessanti, ma i problemi produttivi dovuti al cambio di regia sono evidenti. Il ritmo della pellicola è frenetico al punto giusto e non annoia nel corso delle sue 2 ore e mezza di durata.

Le sequenze action sono costruite in modo molto valido e a far perdere di poco il loro valore è un montaggio fin troppo sempliciotto e un lavoro VFX non impeccabile. In conclusione, “Fast X” è un capitolo che apre a qualcosa di grosso e nonostante molte criticità che rappresentano la deriva action del franchise, il film diretto da Louis Leterrier riesce a fare quello che dovrebbe fare una pellicola del suo genere: intrattenere. Non è il miglior film della saga e tanto meno uno dei migliori action degli ultimi anni, ma “Fast X” riesce a fare il suo e a divertire il suo pubblico.

Pro

  • Il villain interpretato da Jason Momoa;
  • L’ispirazione da cinecomic che per quanto estranea a questo mondo, funziona;
  • La costruzione delle sequenze action.

Contro

  • La scrittura di tutti i personaggi, vecchi e nuovi, che mostrano una pigrizia degli sceneggiatori;
  • Il tono della pellicola molto sbilanciato, non riuscendo a gestire drama e divertimento sempre al meglio;
  • La sufficienza in fase di montaggio e i VFX. Il lavoro artigianale nelle sequenze action avrebbe meritato un lavoro di spessore per far rendere al meglio l’azione del film.

 

 

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