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Coppa Italia, le finali più sorprendenti della storia del torneo

La Coppa Italia è il massimo trofeo domestico del calcio italiano, l’equivalente dell’FA Cup inglese e della Copa del Rey spagnola. A differenza di queste competizioni, però, la nostra coppa negli ultimi anni è stata una competizione di secondo piano per i partecipanti. I top club la usano per il turnover mentre le squadre più piccole preferiscono risparmiare le energie per il campionato. La Coppa Italia è diventata un’esclusiva delle società più importanti di Serie A, un premio che ogni anno va ad uno dei 4/5 grandi del nostro calcio.

L’attenzione mediatica intorno alla competizione sta svanendo, ma non è sempre stato così. Fino a qualche anno fa la Coppa Italia era un trofeo ambitissimo e regalava persino grandissime sorprese: non era raro vedere una outsider arrivare fino in fondo e magari riuscire a vincerla. In questo articolo vediamo tutte le finali più curiose della storia della Coppa Italia.

 

Coppa Italia (@Shutterstock)

Coppa Italia, dall’impresa del Vado alla sfortuna del Palermo

Pronti, via: siamo nel 1922 e si gioca la prima edizione del torneo. In finale si affrontano Udinese e Vado Ligure, storica società oggi militante in Serie D. E sarà proprio quest’ultima ad alzare la prima Coppa Italia al cielo, grazie ad un gol allo scadere dei tempi supplementari.

Il torneo venne abbandonato dalla metà degli anni ’20 a quella degli anni ’30 per scelta del governo fascista: si riprese nel 1936 con una finale tutta piemontese fra Torino e Alessandria. Ne uscitono vincenti i granata, all’epoca una delle migliori squadre del nostro campionato, che schiacciarono i rivali con un sonoro 5-1.

Un salto in avanti di qualche anno e arriviamo al 1941. L’atto conclusivo della competizione vide affrontarsi Venezia e Roma. I lagunari riuscirono a prevalere nella doppia sfida e si aggiudicarono la loro prima e unica Coppa Italia, pareggiando in trasferta e vincendo a Venezia.

La prossima finale memorabile è quella del 1962, giocata da Napoli e SPAL. Gli azzurri non erano di certo la corazzata che sono oggi mentre i ferraresi chiusero la Serie A di quell’anno al 14° posto. Alla fine vinse il Napoli per 2 a 1, grazie alle reti di Corelli e Ronzon. Fu la prima volta che il maggior trofeo italiano viene vinto da una squadra del Sud.

Un altro 2-1 si registrò quattro anni più tardi, nella vittoria della Fiorentina sul Catanzaro del 1966. I viola vinsero la Coppa Italia per la terza volta nella loro storia, infrangendo i sogni di gloria degli avversari: pensate che i calabresi quell’anno erano arrivati soltanto decimi in Serie B. I giallorossi riuscirono comunque a portare la partita ai supplementari, prima di cedere definitivamente e regalare il trionfo alla Fiorentina.

L’anno dopo ci fu ancora una sorpresa in finale: il Padova, militante nella Serie cadetta del nostro calcio, che arrivò ad affrontare il Milan. I rossoneri si imposero di misura e vinsero la loro prima Coppa Italia, ma rimane comunque la grande impresa dei veneti.

La stagione ’73-’74 regalò una finale tanto inattesa quanto romantica: si affrontarono Bologna e Palermo. I felsinei avevano già alzato il trofeo qualche anno prima e si ripeterono anche contro i rosanero, seppur solo grazie ai calci di rigore. I siciliani tornarono a disputare la finale nel ’79, questa volta contro la Juventus, e anche in questo caso ne uscirono sconfitti. Piccola curiosità: la partita fra Juventus e Palermo è stata l’unica finale di Coppa Italia per cui è stato scelto come terreno neutro lo Stadio San Paolo di Napoli.

Gli anni ’80, la magica Samp e le ultime sorprese

Il biennio ’83-’85 vide la presenza fissa dell’Hellas Verona, che in quegli anni attraversa il momento migliore della sua storia. I gialloblù arrivarono in finale contro la Juventus nel 1984 e contro la Roma nel 1985, uscendo sconfitti in entrambi i casi. All’epoca era stato introdotto da qualche anno il sistema della doppia finale, andata e ritorno, ed entrambe le squadre riuscirono a rimontare il Verona nella seconda gara.

A cavallo fra gli anni ’80 e i ’90 la Coppa Italia fu il teatro preferito delle magie della grande Sampdoria di Vialli e Mancini, capace di vincerla per ben tre volte. La finale più inaspettata che i blucerchiati giocarono fu quella del 1988, vinta per un complessivo 3-2 contro il Torino.

La Samp batté poi il Napoli nell’edizione successiva e nel ’94 si giocò il trofeo contro l’Ancona, squadra di media classifica in Serie B. L’andata nel capoluogo marchigiano terminò con un pareggio a reti bianche, ma al Ferraris non ci fu storia. Il punteggio finale dice 6 a 1 e quarta Coppa Italia nella bacheca della Sampdoria.

 

Tifoseria della Sampdoria (@Shutterstock)

 

Negli ultimi tempi non ci sono state finali così curiose e inattese, a testimonianza di un calcio sempre più elitario. Fa eccezione forse la finale del 2011, quando l’Inter post-Triplete si trovò davanti il Palermo. I nerazzurri batterono per 3 a 1 i siciliani (che detengono il record di sconfitte in finale di Coppa Italia) e conquistarono il loro settimo titolo in questa competizione.

Da qui in poi questo trofeo è sempre stato conteso da squadre di alta classifica di Serie A, perdendo quel briciolo di follia e romanticismo che lo contraddistingueva. Forse c’è bisogno di allinearsi col sistema inglese, favorendo le piccole realtà invece di allargare ulteriormente il gap coi top club. La Lega sta muovendo i primi passi, ma la strada è ancora lunga.

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Alessandro Colepio

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