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Cobra Kai Stagione 5, la recensione: la battaglia per la Valley ha inizio!

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile su Netflix dal 9 settembre, “Cobra Kai” torna sui nostri schermi con la quinta stagione. Nel cast ritroviamo William Zabka, Ralph Macchio, Xolo Maridueña, Mary Mouser, Tanner Buchanan, Jacob Bertrand, Peyton List, Martin Kove e Thomas Ian Griffith. La serie è ideata da Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg e Josh Heald.

Iniziato su YouTube e esploso successivamente su Netflix, “Cobra Kai” è giunto alla quinta stagione. Dopo il torneo concluso nel corso della stagione passata, i nuovi 10 episodi dello show di Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg e Josh Heald, aumentano la posta in gioco della storia sequel di “Karate Kid”. Con ritorni di volti familiari e le dinamiche che hanno portato la serie al successo, “Cobra Kai” riesce ad intrattenere nonostante uno schema narrativo ben collaudato, ma che inizia a stancare per la ripetitività di alcune dinamiche e non solo.

Un piano molto più grande

Dopo la fine del torneo, Terry Silver (Thomas Ian Griffith) punta in alto aprendo vari dojo nella Valley. A contrastarlo ci sono Daniel (Ralph Macchio), Johnny (William Zabka) e Chozen (Yuji Okumoto), che insieme ai loro studenti faranno il possibile per fermare l’ascesa al potere del Cobra Kai. Rivelazioni, soliti problemi di cuore, momenti divertenti e colpi di scena, fanno da padrone in questa nuova stagione dello show. “Cobra Kai” con la quinta stagione, inizia a presentare i primi segni di stanchezza. Per quanto il prodotto riesca ad essere godibile e molto scorrevole da seguire, l’aumentare la posta in gioco non è sufficiente a stravolgere le carte in tavola offerte dalla serie.

Inoltre alcuni problemi presenti sin dalle prime stagioni non sono mai stati risolti, su tutti il lato teen dello show. Restando sempre sugli standard mostrati in precedenza, anche il livello della recitazione e soprattutto il production value della serie, non è di altissimo livello e anzi rispecchia le ambizioni di un prodotto che non punta a vincere premi o ad entrare nella storia, ma a intrattenere al massimo i suoi fan.

Uno schema narrativo “sofferente”

“Cobra Kai” sin dalla prima stagione, ha mantenuto uno schema narrativo ben preciso. La sua natura di sequel diretto delle pellicole di “Karate Kid”, è stata sempre accompagnata dalla presenza di nuovi personaggi e rispettive dinamiche. Con dei protagonisti molto giovani, è facile dedurre il genere di appartenenza delle loro storie: il teen drama. Per quanto nella sua semplicità in precedenza funzionava molto bene, in questa quinta stagione (al netto di alcuni piccoli cambiamenti) le dinamiche tra i ragazzi sono noiose. Questo porta al definitivo punto di rottura di uno schema narrativo ben rodato e consolidato nel corso delle stagioni.

 

cobra kai

 

A soffrire questo problema è anche la storia principale. Per quanto i colpi di scena siano ben gestiti e alcuni personaggi ben sviluppati, come vedremo successivamente, la ripetitività di eventi che portano allo scontro finale, iniziano a generare problemi all’intero prodotto. Parlandone in questi termini, vi potrà sembrare un totale disastro questa quinta stagione. Ma nonostante questi problemi, “Cobra Kai” riesce a ad intrattenere e divertire lo spettatore, anche grazie ad alcuni dei suoi protagonisti che si sono rivelati delle grandi sorprese nel corso dei nuovi 10 episodi.

Un villain di “spessore” per una serie di puro intrattenimento

La quinta stagione di “Cobra Kai” può contare la presenza di un villain forte, carismatico e pronto a tutto pur di portare a termine la sua missione. Il Terry Silver di Thomas Ian Griffith è decisamente il miglior personaggio di questa nuova stagione. Con anche uno sguardo al suo passato, il nemico del terzo capitolo di “Karate Kid” ritorna a tutti gli effetti più spietato che mai. Sempre un passo avanti a Daniel e Johnny, Silver, merito anche del suo interprete, si mostra la minaccia definitiva non solo per la Valley, ma per la vita stessa dei nostri protagonisti. Nella sua semplicità, lo show riesce a portare su schermo un villain con motivazioni da villain, senza margini per un suo riscatto.

Struttura molto old school, ma all’interno di uno show che fa dei ricordi uno dei suoi punti cardine, una scelta migliore diversa da questa, è impossibile da trovare e da pensare. Nota di merito va anche all’altro cattivo dello show: John Kreese. Il vecchio sensei del Cobra Kai, attualmente in prigione, è uno dei pochi protagonisti a mostrare uno sviluppo e una caratterizzazione di livello. La sua prigionia non solo ci porta a conoscere meglio Kreese, ma ci porta a comprendere che non tutti possono cambiare, anticipando così una nuova possibile minaccia per i nostri protagonisti nella prossima stagione. Se da una parte abbiamo dei cattivi ben scritti ed interpretati, dal lato dei buoni non è oro tutto quello che luccica.

Dei protagonisti non sempre al massimo

“Cobra Kai” presenta numerosi protagonisti. Con il passare delle stagioni, lo show ha ampliato molto il suo parco di protagonisti offrendo così svariate situazioni. Se da una parte abbiamo dei villain che possono essere definiti tali, i nostri “eroi” soffrono molto la struttura dello show. Basti pensare ai più giovani, che ormai bloccati in un teen drama uscito da Nickelodeon, sono il punto debole dell’intera serie. Per quanto cerchino di impegnarsi, i vari ragazzi non sono sullo stesso livello dei loro colleghi più grandi. Nonostante ciò, anche i personaggi adulti non sono impeccabili. Questo è evidente nello sviluppo di Daniel. Il personaggio invece di crescere e comprendere i propri errori passati, si mostra caratterialmente più vicino alla sua versione adolescente, portando così uno dei protagonisti a subire una sorta di involuzione.

 

cobra kai

 

Invece chi è cresciuto nel corso di queste stagioni, è il vero protagonista dello show, cioè Johnny. Il personaggio interpretato da William Zabka, nonostante continui a regalare momenti comici, è colui che è cresciuto più di chiunque altro. Che finalmente il sensei Lawrence abbia trovato definitivamente la quadra nella sua vita? Lo scopriremo solo nella prossima stagione. Nota di merito finale, va a Chozen. Presentato come un tipo molto sulle sue e decisamente serio rispetto al tono stesso dello show, in questa quinta stagione sorprende per la sua vena comica, regalando così alcuni dei momenti più divertenti della serie.

Tanti combattimenti e un karate esagerato

“Cobra Kai” è anche uno show sul karate e portando su schermo la nobile arte marziale, non possono ovviamente mancare i combattimenti. Nel corso delle stagioni, la regia dei vari combattimenti è sempre stata valida. Anche in questa quinta stagione, il discorso non cambia e un elemento di questo lavoro merita di essere messo ben in evidenza ed elogiato. Per quanto i più grandi del cast siano lenti nei loro movimenti durante i combattimenti, il lavoro svolto da coreografi, regia e post produzione, è davvero ottimo. Quello che mostra la serie però, non è vero karate. Per comprendere questo, è sufficiente vedere video online oppure averlo praticato.

E ancora una volta, nonostante questa enorme sospensione della realtà, “Cobra Kai” funziona e diverte. Infatti sono proprio i combattimenti ad essere la parte più divertente dello show, dove azione e tensione diventano un’unica cosa e mantengono alta la concentrazione dello spettatore su quello che sta accadendo su schermo. Infine da un punto di vista tecnico, siamo davanti ad un prodotto molto basilare che non osa con inquadrature differenti, ma procedendo con un approccio molto “scolastico”.

Considerazioni finali

La quinta stagione di “Cobra Kai” è promossa. Nonostante la sua promozione, i primi segni di stanchezza e ripetitività iniziano ad essere molto evidenti e pericolosi per l’intero progetto. Andando oltre questa preoccupazione molto concreta, la serie continua a funzionare al meglio e ad intrattenere il suo pubblico. Se i protagonisti adulti tra alti e bassi funzionano, grazie anche all’ottimo villain presente nello show, i più giovani soffrono moltissimo le dinamiche teen provenienti da serie di altri tempi e soprattutto con altri target di pubblico. Infine, le sorprese non mancano mai e i combattimenti restano sempre la parte più divertente e piena di tensione dell’intera serie. “Cobra Kai” per il futuro ha bisogno però di un salto di qualità, altrimenti la sesta stagione decreterà l’involuzione di uno dei prodotti più amati di Netflix.

Pro

  • La capacità di intrattenere al meglio lo spettatore;
  • Il carisma del villain Terry Silver e la crescita di alcuni protagonisti;
  • Le divertenti sequenze di combattimento.

Contro

  • Schema narrativo ripetitivo e ormai obsoleto;
  • Il tono teen dello show che penalizza i suoi protagonisti più giovani.

https://youtu.be/2FMYxWtFG8g

 

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