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Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere Ep.3, la recensione: Adar

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile dal 9 settembre su Amazon Prime Video, il terzo episodio de “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere”. L’attesissima serie basata sul mondo creato da J. R. R. Tolkien vede nel suo cast Morfydd Clark, Markella Kavenagh, Robert Aramayo, Ismael Cruz Cordova, Tyroe Muhafidin e Charles Edwards. L’episodio è diretto da Wayne Che Yip. Lo show è ideato da J. D. Payne e Patrick McKay.

Dopo un inizio con doppio episodio a dir poco spettacolare, “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” ritorna con un terzo capitolo che prosegue e conclude la lunga introduzione iniziata la scorsa settimana. Una volta introdotto Númenor, lo show di J. D. Payne e Patrick McKay inizia a piazzare definitivamente le basi su cui si incentrerà la storia di questa prima stagione. Con un episodio che supera ancora una volta i 60 minuti, viene confermata la qualità complessiva dell’intera produzione e non solo.

Númenor e la presenza sempre più vicina di Sauron

Salvati da una nave, Galadriel (Morfydd Clark) e Halbrand (Charlie Vickers) scoprono di essere diretti a Númenor, isola donata dagli elfi agli umani in passato. L’arrivo dei due non viene visto però di buon occhio. Nel frattempo Arondir (Ismael Cruz Cordova) è prigioniero degli orchi e insieme ai suoi compagni d’armi, scopre parte del piano dei malvagi nemici e del loro capo Adar. Infine ritorniamo dai Pelopiedi, dove Nori (Markella Kavenagh) cerca di aiutare lo Straniero e comprendere al meglio lo scopo del gigante caduto dal cielo, mettendo in pericolo la sua famiglia e non solo.

Attraverso queste tre storyline, “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” conclude la sua introduzione e inizia a mettere i primi tasselli che faranno da sfondo alla storia. L’unico rischio in cui la serie può andare incontro, è proprio la gestione dei numerosi personaggi introdotti. Se il tutto verrà ben gestito, il pubblico non avrà problemi a seguire la storia e ad affezionarsi ai suoi protagonisti. Ma se alcuni di loro si riveleranno fini a loro stessi, una macchina che attualmente si sta rivelando perfetta, potrebbe rompersi e compromettere in parte tutto il buon lavoro svolto fino ad ora.

Nuove dinamiche che esplorano i rapporti tra i vari regni

L’introduzione di Númenor avvenuta in questo terzo episodio, oltre a introdurre nuovi personaggi, ci porta a comprendere meglio le dinamiche tra gli umani e gli elfi. In passato alleati, dopo la guerra i due regni si sono divisi, soprattutto dal pregiudizio che ha colpito i fronti. Se da una parte gli uomini provano odio verso gli elfi, dall’altra questi ultimi ribadiscono sempre di come buona parte degli umani sia stata alleata di Morgoth. Oltre alle loro differenze e ai pregiudizi generati da queste e non solo, Galadriel si ritrova in un posto ostile nella sua strada verso la Terra di Mezzo e la sua caccia a Sauron. La serie con questo terzo episodio non solo mette in scena queste dinamiche, ma porterà verso una rivelazione interessante.

 

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Rivelazione che se collegata agli eventi che colpiscono Arondir, mettono in mostra parte del piano della nuova grande minaccia della Terra di Mezzo: Sauron. Grazie alla nascita di nuovi rapporti e situazioni ad alto rischio, i punti iniziano a unirsi e anche alcune dinamiche politiche iniziano a emergere. Non sappiamo quanto queste saranno presenti all’interno del racconto, ma la loro presenza potrebbero portare ad alternare il tono della serie, passando così dal fantasy epico a quello politico sulla falsariga del suo “rivale” televisivo “Game of Thrones” e il suo spin-off prequel “House of The Dragon”.

Un cast sempre ottimo e una scrittura con i suoi tempi

A consolidare le sensazioni positive dei primi due episodi, ci pensa il cast della serie. Anche le new entry riescono ad integrarsi al meglio, senza creare grossi problemi. Sorprende positivamente ancora una volta la Galadriel di Morfydd Clark. Insieme a lei, anche il resto del cast che inizialmente si è rivelato l’unico grande dubbio del progetto, si sta rivelando ottimo e completamente in parte. “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere”  continua a sviluppare progressivamente i suoi personaggi e la sua storia. La narrazione non prende brusche accelerate e anzi, si prende tutto il suo tempo per raccontare la sua storia senza mai annoiare.

Il merito va al lavoro svolto da J. D. Payne e Patrick McKay. Dopo i due ottimi episodi iniziali, la gestione del racconto e dei personaggi prosegue per il verso giusto. Introduzioni ben fatte, che portano lo spettatore ad interessarsi a quel mondo e ad entrarci, sono il vero asso nella manica della serie. Se i personaggi sono ben interpretati, il merito va anche alla scrittura, che ricordiamo si basa sulla trilogia de “Il Signore degli Anelli” e varie appendici scritte dallo stesso Tolkien.

Una serie da cinema

“Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” conferma ancora una volta il suo immenso lato tecnico. L’introduzione del nuovo regno e dei suoi ambienti, è a dir poco spettacolare, regalando delle immagini da grande schermo. La regia di Wayne Che Yip si mantiene sullo stesso livello di quella di Bayona apprezzata la scorsa settimana, confermando così il trend positivo sotto questo lato. La CGI e il trucco si mostrano ancora una volta di ottimo livello, ma sulla prima una piccola pecca possiamo notarla. Durante l’apparizione del Mannaro, un lupo controllato dagli orchi, i movimenti dell’animale non sono impeccabili e credibili come il Troll del primo episodio.

 

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Nonostante questo, il livello qualitativo è sempre alto e non sfigura come altre grosse produzioni del piccolo schermo arrivate negli ultimi tempi. Un’altra piccola pecca da evidenziare, è uno slow motion utilizzato durante una sequenza a cavallo. L’applicazione della tecnica è completamente inutile, rallentando una sequenza che avrebbe dovuto mostrare al meglio la magnificenza del paesaggio. L’unico combattimento presente in questo episodio è ancora una volta ben coreografato e molto bello da vedere.

Considerazioni finali

“Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” passa con ottimi voti anche il taglio del terzo episodio. Con una narrazione che porta a concludere l’introduzione iniziata nel pilot, una trama pronta a spiccare il volo e l’introduzione di alcune dinamiche a dir poco interessanti, possiamo dire che lo show di J. D. Payne e Patrick McKay, è sulla buona strada. La regia e le immagini sono a dir poco epiche e spettacolari ancora una volta, mentre la sceneggiatura si mostra decisamente solida. Uniche piccole pecche di questo episodio sono uno slow motion superfluo e la CGI dei Mannaro non impeccabile come il Troll del primo episodio. Nel complesso questo terzo episodio continua sui livelli ottimi dei precedenti.

Pro

  • Le interpretazioni del cast;
  • La regia e le scenografie dell’episodio;
  • La scrittura che chiude in modo ottimale la lunga introduzione dei suoi protagonisti e apre a nuove tematiche;
  • Il tocco cinematografico che rende lo schermo di casa troppo piccolo per un prodotto di questo livello.

Contro

  • Uno slow motion superfluo e la CGI non perfetta del Mannaro.

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Ecco a voi la recensione dei primi due episodi e altro:

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