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Captati nuovi segnali nello spazio; possibili messaggi alieni?

di davide gerace

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Siamo soli nell’universo? Questa è una delle tante domande che il genere umano si pone da sempre. Nel corso degli anni, soprattutto dopo il primo volo nello spazio del 12 aprile 1961, scienziati di tutto il Pianeta hanno cercato di scoprire possibile tracce di extraterrestri. Tantissimi i segnali captati e provenienti da diverse parti dell’universo, tutti però di origine naturale. Tuttavia, grazie a un nuovo studio, gli ultimi segnali catturati sembrano portare ad una possibile svolta.

La scoperta

Un team di ricerca, guidato dal fisico Peter Ma dell’Università di Toronto, ha captato 8 segnali ritenuti molto interessanti. Gli scienziati, utilizzando un nuovo algoritmo preparato grazie all’intelligenza artificiale, stavano osservando un’area dell’universo già analizzata in passato e ritenuta priva di potenziali attività extraterrestri. In precedenza, la stessa sezione di spazio era stata analizzata in West Virginia con il radiotelescopio più grande del mondo, il Robert Byrd Green Bank Telescope. Il radiotelescopio non aveva però captato nessun segnale di particolare importanza.

Il grande lavoro di Peter Ma e del suo team può definirsi rivoluzionario. Il nuovo sistema di rilevazione di segnali e messaggi provenienti dall’universo usato è completamente diverso rispetto ai classici metodi usati finora; la conferma dei risultati raggiunti sta proprio nel fatto che in una zona di spazio già indagata si siano captati questi segnali. Tutto lo studio, condotto insieme al Breakthrough Initiatives e al SETI, programmi di ricerca di vita extraterrestre, è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

Vita extrarrestre nello spazio?

Captare messaggi dallo spazio non è semplice, anzi è molto complicato. Capita spesso che i segnali o messaggi catturati, provengano da satelliti, cellulari ecc… Il lavoro di filtraggio dei segnali è lungo e faticoso, ma il nuovo algoritmo può cambiare tutto. Questo è molto più efficace nel filtrare i segnali e permette agli scienziati di ascoltare al meglio qualsiasi segno proveniente dallo spazio.

I messaggi “extraterrestri” devono essere a banda stretta, cioè più piccoli rispetto a quelli terrestri, che sono a banda larga. Gli 8 nuovi segnali provengono da 5 stelle lontane tra i 30 e i 90 anni luce. Non sappiamo con precisione se i messaggi siano attività “extraterrestri” o meno. Dato che non si sono più ripetuti, gli astronomi non possono escludere che i segnali rappresentino delle semplici interferenze terrestri.

Rimaniamo quindi in attesa di nuovi segnali, ma una certezza in più; il nuovo algoritmo è già diventato fondamentale per la ricerca di vita nello spazio.

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