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Calcio: le pause per le nazionali sono pericolose per i giocatori?

di Cristian Castellini

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Anche durante questa pausa per le nazionali abbiamo visto diversi campioni infortunarsi. Per i giocatori di alto livello non è consentito fermarsi, visto che da inizio stagione si è tenuta praticamente una partita ogni tre giorni. Questi ritmi nel calcio saranno sostenibili ancora per molto?

L’elenco degli infortunati

 

Haaland (@Shutterstock)

 

Haaland, Vinicius Junior, Gavi, Zaïre-Emery, Ter Stegen, Camavinga, Bastoni, Onana. Questi sono i nomi più illustri che non potranno scendere in campo nelle partite dopo la pausa per le nazionali. In alcuni casi il rientro è previsto dopo poche giornate, mentre per altri addirittura si dovrà aspettare il 2024. Gavi è stato il più sfortunato, visto che ha finito la stagione e potrà rientrare solo dopo l’Europeo.

 

Gavi, @Shutterstock

Gavi, @Shutterstock

 

Prendiamo come esempio proprio il caso di Gavi, un giovanissimo 19enne che ha il talento per passare alla storia. La rottura del crociato rimediata durante Spagna-Georgia potrebbe rallentare se non fermare la sua crescita sportiva. Il tutto per garantire uno “spettacolo” che possa essere consumato ogni giorno. Insomma, il calcio oggi vuole porsi al pubblico come una serie TV, da guardare ovunque e in ogni momento. Sicuramente è un piacere per noi appassionati, decisamente meno però per chi mette a rischio il suo corpo per reggere i ritmi serrati imposti da FIFA, UEFA, sponsor e televisioni.

Il futuro del calcio può essere questo?

Il calcio di alto livello è prima di tutto un grande business. La quantità di soldi che circola intorno al pallone aumenta anno dopo anno, e per stare al passo con la crescita delle spese sportive e dei costi gestionali serve giocare spesso. I club attingono una gran parte dei loro ricavi da accordi commerciali e sponsorizzazioni; più partite si giocano, più gli sponsor pagano per essere messi in evidenza. Stesso discorso vale per i diritti televisivi, altra fonte di guadagno essenziale per le società.

Tutto sembra funzionare; giocando spesso sono contente le società che ottengono denaro da sponsor e emittenti televisive, che a loro volta coccolano gli appassionati di calcio con uno “show” senza fine. Il peso di questo circolo virtuoso però viene attutito dai muscoli dei calciatori, che giocando ogni tre giorni in svariate competizioni vengono martoriati. E l’intensità e la fisicità imposte dalle idee di calcio moderne non possono che peggiorare la situazione.

Conclusioni

 

FIFA (@Shutterstock)

 

Tralasciando il fatto che il calcio proposto da 22 giocatori fisicamente poco brillanti non possa essere di grande qualità, è davvero possibile imporre ritmi simili se non peggiori? A quanto pare si, visto che alla fine della prossima stagione con l’avvento del nuovo Mondiale per Club le grandi società e i loro giocatori dovranno affrontarsi anche durante la pausa estiva. Evidentemente è necessario giocare il più spesso possibile per mantenere la sostenibilità economica dello sport, ma prima o poi i fatti obbligheranno le istituzioni calcistiche a porre qualche freno.

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