Cinema & Serie TV

Better Call Saul: analisi di un capolavoro del piccolo schermo

Il mondo di Breaking Bad ritorna: tra personaggi e tono della serie

Se Mike ha molto spazio all’interno di “Better Call Saul”, questo è dovuto ai collegamenti con la serie madre. Per quanto la storia di Jimmy nel corso di sei stagioni sia molto distante dalla rivalità tra Gus e i Salamanca, lo sviluppo di questa faida viene approfondita al meglio nel corso dello show, riportandoci i toni del predecessore. Il talento di Gilligan e Gould è evidente nella gestione del tono dell’intera serie.

Se con Jimmy siamo davanti a dinamiche da legal drama, mescolate al dramma familiare e alla commedia nera, le atmosfere crime emergono al meglio con personaggi che lo spettatore conosce molto bene. Infatti la serie ci mostra come Hector Salamanca (Mark Margolis) abbia sviluppato l’odio nei confronti di Gus Fring (Giancarlo Esposito) e di come il leader del cartello a gestione familiare sia finito su una sedia a rotelle.

 

Gus Fring e Mike insieme in una sequenza della serie. I due personaggi, come il protagonista, ritornano dal mondo di “Breaking Bad”.

 

Ritrovarci davanti a questi personaggi può portare lo spettatore in una comfort zone e inoltre mostra la bravura dei due ideatori dello show nel riuscire ad alternare i toni differenti delle due storyline. Come ciliegina sulla torta, a far collidere “Better Call Saul” e “Breaking Bad” ci pensano quattro apparizioni speciali. La prima è quella dell’agente della DEA Hank Schrader, cognato di Walter White, alla sua prima interazione con colui che sarà Saul Goodman. Oltre a Hank, a fine serie troviamo anche sua moglie Marie durante il processo finale contro Jimmy (questo punto verrà approfondito successivamente). Infine il cameo tanto atteso dai fan di “Breaking Bad”: il grande ritorno di Bryan Cranston e Aaron Paul.

 

 

I due attori ritornano per un’ultima volta nei panni di Walter White e Jesse Pinkman, in un paio di scene che in apparenza sembrano mero fan service, ma nascondono un significato molto più profondo in ottica del finale di serie. Oltre a mostrare una sorta di versione estesa di alcune sequenze di “Breaking Bad”, le scene condivise da Bob Odenkirk con Bryan Cranston aiutano a comprendere meglio le analogie e le differenze tra i due protagonisti dei rispettivi show. Inoltre mostra come sia stata proprio la scelta di aiutare Walter White a decretare la fine della vita di Saul Goodman e la trasformazione in Gene Takavic. In una serie che si muove con i suoi personaggi in una zona molto oscura, abbiamo anche spazio per il bene, se è giusto definirlo così, e di come questo venga distrutto dalle conseguenze delle azioni proprie e altrui.

I “buoni” di Better Call Saul: Nacho e Howard vittime del loro mondo

Non tutto è male. Anche “Better Call Saul” può contare su personaggi con una morale meno discutibile dei suoi protagonisti. Persino lo stesso Jimmy nelle prime due stagioni usava le sue doti da imbroglione per poter aiutare la gente. Ma nonostante questo, le sue azioni sono solo la punta dell’iceberg che puntano dritto la sua fine. Ma non parliamo di lui perché questa parte dell’articolo è dedicata alle vittime delle macchinazioni dei vari protagonisti dello show.

Stiamo parlando di Nacho e Howard. Per quanto il primo sia sempre stato al soldo della famiglia Salamanca, la consapevolezza di aver superato il limite e cercare una via di fuga sicura per lui e suo padre, lo porta sulla strada della redenzione. Ma la sua fuga disperata verso la libertà, termina in malo modo con una delle sequenze più belle della sesta stagione.

La scrittura del personaggio e l’interpretazione di Michael Mando, rendono al meglio Nacho e il suo tentativo di redenzione. Ed è proprio questo a renderlo più umano e far affezionare lo spettatore al personaggio e alla sua storia. Se da una parte abbiamo un criminale in cerca di redenzione, mostrando una sorte di barlume di speranza in un mondo oscuro, dall’altra abbiamo Howard Hamlin. L’avvocato e ex socio di Chuck, è il vero buono di “Better Call Saul”. Avvocato affermato e dal grande carisma, ha da sempre rispettato il suo socio e mentore. Ma quando il processo contro Jimmy ha portato alla caduta di Chuck, Howard ha voltato le spalle per la prima volta al maggiore dei McGill.

Ed è proprio questo a creare una rottura tra Howard e i McGill. Se Chuck è giunto alla conclusione di togliersi la vita, Jimmy a causa di questo evento ha iniziato a provare astio nei confronti di Hamlin. Questi eventi porteranno Howard a soffrire e a ritrovarsi colpito dalla furiosa vendetta pianificata da Kim e Jimmy, dove soprattutto la donna fa emergere la sua vera natura.

Le azioni del “grande piano” dei due avvocati, porterà Howard nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questo evento è il fulmine a ciel sereno che stravolgerà le vite dei protagonisti. Presentandosi a casa di Jimmy e Kim per smascherare la loro folle crociata nei suoi confronti, Howard andrà incontro alla morte per mano del vero villain dello show: Lalo Salamanca.

 

 

Per quanto la morte di Howard sia sconvolgente e inaspettata, mostrando ancora una volta l’altissimo livello della scrittura della serie, a colpire di più è proprio il significato che si nasconde dietro questa morte. In un mondo dove il vero bene non esiste, una persona qualunque che cerca di sanare i propri problemi personali, si ritrova in trappola per “puro gioco” con delle ripercussioni enormi. Questa è la prova evidente di come in “Better Call Saul”, il bene non esiste e viene demolito sotto ogni punto di vista dal male più assoluto o semplicemente dalla voglia di mostrarsi superiore a tutti a qualunque costo. La morte di Howard rappresenta non solo questo, ma è il vero punto di rottura nel rapporto tra Jimmy e Kim. È da qui che quest’ultima decide di lasciare suo marito e cambiare completamente vita.

Un villain folle, carismatico, intelligente e spietato

Nel panorama televisivo e cinematografico è sempre difficile trovare villain accattivanti. In Better Call Saul” a partire dalla quarta stagione, vediamo l’esordio di Lalo Salamanca. Interpretato da Tony Dalton, visto recentemente nel MCU in “Hawkeye” (trovate qui la nostra recensione), Lalo è il nipote dello spietato Hector Salamanca. Arrivato a Albuquerque per prendere momentaneamente il controllo del business di Hector, Lalo inizia sin da subito a studiare la situazione all’interno della sua organizzazione e soprattutto all’esterno.

Infatti il piano di Lalo è quello di comprendere le intenzioni di Gus Fring e mantenere alto l’onore dei Salamanca. Saranno proprio le sue azioni a portare l’inizio di una rivalità tra le due menti criminali. Con un piano semplice ed efficace, Fring e Mike riescono a far arrestare Lalo, ed è proprio in questa occasione che il villain farà la conoscenza di Jimmy.

 

 

Il diventare l’avvocato di Lalo, segna l’inizio del viaggio nel sottobosco criminale della cittadina del New Mexico per Jimmy. Ottenuta una enorme cauzione per far uscire di prigione Lalo, Jimmy per “aiutare” il criminale, si ritroverà in una folle missione nel deserto, dove capirà in quale guaio si sia cacciato. Una volta risolta la difficile questione dei soldi della cauzione, il conflitto tra Lalo e Gus si inasprisce. Il Salamanca mostra tutta la sua follia e intelligenza a servizio della sua famiglia.

Se l’approccio aggressivo di Hector non è stato utile nella rivalità contro Gus, Lalo sfrutta tutto il suo carisma e la sua intelligenza per poter mettere i bastoni tra le ruote a Gus. L’utilizzare Nacho come talpa, porterà Gus a utilizzare un approccio aggressivo per eliminare il suo nemico. Ma nonostante la situazione critica, Lalo fugge e riesce a far credere a tutti di essere morto.

Ed è proprio in questa situazione che l’intelligenza del personaggio interpretato da Tony Dalton emerge al meglio. Insieme al rivale Gus, Lalo è uno dei villain più intelligenti e spietati del mondo narrativo ideato da Vince Gilligan. Ma lo scontro tra i due si risolve con un mezzo tanto amato dalla famiglia Salamanca: sangue.

La fine del loro conflitto avviene in quello che sarà il laboratorio utilizzato da Walter e Jesse una volta iniziata la “collaborazione” con Gus Fring. Lo scontro tra i due finisce con una violenta sparatoria dove a cadere è Lalo. Forse una fine troppo repentina, ma nonostante questo, Lalo Salamanca resta non solo uno dei migliori personaggi di Better Call Saul” ma anche uno dei migliori villain dell’universo narrativo creato da Vince Gilligan.

 

 

L’APPROFONDIMENTO PROSEGUE NELLA PAGINA SUCCESSIVA

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Gabriele Di Nuovo

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