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NCR Curiosity – La sepoltura di migliaia di cartucce per Atari

di Redazione NCI

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Siamo agli inizi degli anni ’80, e Atari è accreditata dell’80% dell’intero mercato di videogiochi. Qualche anno prima inoltre, nel 1976, tutta la Atari Inc. fu acquistata da Warner Communications per una cifra di 28 milioni di dollari. Sicuramente un ottimo investimento inizialmente, visto che il 70% dei guadagni della Warner Communications era generato soltanto dalle console e dai videogiochi Atari. Tuttavia, non troppo tempo dopo, accadde un avvenimento unico nella storia videoludica

Atari ed il fallimento di alcuni suoi videogiochi

I primi problemi per Atari iniziarono ad arrivare dopo l’acquisizione della licenza di Pac Man da Namco. Pienamente convinti di riuscire a vendere bene grazie all’ottimo successo del videogioco, decisero di produrre ben 12 milioni di cartucce. Di questo enorme numero, 5 milioni di copie rimasero invendute. Ma la vera crisi iniziò con un altro titolo.

Visto l’enorme successo nel 1982 del film E.T. L’extraterrestre, Warner Communications si accordò col regista del film (Steven Spielberg) per acquistare la licenza. Un affare da circa 25 milioni di dollari. Atari iniziò immediatamente lo sviluppo del gioco, avendo a disposizione poco più di 5 settimane per terminarlo entro le festività. E tale impresa fu affidata ad un team di ben… una persona. Una volta “completo”, furono prodotte 5 milioni di cartucce, ma i risultati delle vendite risultarono a dir poco sconcertanti: soltanto 1.5 milioni di copie vendute, ed il gioco spesso etichettato come il peggiore mai prodotto di sempre.

atari e.t.

La sepoltura delle cartucce

Nel settembre del 1983, l’Alamagordo Daily News segnalò diversi autoarticolati scaricare in una discarica diverse cartucce e console provenienti da un magazzino Atari. Le prima spiegazione da parte dell’azienda statunitense fu che ormai stava passando ai videogiochi per l’Atari 5200, ma un responsabile Atari dichiarò in seguito che erano soltanto cartucce difettose. Più di 30 anni dopo però, nel 2014, venne finalmente a galla la verità.

Gli scavi ed il ritrovamento

Nel 2010 Discovery Channel contattò Joe Lewandowski, che era l’attuale proprietario del terreno in cui sarebbero dovute essere le cartucce. Ignaro del fatto che si fosse creata una vera e propria leggenda metropolitana intorno alla sepoltura dei giochi, di cui egli però era al corrente, decise di organizzare degli scavi. Questo fu reso possibile solo grazie alla collaborazione con Microsoft, in quanto due giorni di scavi vennero a costare 50.000 dollari. Il 26 aprile 2014 infine, durante gli scavi, fu annunciato su Twitter l’effettivo ritrovamento delle cartucce. Di una stima di circa 792.000, soltanto 1300 sono state recuperate, di poco più di 60 videogiochi diversi.

Eccoci quindi alla fine di questa curiosità! Voi ne eravate al corrente? Sicuramente è stato un pessimo periodo per l’intera industria videoludica. È da aggiungere inoltre che molte delle copie ritrovate sono state vendute online, mentre altre donate al museo VIGAMUS di Roma. Joe Lewandowski riuscì inoltre a vendere una copia del videogioco di E.T. a ben 1535 dollari.

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di Luca Paluzzi

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