di Domenico Scala
“Unicorn Wars” è una pellicola d’animazione co-prodotta tra Spagna e Francia che vede come regista e sceneggiatore Alberto Vazquez. Presentato all’Annecy International Animation Film Festival nel giugno dello scorso anno, il film è stato distribuito in Spagna ad ottobre, in Francia a dicembre e in Nord America (in sale limitate) lo scorso mese di marzo. Dopo aver trionfato nella categoria “Miglior film animato” agli scorsi Goya Awards, da qualche giorno è finalmente disponibile anche qui in Italia sulla piattaforma IWONDERFULL, servizio streaming della casa di produzione I Wonder Pictures disponibile anche come canale a pagamento su Amazon Prime Video.
Il volto del male, tra “Superuomo” e “Demiurgo”
Chiariamo subito un concetto fondamentale per la visione: “Unicorn Wars” non è un film “carino e coccoloso”, non è un film per bambini, ma soprattutto non è un film per tutti. Nonostante il concept di base veda al centro delle vicende una insensata e sanguinaria guerra tra unicorni ed orsacchiotti, la pellicola porta ben presto lo spettatore ad indagare gli aspetti più criptici e oscuri della mente umana, succube del male insito nella nostra specie. La reinterpretazione della realtà proposta a schermo è quanto di più pessimistico si possa immaginare, in un cinico trionfo di nichilismo che spesso porta a chiedersi se davvero gli autori volessero dare un senso a quanto pensato e scritto per lo spettatore.
Si, perché “Unicorn Wars” è un titolo sorprendente che riesce a ripagare (e superare!) le aspettative spingendosi ben oltre la lettura più superficiale dell’opera. Le sequenze d’apertura e chiusura del film sono esplicative di un concetto latente di male, che rende l’intera vicenda tetra, macabra e oscura, donando un senso di profonda angoscia allo spettatore più empatico e sensibile; l’ermetismo di cui è pregna la scena conclusiva è qualcosa di incredibilmente evocativo che raramente si propone in un film, men che meno in uno d’animazione! Concetti come quello del “Superuomo” di Nietzsche e quello del “Demiurgo” di Platone si fondono dando vita ad un qualcosa di aberrante e allo stesso tempo affascinante, non indifferente a chi guarda perplesso le ultime sequenze, che si prestano inevitabilmente ad innumerevoli interpretazioni non soltanto filosofiche, ma anche religiose e perfino scientifiche.
Le radici di “Unicorn Wars”
Tralasciando la filosofia dietro il racconto (in cui è davvero difficile addentrarci), proviamo però ad analizzare altri aspetti interessanti di “Unicorn Wars”. Ad esempio, in un’intervista per un sito spagnolo, il regista ha dichiarato di essersi ispirato a film e opere come “Apocalypse Now”, “Bambi” e “La Bibbia” e, per quanto assurdo possa sembrare, vi assicuriamo che è realmente così. Come vi anticipavamo già nel titolo, il racconto in questione altro non è che un’amara riflessione su amore, fede e guerra, i tre pilastri fondamentali su cui si basa l’intero impianto narrativo della pellicola.
A dare forma alla vicenda sono Azzurrino e Cicciotto, due gemelli orsacchiotti che, ripercorrendo un po’ le orme del mito biblico di Caino e Abele, portano in scena una faida familiare tra le più crude, cruente e viscerali che si siano mai viste su schermo. L’odio insensato di Azzurrino verso suo fratello è covato fin nel profondo e parte certamente da lontano, mettendo radici nel complicato rapporto con la figura materna durante l’infanzia infelice che ha dovuto sopportare anche a causa del proprio carattere, complesso e difficile da smussare. Non c’è comunque giustificazione per Azzurrino, che nel corso di un’ora e mezza circa di pellicola si macchia di più peccati imperdonabili, che lo rendono al tempo stesso “umano” nella sua continua fallibilità e “disumano” nella mostruosa ferocia con cui compie azioni prive di qualsivoglia empatia o rispetto per la vita altrui.
Azzurrino, protagonista vittima della stessa natura umana
In una splendida metafora sull’essere umano, Azzurrino viene presto fagocitato nel baratro del male dalla sua stessa arroganza, dal suo sfacciato egocentrismo e dall’atteggiamento radicale impostogli da una società militare dedita soltanto al più becero fanatismo e al mero interesse personale; ignaro delle proprie debolezze, il protagonista prova rabbiosamente ad ergersi come “eletto”, come l’“Io” elevato ad essere superiore, come paladino della giustizia che per opera divina condurrà il popolo alla salvezza e ad un ideale di bellezza eterna, a costo di innumerevoli vite innocenti e di sacrificare quanto di più prezioso si ha in questo mondo, il principio di tutte le cose: la natura!
Si, perché il film ha tante chiavi di lettura. Nonostante i toni marcatamente splatter e gore che caratterizzano l’intera guerra tra unicorni ed orsacchiotti, “Unicorn Wars” risulta essere un film spiccatamente pacifista e naturalista. Il bosco sacro conteso dalle due fazioni dà l’impressione di essere un luogo realmente etereo ed immacolato, la cui pace viene spezzata brutalmente dalla boria di un essere “umano” che continua a mentire a sé stesso, arrogandosi un diritto divino che di fatto non esiste e non può esistere. Non a caso la guerra mossa agli unicorni viene esplicitamente categorizzata come “Guerra Santa”, in un chiaro, evidente e coraggioso rimando ad una delle pagine più oscure dell’intera storia dell’umanità.
La semiotica visiva della società degli orsacchiotti
Con queste premesse il film restituisce con forza l’idea di un mondo macchiato indelebilmente dal male e dalla cattiveria insiti nella natura umana, avvicinandosi a tratti all’ascetismo e perfino alla religione shintoista, in un esercizio di stile e di pensiero che è impossibile non apprezzare. Grazie ad un lavoro del comparto tecnico a dir poco certosino tutto trabocca di crudeltà; dallo studio sui colori del nero e del rosso sangue che permeano l’intera vicenda agli sgradevoli comportamenti degli orsacchiotti, in un contrasto perfetto rispetto alla semiotica visiva che sembra caratterizzarli.
La società degli orsacchiotti è un ossimoro militare lampante delle contraddizioni umane, che ci mette dinanzi a personaggi dai nomi assurdi come il Sergente Carezze, il Tenente Musetto e il Caporale Pon-Pon, oppure al campo di addestramento “Cuore – Onore, Dolore e Coccole”, tutto in nome del “Dolce Cuore” degli orsacchiotti; l’estetica che li rappresenta è parossisticamente falsa, prova tangibile ed indiscussa dell’apparire che cancella il piano dell’essere, secondo l’attualissima logica di una società di stampo moderno.
Considerazioni finali
Insomma, “Unicorn Wars” è un film di cui non è semplice parlare. Per quanto l’apparenza possa lasciar intendere tutt’altro, la pellicola è una complessa introspettiva sul genere umano e sulle implicazioni che le azioni di quest’ultimo comportano sulla natura che lo circonda, in senso tanto letterale quanto più etico, morale e spirituale; per uno spettatore occasionale il film è “pesante” (nonostante la durata tutto sommato breve), perché cerca e spinge verso una riflessione criptica e piuttosto ermetica seppur cruda della natura umana, e della direzione verso cui questo si muove. A questo proposito sottolineiamo nuovamente la devastante sequenza finale: surreale, evocativa e allo stesso tempo straordinariamente complessa e stratificata; gli ultimi minuti ci regalano una sorta di rivisitazione (anche in chiave religiosa) della teoria evolutiva di Darwin, che lascia spazio a mille interrogativi ed interpretazioni.
Pro:
- Il coraggio degli autori di proporre una pellicola di questo tipo, nonostante un probabilissimo flop;
- Più che proseguire con un elenco di pro stavolta vi consigliamo semplicemente di guardare il film, ricordando però che non è adatto a tutti i tipi di spettatori.
Contro:
- La pellicola non presenta particolari contro. Mettendo da parte tutti i discorsi e le credenze personali, “Unicorn Wars” propone una visione terrificante della società umana nelle fattezze degli orsacchiotti; la visione è pertanto consigliata a chi sa di approcciarsi a qualcosa di surreale e di poco ortodosso, che certamente può risultare a tratti “eccessivo” e poco comprensibile.
Ecco a voi il trailer ufficiale sottotitolato in italiano di “Unicorn Wars”:
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