di Lorenzo Scorsoni
Una terapia innovativa quella testata all’Istituto nazionale di gastroenterologia “De Bellis”, a Bari. Il paziente, un uomo di 72 anni, dopo essere già stato operato per un grande tumore al fegato, si è prestato alla particolare tecnica in quanto l’unica in grado di funzionare. Ciò che contraddistingue la radiologia TC robotizzata sarebbe, infatti, la capacità di colpire tumori vicini a strutture vascolari o biliari, altrimenti irraggiungibili.
Tumori non diversamente trattabili
Secondo Repubblica, la procedura sfrutta l’ausilio della TAC e di un particolare robot. Una nota del De Bellis spiega: “Si tratta di una procedura di elettroporazione irreversibile con tecnica stereotassica robotizzata TC, con lo scopo di attaccare i tumori non diversamente trattabili“. L’apparecchio, il primo acquisito in Italia, è definito di navigazione stereotassica e consentirà di migliorare la precisione dei trattamenti percutanei mini invasivi in ambito oncologico. La TAC consentirà di monitorare costantemente l’impiego del robot nell’intervento.
La vicinanza critica della massa tumorale alle vie biliari e vascolari avrebbe reso quasi impossibile la rimozione della massa. Il preciso intervento del robot consente però di aggirare questo rischio, agendo direttamente sui tumori, distruggendoli. A compiere il duro intervento, il dottore e direttore dell’Unità operativa diagnostica e radiologia interventistica dell‘Irccs “de Bellis”, Fabio Fucilli.
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