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17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia

di Enrico Tiberio Romano

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Riconosciuta da Unione Europea e Nazioni Unite, in oltre 130 Paesi del mondo il 17 maggio si celebra la Giornata Internazionale Contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia. La scelta della data non è casuale ma, in questo stesso giorno del 1990, l’OMS eliminava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

Omofobia, un problema ancora radicato e l’importanza di questa giornata

L’appuntamento è nato per iniziativa di Louis-Georges Tin, curatore del “Dictionnaire de l’homophobie”, per sensibilizzare l’attenzione su violenze e discriminazioni subite dalla comunità Lgbtq+ in tutto il mondo.

 

LGBT

LGBT (@Shutterstock)

 

Una risoluzione del Parlamento Europeo, nel 2007, istituì dunque questa giornata in tutta l’Unione Europea; in Italia la celebriamo dal 2008. Da allora, il Presidente della Repubblica riceve i rappresentanti delle associazioni lgbtq+ e rilascia un discorso in cui si condanna ogni discriminazione e si ribadisce il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.

Nel discorso dell’anno scorso del Presidente Mattarella si leggeva: ”La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti”. Al pari del 25 novembre e di altre ricorrenze simili, nella giornata contro l’omofobia tutte le istituzioni a partire dalle scuole sono chiamate a promuovere eventi di sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni di odio.

Come prevedibile la scelta di introdurre nelle scuole attività di prevenzione di certi fenomeni ha comportato numerose polemiche soprattutto da alcune sezioni di destra. Fratelli d’Italia e un sottosegretario della Lega hanno invitato il ministro Bianchi addirittura a ritirare la circolare preannunciando un’interrogazione parlamentare.

Dal ministero in realtà non è giunta risposta, ritirare o modificare la circolare sarebbe come negare l’esistenza del problema. Non reggono inoltre le accuse di voler far ”rientrare il ddl zan dalla finestra” e di chi parla di ”teoria del gender”. Discorsi che, al di là dei discorsi politici, lasciano il tempo che trovano. L’uguaglianza è un diritto inalienabile. E come tale, non dovrebbe mai essere messa in discussione: solo così si arriverà ad una vera comunità civile e tollerante.

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