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112 anni dalla nascita di Helenio Herrera: il fautore della Grande Inter

di Elia Mascherini

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Il 10 aprile di 112 anni fa nasceva in un poverissimo quartiere di Buenos Aires Helenio Herrera, uno dei più grandi allenatori della storia del calcio. Nell’anniversario della sua nascita, abbiamo deciso di raccontare la sua  carriera.

Una mediocre carriera da calciatore

Per quanto possa sembrare strano per un uomo che vinto praticamente tutto da allenatore, i trascorsi da calciatore di Herrera non sono esattamente brillanti. Inizialmente impiegato da centrattacco nel Racing Casablanca, squadra militante nel mediocre campionato magrebino. Nel 1929 si stabilisce in Francia, più precisamente a Parigi. Nelle sue esperienze, di cui quasi nulla si sa, al Club Français e allo Stade Français cambia ruolo, diventando un difensore.

Nel 1935 si trasferisce al Charlesville, mentre 2 anni dopo passa all’Excelsior Roubaix. Il punto più “alto” della carriera da giocatore di Herrera è però al Red Star, storica squadra parigina, con cui Helenio vincerà il suo unico trofeo da calciatore, ovvero la Coppa di Francia targata 1942.

Dopo aver girato i campi di Parigi ancora per 3 anni, Herrera appende gli scarpini al chiodo nel 1945.

Il vero Herrera: i primi successi in Spagna

L’importanza della figura dell’argentino per la storia del calcio sta proprio nella seconda parte della vita di Herrera, quella in cui si dedica ad allenare. Dopo 4 anni di apprendistato, nel 1949 firma un contratto con la piccola realtà dell’Atletico Madrid. I Colchoneros prima dell’avvento di Herrera avevano vinto soltanto 2 campionati spagnoli, ed erano una piccola realtà con mezzi economici molto limitati. Nonostante queste premesse non troppo incoraggianti, l’argentino compie nella stagione 1949-50 una splendida rimonta sul finire del campionato. A 3 giornate dal termine, il piccolo Atletico balza in testa alla classifica, sorpassando i cugini del Real Madrid e la Real Sociedad. L’anno dopo, la truppa di Herrera conquista il primato de La Liga a metà campionato, non lasciando più il primo posto e bissando il titolo della stagione precedente.

Probabilmente in cerca di nuove avventure, il Mago gira senza molto successo la Spagna per 3 anni, fino a quando non arriva una chiamata dal Barcellona. Con i Blaugrana vince una Copa del Rey e soprattutto il primo trofeo internazionale dei catalani, ovvero la Coppa delle Fiere (ora Europa League) del 1955.

La Grande Inter

Con l’avvento degli anni ’60, si chiude la prima fase da allenatore di Herrera, mentre si apre il portone di un grandioso ciclo sportivo, ovvero quello dell’Inter. Fortemente voluto da Angelo Moratti, il tecnico ex Barca inizialmente a Milano non lascia il segno: nei suoi primi 2 anni con l’Inter non riesce a vincere nessun titolo. La svolta arriva nella stagione 1962-63, quando i nerazzurri recuperano progressivamente terreno alla Juventus per poi distaccarla grazie alla vittoria nel Derby d’Italia: il Biscione resta aggrappato fino all’ultima giornata al primo posto e vince lo scudetto.

Grazie al primo posto maturato, l’Inter partecipa l’anno successivo alla Coppa dei Campioni. Alla prima partecipazione, l’Inter sbalordisce tutti; arriva in finale imbattuta e strapazza per 3-1 il Real Madrid. Giusto per dare un’idea, in quel Real giocava gente come Di Stefano, Puskas e Gento. Tuttavia, a rendere dolceamara la stagione ci pensa un unicum del calcio italiano; sia i meneghini che il Bologna sono primi a pari punti e perciò si disputa uno spareggio Scudetto, vinto per 2-0 dai felsinei.

La stagione successiva, l’Inter di Mazzola, Facchetti, Jair e molti altri macina trofei su trofei. Vince il suo nono Scudetto, conquista una faticosissima Intercontinentale contro l’Indipendiente e bissa la Coppa dei Campioni, battendo il Benfica per 1-0. La stagione successiva, il 1965-66, si rivela una stagione positiva, grazie alla vittoria del decimo Scudetto e della seconda Intercontinentale. Tuttavia, il ciclo della Grande Inter si sta chiudendo: la stagione 1966-67 è incredibilmente funesta per i nerazzurri, che perdono la finale di Coppa Italia, il Campionato all’ultima giornata perdendo contro il Mantova e anche la finale di Coppa Campioni, finita 2 a 1 in favore del Celtic. Un primo possibile Triplete sfumato sul più bello.

Herrera

Herrera (@Screen Youtube)

Le ultime magie del Mago Herrera

Conclusa la sua indimenticabile esperienza all’Inter nel 1968, Herrera si trasferisce alla Roma per 5 anni, riuscendo a vincere una Coppa Italia con i giallorossi nel 1969, battendo il Cagliari di Gigi Riva in finale. Nel 1974, al termine della sua avventura romana, torna all’Inter, ma solo per pochi mesi, in quanto viene colpito da un attacco cardiaco e di conseguenza Herrera si deve fermare. L’ultimo coniglio che estrae dal cilindro è un clamoroso ritorno in Catalogna, a ormai 30 anni di distanza dall’ultima volta. Nel suo Barcellona bis, Herrera vince un’altra Copa del Rey, prima di lasciare il mondo del calcio.

Helenio Herrera muore nel 1997, lasciando un’eredità pesantissima da raccogliere soprattutto all’Inter, dove ha scritto pagine importantissime di storia del calcio, ma anche in terra iberica, dove è riuscito a tenere testa con squadre nettamente inferiori al Real Madrid più forte di sempre.

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Di Elia Mascherini

 

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