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Vaccino anti-Covid: uno studio dimostra che non aumenta il rischio di malattie cardiache

di Gianmichele Trotta

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Il vaccino anti-Covid non aumenta i rischi per le malattie cardiovascolari come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde; a dimostrarlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Vaccines, dedicata all’argomento. Lo studio, al momento, è l’unico al mondo ad aver seguito la popolazione campione per più di un anno.

La ricerca sul vaccino anti-Covid

Stando a quanto riportato da “Il Sole 24 Ore“, la ricerca è stata condotta da un team guidato da Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna, nel dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche, in collaborazione con l’Università di Ferrara e l’ASL di Pescara; i ricercatori infatti, hanno preso in considerazione oltre 300 mila pazienti residenti o domiciliati in tutta la provincia di Pescara. Questi, poi, sono stati seguiti per circa 18 mesi; con questi termini, la ricerca italiana è l’unica al mondo sull’argomento ad aver seguito i pazienti per un lasso di tempo così prolungato.

I ricercatori hanno suddiviso i dati raccolti in base all’età anagrafica, il sesso, le patologie pregresse e alle dosi di vaccino somministrate; hanno constatato anche che nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Inoltre, come riporta il Corriere della Sera, in qualsiasi stadio vaccinale i ricercatori hanno evidenziato una minore probabilità di morte ed eventi avversi.

I risultati

In conclusione, lo studio ha smentito una correlazione tra l’insorgenza di patologie cliniche e la somministrazione del vaccino anti-Covid. I risultati, inoltre, hanno dimostrato che le persone vaccinate che hanno contratto il virus sono più protette rispetto a coloro che non hanno effettuato neanche una dose. Il dott. Manzoli ha dichiarato che:

“I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c’è stato un aumento di rischio di malattie gravi. Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo”.

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