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Uncharted, la recensione: il tesoro è stato trovato?

Dopo anni di rinvii, finalmente dal 17 febbraio è disponibile al cinema Uncharted, film tratto dall’omonima saga videoludica per Playstation di Naughty Dog. Il film è diretto da Ruben Fleischer e nel cast troviamo Tom Holland nei panni di Nathan Drake, Mark Wahlberg come Victor Sullivan e Antonio Banderas e Tati Gabrielle come villain.

Sarà riuscita Sony a far staccare il controller da mano alle persone e aver creato un piccolo tesoro del cinema? Spoiler, non proprio. Ma senza perderci in ulteriori chiacchere, ecco a voi la recensione del film.

Guardare Uncharted è quasi come guardare il gioco

Se siete fan del gioco, allora non verrete delusi. Uncharted dimostra di essere esattamente quello che i fan si aspettavano. Un film non canonico alla saga videoludica ma che lo ricorda molto, avendo la stessa struttura narrativa di essi. Difatti, il film parte dalla città, raccontando brevemente la vita del protagonista e l’incontro con la sua controparte. Da lì invece parte esattamente tutto ciò che ci aspetteremmo dal gioco, con le scene d’azione che ovviamente fanno da padrone.

Se volessimo fare un paragone il film scimmiotta molto la trama dell’ultimo capitolo della quadrilogia di Nathan Drake. Sono presenti il grande tesoro perduto, i riferimenti al fratello Sam, e addirittura anche i villain somigliano a quelli del quarto videogioco.

Una trama semplice ma efficace, simile a quella del film su Tomb Raider con Alicia Vikander. Non si perde in troppi fronzoli e non pecca di colpi di scena, anche se quest’ultimi non sono troppo inaspettati. Il film dura 148 minuti, che si fanno sentire da tali. Ha un ritmo incalzante e non annoia. In poche parole, nel suo assomigliare così tanto ai giochi, ha fatto un buon lavoro.

Ottimo il lavoro fato con il rapporto tra Nate e Sully. Il continuo tira e molla e gli scambi di battutine non sono mai fuori luogo e non sono eccessivi. L’umorismo della pellicola é abbastanza maturo e non fa sembrare la pellicola un film per bambini.

Un comparto tecnico mediocre

Il film non cerca di certo di diventare uno dei migliori di sempre, ma almeno riesce a difendersi, anche contro altri prodotti Sony (ad esempio il sequel di Venom). Ovviamente è un film che campa con le scene d’azione, e le scenografie, gli stunt e i combattimenti sono fatti bene, ci si orienta bene durante esse e si capisce cosa sta succedendo. La pellicola è anche molto bella da vedere, anche se sotto quel punto di vista si doveva azzardare di più. I videogiochi di Uncharted sono famosi per essere delle godurie per gli occhi. Qui, oltre alle scene sulle navi, non ci sono molti momenti “wow” dal punto di vista visivo. Manca per l’appunto tutta la parte paesaggistica che caratterizza i giochi e che li rende spettacolari.

Le musiche hanno degli alti e bassi. Quando si riprende il tema originale del gioco (principalmente nelle scene d’azione finali), sono spettacolari e assicurano il brivido sulla schiena ai fan. Dall’altra parte della medaglia ci sono le musiche originali, che purtroppo non raggiungono il livello del tema del titolo videoludico.

Il livello di recitazione è accettabile. Né Tom Holland né Mark Wahlberg devono dimostrare una performance da Oscar in questo film, ma nonostante tutto si mantengono ad un livello discretamente alto. Stessa cosa si può dire per il resto del cast. Tutti danno una performance decente, senza però eccellere. Forse l’unico attore sprecato è Antonio Banderas, che purtroppo ha poco minutaggio nel film ed oltretutto ha un personaggio abbastanza dimenticabile.

Uncharted: qualche problema qua e là

Alcuni dei problemi del film sono già stati sopracitati, come le musiche originali che non soddisfano e il personaggio di Banderas. Ma il grande problema del film è la profondità dei personaggi. Ovviamente non si può fare molto in nemmeno 2 ore di film, ma qui davvero spesso sono lasciati al caso. Ci vengono introdotti tutti troppo velocemente e senza farceli conoscere per bene. L’unico con cui ci provano è ovviamente Drake, ma anche qui, nonostante la scena con il fratello, non ci ritroviamo ad empatizzare mai con nessuno dei protagonisti. Si da troppo spazio al “non fidarsi mai di nessuno” e meno alla persona in sé, quasi come se fossero degli NPC in un videogioco, per l’appunto.

Il compito più grande che aveva Sony era quello di far staccare la concezione del personaggio di Nathan Drake dal mondo legato al controller e farlo piacere anche semplicemente guardandolo. È possibile fare ciò? Secondo noi si. Ci è riuscita Sony? Non del tutto. Il lavoro fatto da Fleischer si concentra troppo sulla componente dell’avventura lasciando i personaggi in secondo piano. Sullo schermo non vediamo il solito Nathan Drake che siamo abituati a vedere (e no, non solo per l’aspetto fisico), dato che è un Drake qualunque che si potrebbe chiamare in qualsiasi altro modo, perché tanto non gli viene dato spessore.

Considerazioni finali

Tutto sommato il film si mantiene in piedi, intrattenendo il pubblico senza preoccuparsi di fare di più. Nonostante i difetti, però, lascia aperte le speranze di un sequel che oramai è quasi certo che arrivi, e che magari vada a colmare le lacune di questo primo capitolo.

Da menzionare sono le 2 scene post credit e i vari riferimenti alla saga videoludica, con tanto di un inaspettato cameo!

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Pro

  • Ottime scene d’azione
  • Trama che ricorda quella dei videogame
  • Rapporto tra Drake e Sully

Contro

  • Villain poco sfruttati
  • Personaggi poco approfonditi
  • Colonna sonora non sempre all’altezza
  • Mancanza dei paesaggi “wow”

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di Andrea Antinori

 

 

Andrea Antinori

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