Logo NASA (@Shutterstock)
La Nasa ha ufficialmente rivelato l’esistenza di forme di vita aliene. Questa è una data destinata a restare per sempre nei libri di storia, dal momento che parliamo senza ombra di dubbio di qualcosa di epocale. A partire da oggi tutto ciò che sappiamo potrebbe davvero essere messo in discussione, mescolando la realtà con ciò che fino a ieri la maggior parte delle persone considerava soltanto fantasia.
Eppure qualche importante avvisaglia c’era stata. Non molto tempo fa era stato annunciato che la stessa agenzia spaziale avesse ingaggiato psicologi e teologi di prim’ordine proprio per capire meglio come comportarsi, e per “preparare” le persone ad un annuncio che poi è effettivamente arrivato poco dopo.
Terra vista dalla Luna (@Shutterstock)
A quanto pare la notizia è stata rilasciata dopo ben due clamorose scoperte, risalenti a diversi mesi fa ma divulgate soltanto adesso. In primis, nel permafrost di Marte sono state rinvenute microscopiche forme di vita simili ai famosi e quasi indistruttibili tardigradi. Poco dopo, dalla terza stella della costellazione Sirio, quella “nascosta” dalla luce delle altre due, è arrivato un segnale radio contenente un inequivocabile linguaggio, probabilmente sintomo di forme di vita senziente. Tale messaggio non sarebbe ancora stato decifrato né divulgato.
Questo è quanto dichiarato da Bill Nelson, amministratore della Nasa: “La verità è che non siamo mai stati così stupidi da credere di essere le uniche forme di vita nell’Universo, e certamente c’è ancora tanto da scoprire. Ma oggi abbiamo la certezza di non essere soli. Ovviamente avevamo bisogno di tempo e delle giuste modalità per rivelare al mondo una scoperta del genere. Oggi tutti dobbiamo fermarci e riflettere, perché molti di quelli che stanno leggendo queste poche righe cadranno nello sconforto quando si renderanno conto che questo articolo è soltanto un pesce d’aprile!”.
Sarebbe bello, vero? Forse sì, forse no. Ma di certo non lo scopriremo oggi. Per ora dobbiamo accontentarci, per quanto improbabile, di essere ancora gli “unici” a vivere nell’universo conosciuto.
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di Domenico Scala e Pietro Magnani
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